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Il prestito ipotecario ha bisogno di tempo per crescere

Nel suo articolo pubblicato su queste pagine, Raffaele Lungarella ha ben illustrato la rilevanza che il prestito vitalizio può assumere in Italia: nel paese con la maggiore percentuale di anziani in Europa, un welfare in contrazione e redditi decrescenti, è indiscutibile l’esigenza di poter rendere liquida e fruibile una parte dei 3 mila miliardi immobilizzati nel patrimonio immobiliare degli over 60. È interessante aggiungere alcune considerazioni che nascono dalla mia esperienza sul tema, nel tentativo di spiegare le potenzialità, e talvolta i limiti, di questo innovativo prodotto finanziario.

Nuova legge e supporto istituzionale

Esiste una forte discontinuità tra il mercato sviluppato in base alla vecchia legge (248/2005) e quello che si apre in base alla nuova normativa (44/2015 e relativo regolamento attuativo): il mercato di allora manifestava una crisi di liquidità mentre l’attuale contesto sembra diametralmente opposto; tassi e spread erano ai massimi storici mentre oggi sono ai minimi; mancava all’epoca un supporto istituzionale che ora è ampiamente presente; infine, non c’erano banche interessate al mercato mentre ad oggi si registrano diversi potenziali operatori.
Dal punto di vista istituzionale, la vecchia legge era stata introdotta senza particolare risalto e nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, mentre quella attuale nasce da una specifica iniziativa parlamentare che ha raccolto un consenso molto ampio sia alla Camera sia al Senato, che è stata promossa da Abi e da molte associazioni dei consumatori ed è stata completata da un regolamento redatto prima dal ministero dello Sviluppo economico e poi approvato dalla Consulta e dalla Corte dei conti.
Non possiamo giudicare il mercato dei prestiti vitalizi che si svilupperà in base alla nuova normativa guardando a esperienze e prodotti “vecchi”. Al contrario, bisogna lavorare per consentire alle banche di attivarsi operativamente e di offrire questa soluzione ai propri clienti. Nei prossimi mesi arriveranno sul mercato gli istituti che da tempo hanno avviato progetti per la realizzazione di questo prodotto e che aspettavano la versione finale del regolamento per completare il lavoro. Trattandosi di un finanziamento “al contrario” rispetto a quelli tradizionali, la sua implementazione richiede tempo e risorse specialistiche che, data la novità del prodotto, non sono ancora diffuse. Parlando di un regolamento attuativo che è in vigore dal 2 marzo, è necessario aspettare l’uscita delle prime offerte del “nuovo” mercato.
Una volta che il mercato sarà avviato con un numero di operatori sufficientemente rilevante, saranno gli over 60 a godere dei principali benefici, primo fra tutti quello della concorrenza: soluzioni molteplici a condizioni più vantaggiose.

Tassi e percentuali di finanziamento

Su questo tema il regolamento non poteva esprimere alcun vincolo, in quanto la norma primaria aveva indicato e limitato gli ambiti che dovevano essere normati dal Mise focalizzandoli sulle modalità di offerta, sulle norme di trasparenza e su casi e formalità che possono portare alla richiesta di rimborso integrale del finanziamento. In ogni caso, i loan to value (ltv) e i tassi rappresentano le principali leve competitive e non sarebbe opportuno che il regolamento le normasse: vincoli troppo morbidi sarebbero inutili, mentre vincoli troppo rigidi rischierebbero di allontanare gli operatori.
Ricordiamo che si tratta di un prodotto finanziario che di fatto sta nascendo ora in Italia: finché il mercato non sarà sufficientemente ampio e le efficienze operative non saranno consistenti anche i prestiti vitalizi sconteranno costi più alti. Non si può pretendere che questo settore possa avere le stesse condizioni competitive del mercato dei mutui, che da tempo eroga decine di miliardi ogni anno.
Un altro aspetto riguarda invece specificatamente il tema dei loan to value. Taluni hanno la tendenza a ritenere che ltv bassi siano un ingiusto danno per gli anziani. Questa valutazione è indotta, talvolta, dall’analogia con la vendita della nuda proprietà, dove, se la vendita avviene a un valore molto basso, l’anziano viene irrimediabilmente danneggiato. Al contrario, un importo basso con i prestiti vitalizi significa indebitare poco gli anziani e limitare il debito, lasciando così un maggior valore immobiliare “libero” per gli eredi. Loan to value limitati rappresentano anche un modo efficiente per limitare il rischio per le banche, con indubbi e conseguenti benefici sui tassi applicati agli anziani.

Il tempo per crescere

Quando tutti gli istituti che proprio in queste settimane stanno lavorando al prodotto saranno operativi sul mercato e quando si sarà stratificato un consistente portafoglio erogato, ossia quando il prestito ipotecario sarà un prodotto “ordinario”, solo allora sarà possibile confrontarne le condizioni con quelle di altri prodotti. E anche quando il prestito vitalizio sarà una soluzione “di mercato”, molto rimarrà ancora da fare sulla pianificazione del decumulo patrimoniale per gli anziani che ne hanno bisogno. Un tema nuovo, forse poco glamour, ma che diventerà di fondamentale importanza negli anni a venire.

Claudio Pacella, Amministratore delegato di 65Plus, società specializzata in servizi finanziari per la terza età e nel prestito vitalizio

La risposta dell’autore

La fiducia di Claudio Pacella sulla rivitalizzazione del prestito vitalizio ipotecario, dopo un decennio di sostanziale immobilismo, sembra riposta sull’ampliamento delle garanzie per gli istituti finanziatori introdotto con la nuova normativa. Anch’egli, però, sembra dubitare che questo sia sufficiente, se il prestito non diventerà più conveniente per chi lo richiede (con un abbassamento dei tassi di interesse e un aumento della percentuale del finanziamento sul valore della casa). Pacella ci invita ad avere pazienza, per dare tempo al mercato di confezionare un ventaglio di prodotti in concorrenza tra di loro. Tra qualche mese potremo valutare l’effettivo interesse delle banche. Se, malgrado i tassi di interesse ora bassi e l’ondata di liquidità, continueranno a offrire prodotti con una percentuale finanziabile bassa, il prestito vitalizio rischia di continuare ad essere poco competitivo rispetto ad altri strumenti che permettono ugualmente di utilizzare la propria abitazione per ottenere liquidità.

Raffaele Lungarella

Il Punto

Un’elevata disoccupazione giovanile (vicina al 40 per cento in Italia e al 25 nella Ue) è uno scempio sociale perché distrugge capitale umano. Per ridurla vanno migliorate le abilità cognitive dei ragazzi in età pre-scolare. Il programma Sia (Sostegno per l’inclusione attiva) l’aveva previsto anche da noi. Ma manca un preciso protocollo di attuazione.
Con l’emergenza Siria viene a galla l’inadeguatezza delle norme europee sul diritto d’asilo. Ue e Turchia cercano una soluzione. Ma le bozze dell’accordo del 7 marzo implicano un confuso meccanismo di mutua riammissione e reinsediamento di profughi e immigrati irregolari. Meglio ricollocare un numero fisso di profughi prelevati in sicurezza nei paesi limitrofi.
Le società municipalizzate devono offrire buoni servizi (di elettricità, gas, acqua, raccolta rifiuti) ai cittadini e anche creare occupazione e dividendi per i soci. Tra i due obiettivi in contrasto, meglio che prevalga il primo. Abbandonato il controllo delle aziende, i comuni potranno concentrarsi su obiettivi misurabili di miglioramento qualitativo.
Nella campagna referendaria britannica, un argomento forte dei fautori della Brexit è il rifiuto della burocrazia europea. Salvo che le direttive Ue sono meno pervasive di quel che si pensi, mentre i burocrati inglesi non sono da meno con lacci e laccioli. Risultato: una campagna referendaria piena di equivoci. Uno dei quali è comune al dibattito pubblico in Italia e riguarda la spesa di welfare per gli stranieri. È vero che della spesa sociale usufruiscono, in proporzione, più loro dei cittadini italiani, se non altro perché il loro reddito medio dichiarato è molto più basso (18 mila contro 31 mila euro). Rimedio al problema: l’aumento dell’occupazione degli immigrati regolari.
In costante rallentamento, la Cina rischia la recessione. Le famiglie cinesi risparmiano troppo e consumano troppo poco, il che è ben noto alla leadership di Pechino. Ma le riforme del Piano quinquennale appena approvato sono poco incisive nel riorientare l’economia.
La “carbon tax” è una delle ricette per ridurre le emissioni di CO2. Bisogna però applicarla non alla fine della filiera ma – come una sorta di Iva – a ogni passaggio dei beni che contribuiscono all’emissione finale inquinante. Anche sui beni importati (per esempio le auto). Più complicato, ma forse più equo.

Il Punto

Delle importanti misure annunciate da Draghi per combattere la deflazione – riduzione dei tassi, più volumi mensili ed estensione degli acquisti di titoli, nuove operazioni ad hoc di finanziamento alle banche (Tltro) – la terza è la più innovativa e utile. Una banca che ha prestato di più a imprese e famiglie potrà a sua volta ricevere più prestiti Bce (a tassi inferiori e fino al 30 per cento della sua esposizione). Meglio comunque che l’istituto guidato da Draghi continui ad agire in autonomia. Anche se c’è chi sostiene il contrario e vorrebbe una banca centrale agli ordini della politica che distribuisca direttamente denaro ai cittadini.
Con l’acquisto di uno dei leader del caffè in Francia, Carte Noire, la Lavazza si candida al ruolo di aggregatore in un mercato presto dominato da pochi player multinazionali. Impresa difficile ma possibile perché, come in casi analoghi, l’azienda è di una famiglia che ne ha affidato la gestione a manager esterni. Il prossimo passo dovrebbe muoverlo verso la borsa, con una diluizione del controllo. I Lavazza sapranno farlo?
A scuola gli 800 mila figli degli immigrati (quadruplicati rispetto al 2001) sono indietro rispetto agli italiani nei test Invalsi, in matematica e in italiano. Pesano la mancata conoscenza della lingua e le avverse condizioni familiari. Servono politiche di sostegno e interventi specifici soprattutto in età pre-scolare.
Dopo un complesso iter costituzionale, la Camera approverà presto definitivamente la riforma del Senato. Torniamo a ripercorrere le nuove norme che – tra luci e ombre – mettono fine al bicameralismo perfetto. E sulle quali il premier Renzi si sottoporrà a giudizio in un referendum dopo l’estate.
Il ministro Delrio ha annunciato una straordinaria quantità di risorse pubbliche per infrastrutture ferroviarie: 9 miliardi più – possibilmente – altri 8. Con dovizia di particolari sulle loro destinazioni. Meglio sarebbe definire gli obiettivi di spesa in termini di occupazione, ambiente e ritorni finanziari attesi.

Il nostro amico e collega Vincenzo Galasso entra nell’Unità economica della Presidenza del consiglio. Com’è consuetudine de lavoce.info, rimane membro della redazione in aspettativa, vale a dire non attivo per la durata dell’incarico. A Vincenzo i nostri migliori auguri di buon lavoro!

Il Punto

In tempi di crisi la politica tende a spargere populismo a piene mani per ottenere consenso. In economia significa promettere soluzioni win-win, sempre vincenti. Esempio: tagli di tasse ma non di spesa pubblica. Alla fine, però, il salato conto da pagare è l’aumento del debito pubblico.
Mostra un vero scalino all’insù la curva dell’occupazione disegnata sui dati Istat di gennaio. Conferma trend molto netti: marcata crescita tendenziale dalla fine del 2015 dei contratti a tempo indeterminato, al palo quelli a termine, in declino il lavoro indipendente. Il rischio è che senza la molla degli incentivi la corsa si fermi.
Come vincere la forte instabilità che stanno vivendo le banche europee e il mercato finanziario? Tocca ai governi fornire garanzie sulle banche e restituire loro affidabilità. Ma non si tratta di affossare le regole europee perché i trattati consentono gli aiuti di stato in caso di emergenza.
Anche se la sua efficacia è poco percepita, il bilancio della lotta alla corruzione nei due anni di governo Renzi presenta una serie di iniziative significative: dall’affidamento di un’Anac rafforzata a Raffaele Cantone all’inasprimento delle pene. Ci sono però occasioni mancate e misure rinviate che rischiano l’insabbiamento. O anche provvedimenti pasticciati, come il ripristino del reato di falso in bilancio (praticamente depenalizzato nell’era Berlusconi). La nuova norma è così ambigua – nel non condannare le “valutazioni” ma solo i “fatti materiali” non veritieri – che dalle corti di giustizia arrivano sentenze contraddittorie. D’altra parte la confusione nei testi normativi è diventato un vizio difficile da estirpare. Si legifera sempre più per decreti, scritti male e infarciti di disposizioni incongrue con la materia. Nella riforma costituzionale ci sono tentativi di porre paletti al loro abuso. Speriamo abbia successo.

Nel momento della scomparsa di Marcello de Cecco, brillante economista e opinionista, la redazione de lavoce.info ne ricorda l’alto impegno scientifico, didattico e civile. 

