Lavoce.info

Autore: Gilberto Turati Pagina 6 di 9

turati Gilberto Turati è professore ordinario di Scienza delle Finanze presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove coordina la Laurea Magistrale in Management dei Servizi e il Master in Economia e Politica Sanitaria di ALTEMS/Coripe presso il Campus di Roma. É vicedirettore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e membro del Comitato Direttivo della Società Italiana di Economia Pubblica (Siep). Fa parte della redazione de lavoce.info, del comitato di redazione di “Politica Economica - Journal of Economic Policy” e del comitato di direzione del "Dizionario di dottrina sociale della Chiesa. Le cose nuove del XXI secolo". È stato prima ricercatore, poi professore associato all’Università degli Studi di Torino. É stato membro del Board della European Public Choice Society (EPCS) per il term 2012-2015 e Presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione della Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino per il mandato 2019-2022.

Dopo i tagli: check-up della sanità italiana

La spesa sanitaria in Italia si è stabilizzata al 6,8 per cento del Pil. Lo certifica il Def. E per i prossimi anni sono previsti aumenti minimi. Sarebbe invece il momento di investire in salute. E di delineare il futuro del nostro sistema sanitario.

Acque di nuovo agitate nella sanità

Riusciranno le regioni a decidere come spartirsi 480 milioni di tagli, dopo aver trovato l’accordo su 3 miliardi e mezzo? La vicenda spiega bene come il sistema delle relazioni tra stato e regioni abbia urgente bisogno di chiarezza. E un nodo chiave è il significato da attribuire ai Lea.

Spesa sanitaria: il governo è realista. Forse fin troppo

Certo, la legge di bilancio non è ancora definitiva. Ma per il momento alle regioni sono garantiti i due miliardi in più promessi. Il problema semmai è che le novità si fermano qui. Tetti di spesa, risparmi previsti dalla centralizzazione degli acquisti e vantaggi per l’industria farmaceutica.

Soldi alla sanità: una scelta tutta politica

Con la discussione sulla legge di bilancio si torna a parlare di finanziamenti alla sanità. Al di là della retorica di governo e regioni, prima di parlare di fabbisogno, si dovrebbe chiarire quale sistema sanitario si vuole per il futuro. Nuovi Lea: l’accentramento non risolve i divari territoriali.

Italiani bocciati sugli antibiotici

Un’indagine di Eurobarometro mostra che gli italiani sanno poco dell’efficacia e degli effetti degli antibiotici. E perciò li usano in modo inappropriato. La scarsa alfabetizzazione sanitaria dipende anche dal fatto che sui farmaci ci fidiamo solo dei medici. Che dunque hanno un ruolo cruciale.

Quanto costa una siringa? Soluzioni per un antico enigma

Una delibera dell’Autorità nazionale anticorruzione fissa il prezzo di riferimento di alcuni materiali di largo consumo negli ospedali. Un passo avanti rispetto al passato. Ma per ostacolare la collusione fra aziende, queste informazioni dovrebbero essere riservate a compratori e controllori.

Tutto (o quasi) già scritto nel patto per la salute

Il manifesto del governo Renzi sulla sanità pubblica è contenuto nel patto per la salute per il 2014-2016. E l’agenda è certamente ricca di contenuti. Manca però una visione complessiva del servizio sanitario nazionale che guardi al futuro. Le scelte sulle risorse e i rapporti con le regioni.

Il buco nei conti delle regioni: solo un pasticcio contabile?

Come mai si parla improvvisamente di un buco di 20 miliardi nei bilanci delle regioni e di ben 5,8 nel bilancio del Piemonte? E che c’entra tutto questo con il dibattito sulla legge finanziaria? La ricostruzione della vicenda, il pasticcio contabile e due domande importanti. Che attendono risposta.

Sanità: il piano di rientro passa in corsia

Sulla spesa sanitaria la principale novità della legge di stabilità riguarda i piani di rientro a livello di singolo ospedale in caso di difficoltà sulla tenuta dei conti o nella fornitura di buoni servizi. Saranno le regioni stesse a comminare le sanzioni. Scatterà poi la clausola di supremazia?

Per chi suona la Tasi

Non c’è bisogno di eliminare del tutto l’imposta sulla prima casa per avvantaggiare una gran parte delle famiglie italiane, quelle meno ricche. E i soldi risparmiati potrebbero essere utilizzati, per esempio, per rifinanziare la decontribuzione sui contratti a tempo indeterminato dei nuovi assunti.

Pagina 6 di 9

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén