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Autore: Desk Pagina 102 di 195

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Effetto Jobs act sul mercato del lavoro?

grafico inps rifatto immagine

Fonte: INPS – elaborazione al 10 Dicembre 2015

Campo di osservazione: archivi Uniemens dei lavoratori dipendenti privati esclusi lavoratori domestici e operai agricoli. Sono compresi i lavoratori degli enti pubblici economici.

Nel grafico sono evidenziati i cambiamenti tendenziali annualizzati nel numero di posti di lavoro negli ultimi due anni, per tipo di contratto. Prendiamo la linea blu quella dei contratti a tempo indeterminato. Come si evince, a partire da gennaio 2015 i posti di lavoro a tempo indeterminato sono iniziati ad aumentare rispetto allo stesso periodo del 2014. A ottobre 2015, vi sono circa 400mila posti a tempo indeterminato in più rispetto a a ottobre 2014.
Cosa possiamo imparare, rispetto al Jobs act, da questo grafico? E’ difficile trarre conclusioni. Dal mese di gennaio di quest’anno è operativa la decontribuzione per nuovi assunti a tempo indeterminato mentre da fine marzo è operativo il nuovo contratto. Certamente hanno avuto un ruolo importante entrambe le politiche, anche se dal grafico si evicne un boom già a partire dei primi mesi del 2015, quando solo la decontribuzione era operativa.
A partire da gennaio, la decontribuzione sarà notevolmente ridotta, mentre il nuovo contratto a tutele crescenti sarà ancora operativo. Nei prossimi mesi continueremo a monitorare questi dati per avere maggiori certezze.

Le tre fasi del salvataggio

Contabilità

La regola flessibile del debito pubblico *

La recente riforma costituzionale ha sancito l’equilibrio del bilancio strutturale e la sostenibilità del debito pubblico, vincolando la politica economica del governo ai patti di stabilità europei. Tra le nuove regole europee è stato introdotto un indicatore più restrittivo per il rapporto debito/pil; tale indicatore evidenzia la principale criticità dei conti pubblici italiani.

Il Punto

Nella grande distribuzione, nel turismo, nei trasporti, nella ristorazione stavolta la Francia ha subito sentito l’onda d’urto economica delle stragi del 13 novembre. Il terrorismo influenza i consumi e gli stili di vita dei cittadini. Ma in altri drammatici episodi della storia recente l’effetto è stato solo temporaneo.
Solo in Italia l’università è organizzata in 367 settori scientifico-disciplinari (Ssd) raggruppati in 188 settori concorsuali (Sc) cui afferiscono tutti i ricercatori e i professori. Così si preservano le specificità professionali. E soprattutto si tengono in piedi tanti piccoli orticelli di potere. Sarebbe ora di semplificare.
Entra nella fase operativa lo sviluppo della banda ultra-larga. Con una pluralità di operatori (compresa Enel) e 2,2 miliardi di sostegno pubblico che – per rispettare le regole Ue sugli aiuti statali – dovrebbero andare solo dove l’investimento privato non è conveniente. Facile a dirsi, meno facile a farsi.
Giusto il tempo di approvare la normativa relativa e arriva subito l’ora del bail-in per quattro piccole banche del Centro Italia. Sotto l’egida di Bankitalia, comincia un percorso di risoluzione di situazioni di crisi che saranno – ci assicurano – tutte a carico del sistema creditizio e non dei contribuenti. Speriamo sia davvero così.
La legge di Stabilità stabilisce che l’Italia partecipi al finanziamento degli investimenti previsti dal piano Juncker tramite la Cassa depositi e prestiti. Sono 8 miliardi di spese non conteggiati nel deficit pubblico che però potrebbero non ritornare al nostro paese.
L’innalzamento, nella legge di Stabilità, del limite all’uso del contante è giustificato nella relazione illustrativa in base al valore delle banconote in circolazione e al numero di cittadini che non hanno accesso a conti correnti o carte di credito. Ne escono cifre molto discutibili.
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Je suis Paris

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La lenta risalita del Pil

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Una mancata liberalizzazione per la previdenza complementare

Il disegno di legge originario del Governo avrebbe completamente liberalizzato il settore della previdenza complementare grazie alla cosiddetta “portabilità selvaggia del TFR” ma la Camera invece l’ha stravolto in senso fortemente anti-concorrenziale. Un paradosso per la Legge sulla Concorrenza.

Una precisazione sui contributi alla Verdi

Ho letto con interesse l’articolo pubblicato lo scorso 17 “L’Orchestra Verdi e i masnadieri ministeriali” di Andrea Boitani. In qualità di presidente pro tempore dell’Associazione delle Ico e direttore generale dell’Orchestra della Toscana mi corre l’obbligo di fare alcune necessarie precisazioni per completare l’informazione.

Il Punto

Esce finalmente la legge di stabilità, con tanti dettagli che commenteremo uno a uno nelle prossime settimane. Fuori dalla “finanziaria” rimane la Buona scuola dove si prevede un bonus per i docenti meritevoli, oggi mortificati dal non vedere riconosciuta la loro professionalità. Il criterio scelto – quello di offrire incentivi monetari individuali – è però una pezza peggiore del buco perché inevitabilmente influenzato da elementi soggettivi dei valutatori.
È arrivata in Italia Netflix, società di video on demand venduti via internet a 63 milioni di abbonati che negli Usa sta sbaragliando le pay tv tradizionali. Qui darà probabilmente una spinta allo sviluppo della banda ultra-larga. E una scossa salutare alla concorrenza. Perché il broadcasting non è più quello di una volta.
Addebitare il canone Rai insieme al costo dell’elettricità sniderà un bel po’ di evasori. Al costo di complicare ancora la lettura della bolletta, già oggi gravata da aiuti alle fonti rinnovabili e altri oneri di sistema. Un cattivo servizio alla trasparenza delle tariffe.
Ogni metodo forzoso di riduzione dell’uso del contante per combattere l’evasione fiscale prefigura uno stato “grande fratello” che invade le vite dei cittadini. Almeno lo si può disegnare come un meccanismo premiale, di detassazione. Continuiamo il confronto su un tema sensibile per la giustizia fiscale e per le libertà individuali.
Se un comune dà l’allacciamento all’acquedotto agli inquilini che occupano abusivamente una casa popolare o accetta che vi stabiliscano la loro residenza anagrafica, ne va di mezzo il sindaco che può dover rispondere di abuso d’ufficio. Forse vanno riscritte le norme del 2014 sull’emergenza abitativa.

Il Punto

Dai lavori in corso per definire la legge di stabilità emergono già chiare le linee generali: rimandato al futuro il pieno riequilibrio dei conti, con meno tasse e meno tagli di spesa, dunque più deficit. Tutte le caratteristiche di una manovra pre-elettorale.
“Il cambiamento siamo noi” recita senza autoironia la pubblicità di Poste Italiane che va in borsa. Sembra invece la solita minestra di una privatizzazione accompagnata da provvedimenti che perpetuano le nicchie di monopolio. Alla faccia della concorrenza e dei cittadini che – alla fine – pagano.
Per l’economia il Nobel 2015 va ad Angus Deaton. Un economista e statistico completo che ha spiegato una cosa ovvia per tutti ma non per la macroeconomia e cioè che non esiste “un” consumatore rappresentativo di tutti gli altri. Nei suoi lavori ha anche mostrato perché i consumi – specie quelli delle famiglie meno abbienti – non ripartono se le persone hanno paura del futuro. E ha enfatizzato come tra mancanza della salute e mancanza di reddito ci possa essere una relazione di concausa, soprattutto nei paesi più poveri.
Si discute alla Camera una riforma delle norme sulla cittadinanza che ne faciliti l’acquisizione per chi nasce in Italia da genitori stranieri o per chi arriva ancora minorenne. Una buona proposta con qualche ombra. Soprattutto sulla nozione di “residenza legale” e sulle barriere frapposte ai disabili.
Una riduzione delle cause civili del 20 per cento era la previsione del Guardasigilli Orlando in virtù della spinta alla mediazione extragiudiziale e allo scoraggiamento delle tattiche dilatorie nel processo. In effetti i risultati – anche se più lenti del previsto – stanno arrivando. Vale quindi la pena di rafforzare le nuove regole.

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