Il Punto

Anche il Regno Unito fa il suo muro anti immigrati innalzando da 21 a 35 mila sterline la soglia di reddito minimo da percepire entro cinque anni dall’ingresso nel paese, pena la perdita del permesso di soggiorno. Una misura per ridurre gli afflussi e selezionare gli arrivi. Scoraggiando possibili neo-imprenditori e operatori del terzo settore.
Parlando di reversibilità della pensione, bisogna separare la prestazione previdenziale (dovuta per i contributi pagati) da quella assistenziale (dovuta per equità). Oggi nella determinazione dell’assegno al coniuge superstite prevale la logica assistenziale. Si potrebbe alternativamente determinare l’importo annuo della pensione tenendo in conto anche la speranza di vita dei familiari potenziali beneficiari.
Abituati a ragionare su dati di Pil freschi di calcolo dimentichiamo che le stime preliminari sono soggette a revisione: al ribasso in recessione, al rialzo in fasi di crescita. Il rischio è che gli errori facciano scattare erroneamente le tagliole europee. Non per l’Italia: alla nostra crescita mancano i punti percentuali, non i decimali degli errori di stima.
Basta con le informazioni sugli strumenti finanziari più corpose della Bibbia e che nessuno legge! La trasparenza passa anche per la semplificazione. Alla fine se ne sono accorte Commissione europea e autorità nazionali. Presto arriveranno prospetti sintetici per favorire risparmiatori e Pmi in cerca di capitali.
Dai risultati dei test Pisa viene fuori che nei paesi Ocse quasi un quindicenne su quattro è molto scadente in matematica. Come ad esempio in Italia. In cima alla classifica dei bravi l’Estremo Oriente, dove solo uno studente su dieci è indietro. La ricetta è un mix di buona scuola, grande impegno e forti motivazioni. Oltre un quinto degli studenti universitari italiani sceglie un ateneo fuori dalla propria provincia. Prevalentemente si sposta da Sud a Nord, e non ritorna più a casa. Al Sud pesano molto circostanze extra-universitarie: la difficoltà di trovare lavoro, la minore probabilità di ottenere borse di studio e l’epica lentezza dei trasporti locali.

Il Punto

Il presidente della Commissione europea Juncker incontra il premier Renzi dopo mesi di polemiche e un inizio di ricucitura dei rapporti all’insegna di cinque proposte del governo italiano. Nelle quali si vuole più Europa, proprio mentre decolla il referendum sulla Brexit che – comunque vada – metterà in soffitta la Ue di oggi. Prevale l’opinione che l’eventuale uscita inglese dalla Ue sarebbe una iattura. Ma c’è anche chi pensa che un Regno Unito fuori dalla Ue non potrà più minarne la coesione. Indebolito, dovrà bussare per negoziare un accordo commerciale. E l’Unione ne uscirebbe più forte.
Nelle primarie americane, Hillary Clinton è in difficoltà con l’elettorato femminile tanto che la parità di genere – il suo cavallo di battaglia – è uscita dall’agenda politica. In attesa del Super Tuesday del primo marzo, una “Lettera dagli Usa” ci racconta come Obama le dia una mano imponendo alle imprese di fornire i dati (segreti) sugli stipendi di uomini e donne alla Commissione per le pari opportunità.
Il tanto richiesto taglio della produzione del petrolio per riequilibrare i prezzi potrebbe arrivare non dai paesi Opec o dall’Arabia Saudita ma dalle sabbie bituminose del Nord America. Dove i piccoli produttori di shale oil si sono indebitati enormemente con le banche che già fanno scattare l’allarme contagio.
Con la fine del patto di stabilità interno, i comuni possono sbloccare i pagamenti delle spese in conto capitale e utilizzare risorse finora rimaste dormienti. La maggiore capacità di spesa (stimata oltre 4 miliardi) potrebbe però non essere veramente destinata agli investimenti e perdersi in altri rivoli. Sarebbe un peccato.
In Europa oltre il 20 per cento, in Italia quasi doppia, la disoccupazione giovanile può essere contrastata – suggerisce un raffronto con altri paesi – con un mix tra programmi di accompagnamento al lavoro e incentivi occupazionali. La formazione professionale per tutti è un bluff: funziona solo su obiettivi specifici.
Abbiamo raccolto in un Dossier le analisi dettagliate che abbiamo pubblicato nelle ultime due settimane sui primi due anni di governo Renzi: che cosa ha fatto, le occasioni mancate, quel che c’è da fare.

Due anni di governo Renzi

Il governo guidato da Matteo Renzi ha passato la boa dei due anni. Si era insediato il 22 febbraio 2014 caratterizzandosi da subito per la quantità di iniziative annunciate. Quanto è rimasto annuncio e quanto è diventato un cantiere di riforme con risultati concreti? Questo Dossier risponde alla domanda passando in rassegna, tema per tema, quello che è stato fatto, ciò che si deve ancora fare, alcune occasioni sprecate. Obiettivo numero uno di buona parte degli interventi – dalla riforma del mercato del lavoro alla riforma tributaria – era e rimane la crescita economica del paese. Che c’è ma stentata, modesta, non ai livelli degli altri principali partner europei. Rottamare non basta se il cambiamento non produce risultati tangibili per gli italiani.

Il Punto

C’è un modo per evitare che i risparmiatori paghino il prezzo delle insolvenze bancarie. Basta che le banche emettano obbligazioni a più alto rischio riservate a investitori istituzionali per l’8 per cento delle loro passività. Il bail-in si mangia questa parte e poi scatta il bail-out, pagato dai contribuenti ma senza coinvolgere i piccoli obbligazionisti.
Tornando sui primi 24 mesi del governo Renzi, l’annunciata riforma (legge delega e provvedimenti attuativi) delle regole tributarie ha realizzato solo manutenzione e aggiornamento della normativa. Utile ma limitato. Buoni, invece, i risultati della Voluntary disclosure per l’emersione dei capitali nascosti all’estero. Sulla casa c’era da contenere l’emergenza abitativa e contribuire alla ripresa delle costruzioni. Tante misure – dal Piano casa allo Sblocca Italia – spesso contraddittorie fra loro. Con l’arrivo delle città metropolitane e la quasi-abolizione delle province, la legge Delrio ha inciso su un pezzo della mappa del potere locale. È però prematuro trarne un bilancio, soprattutto perché i nuovi enti sono a secco di denaro.
Dalle cause dell’andamento schizofrenico del prezzo del petrolio agli effetti sulle borse e in particolare sui titoli bancari, cerchiamo di capire con una serie di domande e risposte quello che è accaduto e che potrebbe accadere. La crisi non è finita.
Ci sono molti modi in cui l’organizzazione del lavoro aziendale penalizza le donne rispetto agli uomini. Uno dei più frequenti è quando i manager maschi fissano riunioni alle sette di sera: tanto a casa c’è qualcuno che garantisce il welfare familiare. Sarà un caso ma – dice una ricerca – quando il vertice è femminile le pratiche discriminatorie si attenuano.

​Le regole di scrittura di Umberto Eco​

Un buon modo per ricordare Umberto Eco, con il rimpianto di aver perso un grande intellettuale rigoroso e ironico allo stesso tempo, è leggersi queste sue 40 regole di scrittura, divertenti ma anche assolutamente serie. E soprattutto cercare di applicarle. Noi ci proviamo!

Il Punto

Continuiamo ad analizzare i primi due anni del governo Renzi. In realtà l’anno degli interventi importanti sul mercato del lavoro è stato il 2015, sul quale ci sono freschi freschi i dati Inps. Le 600 mila assunzioni nel privato, prevalentemente a tempo indeterminato sono in buona parte effetto del Jobs act e della decontribuzione per i nuovi assunti (con i risultati visibili nel grafico pubblicato qui). Rovescio della medaglia: la crescita economica (0,7 per cento) rimane tra le più basse d’Europa e quest’anno la decontribuzione non c’è quasi più. Sulla concorrenza il governo aveva presentato subito un disegno di legge (in attuazione di una legge del 2009 rimasta lettera morta sotto Berlusconi, Monti e Letta). Poi però il ddl, il cui iter parlamentare è ancora in corso, ha perso i pezzi sotto i colpi delle lobby. Mentre lo sviluppo della banda larga sembra decollare dopo diversi cambi di programma. Risultati a metà anche sulla promessa diminuzione di tasse. Il bonus di 80 euro, la decontribuzione temporanea sulle assunzioni a tempo indeterminato, l’abolizione della Tasi sulla prima casa sono tagli veri ma poco coerenti tra loro e fatti in deficit sotto la coperta delle clausole di salvaguardia. Sui beni culturali i fiori all’occhiello del biennio sono il progetto Pompei e 20 nuovi direttori di musei dotati di ampia autonomia. L’inversione di tendenza si scontra però con l’esiguità degli interventi (rispetto al patrimonio archeologico e artistico da gestire) e – in modo meno visibile – con una poco meritocratica assegnazione dei fondi per lo spettacolo. Mentre il Parlamento discute una revisione della legge sullo scioglimento dei comuni per mafia, vale la pena ricordare gli effetti dei commissariamenti compiuti: riduzione di spese, selezione più dignitosa della classe politica, punizione elettorale dei partiti coinvolti, influenza positiva sui territori limitrofi.

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