Autore: Desk Pagina 103 di 195
Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".
Economie emergenti in rallentamento (con Brasile e Russia in recessione), Stati Uniti in crescita stabile sopra il 2,5 per cento e l’Europa in ripresa dell’1,5 solo grazie alla Bce. Per rafforzare la crescita ed evitare la stagnazione chi può permetterselo (Usa e Germania) dovrebbe investire in infrastrutture.
Ciò che pudicamente si definisce flessibilità in uscita è, più brutalmente, l’espulsione dalle aziende degli ultra-cinquantenni considerati vecchi o troppo cari. Fa comodo all’impresa e può interessare il lavoratore. Solleva però un problema complicato: di quanto dev’essere il taglio della sua pensione anticipata?
La frode commessa da Volkswagen manipolando i sistemi di disinquinamento sul suo motore diesel rivela un fallimento non solo della governance aziendale ma anche del sistema delle regole europee. Influenzato pesantemente dalle lobby delle grandi imprese. Però a questo punto ci si deve anche chiedere in parallelo se la regolazione delle emissioni non sia diventata eccessivamente restrittiva. Il dubbio è legittimo.
Stiamo per recepire nel sistema italiano le nuove regole sulle crisi bancarie. Principale novità, il bail-in che fa pagare le perdite della banca ai suoi azionisti e creditori senior, mentre i correntisti fino a 100 mila euro saranno risparmiati. In futuro dunque meno faville in borsa per i titoli bancari. Ma almeno si chiude l’epoca dei salvataggi di istituti di credito con soldi pubblici.
Portandola in quotazione a New York, Fiat Chrysler cede la Ferrari ai propri azionisti. Senza però trattarli tutti allo stesso modo. Ce n’è uno – Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli – la cui quota, grazie al voto plurimo all’olandese, avrà il controllo di fatto del cavallino rampante. Nel capitalismo italiano, come sempre, le quote azionarie non si contano, si pesano.
All’ultimo momento, per fare cassa, è stata prorogata al 30 novembre la scadenza dell’adesione alla voluntary disclosure per l’emersione dei capitali all’estero. L’Agenzia delle entrate si è anche presa un anno in più per chiudere in modo tombale i dossier su attività e redditi oggetto della collaborazione volontaria. Lasciando fuori dalla sanatoria ciò che non è stato dichiarato.
Ancora una volta, dopo la strage in Oregon, Obama deve accettare la propria impotenza: una maggioranza di stati che costituiscono una minoranza della popolazione impedisce il controllo sul commercio delle armi. Una Lettera dagli Usa racconta perché è molto più facile vietare per legge il telemarketing.
Con i gravi incidenti di fine luglio, all’aeroporto di Fiumicino sono emerse carenze e trascuratezze dello scalo. Dove la società di gestione sfrutta in modo intensivo questa infrastruttura sottodimensionata, puntando al massimo profitto di breve periodo. Anche grazie a una regolazione distratta o accomodante.
A un anno e mezzo dalla soppressione delle province, solo tre o quattro regioni stanno dandosi da fare per assorbire le loro competenze. Ora una legge obbliga tutte a riorganizzare le funzioni degli enti aboliti.
Come sopravvivere alla guerra del vino in competizione con i nuovi paesi produttori, mentre crolla il consumo nell’Europa mediterranea? Gli elementi su cui impostare una buona strategia sono qualità, marketing, prezzi, cultura enologica, carichi fiscali, semplificazione della mappa dei vitigni.
A causa dei suoi impegni accademici, Nicola Persico ha deciso di lasciare l’impegno diretto nella redazione de lavoce.info. Ci ha promesso comunque la prosecuzione della sua collaborazione, dandocene subito prova. A Nicola il ringraziamento per quanto ha fatto per questo sito e l’augurio di buon lavoro da tutta la redazione. In parallelo, diamo il benvenuto in redazione ad Alessandro Lanza che i lettori già conoscono attraverso i suoi numerosi interventi e che si occuperà di mercati energetici e ambiente.
La condanna in primo grado di Cimoli e altri tre amministratori colpisce i manager ritenuti responsabili del dissesto di Alitalia. Non i mandanti della sua scellerata gestione. Da individuare tra chi – nella politica e nel sindacato – ha utilizzato la società per interessi ben lontani da quelli aziendali.
A volte ritornano! È il caso del progetto faraonico del ponte sullo Stretto di Messina. Finito in soffitta, viene ora riproposto (in versione solo ferroviaria) dall’Ncd di Angelino Alfano “per far ripartire il Mezzogiorno”. Meno male che il ministro Delrio ha congelato il progetto: “Ci sono altre priorità”. Davvero.
Aumentare la produttività: è il mantra recitato da tutti. Serve a far crescere l’economia, si ripete. Ma, alla fine di una lunga recessione, vale esattamente il contrario: è la crescita della produzione alimentata dal rinnovato impulso di consumi e investimenti a favorire – almeno per un po’ – l’aumento della produttività.
Impietoso, l’algoritmo di Google suggerisce la parola “scandalo” quando si digita Volkswagen. È solo uno dei pesanti effetti collaterali che ricadono sulla casa automobilistica dopo i suoi imbrogli. La casa del maggiolone ha di fronte una strada tutta in salita per recuperare la fiducia di consumatori e investitori.
L’Europa è in ritardo nell’attuazione dell’accordo per la ripartizione dei rifugiati. Nel frattempo ha dichiarato guerra agli scafisti e concesso consistenti aiuti ai paesi vicini alla Siria che accolgono masse di profughi. È una Ue globale nella coltivazione dei suoi interessi ma che torna molto locale quando si tratta di diritti umani. Fermo restando che con i vari aspetti della globalizzazione bisogna fare i conti. Anche in Italia. Dobbiamo provare a integrare i nuovi arrivati con regole condivise. Ma non possiamo aspettarci che diventino “come noi” con uno schiocco delle dita. Cultura e religione d’origine contano. Per esempio, nella scelta delle donne se lavorare o curare la casa.
Una risposta di Giulio Formoso e Anna Maria Marata, autori di “Epatite C: quando la speranza ha un costo alto”, al commento di Alberto Donzelli
Come ogni anno, qualche avvicendamento negli incarichi de lavoce.info. Quest’anno le new entry sono tutte donne. Nel comitato di redazione Michele Pellizzari passa il testimone a Maria De Paola che va ad affiancare Angelo Baglioni, Massimo Bordignon, Francesco Daveri e Michele Polo. Alessandra Casarico assume la funzione di tesoriera.
Quel che pensa la Fed è diventato un rebus. A inizio 2015 prometteva un rialzo dei tassi d’interesse entro fine anno, il che per ora non è successo. Ora la sua presidente Janet Yellen ribadisce l’impegno aggiungendo un “probabilmente”. Molti sospettano che stia cambiando idea. Non per la disoccupazione – che in Usa è già ai minimi – ma perché la preoccupa la crescita anemica dell’economia mondiale.
È a rischio la sopravvivenza della Volkswagen imbrogliona. Gli Stati Uniti la puniranno senza fare sconti. In Europa, accertate le frodi, la scelta sarà tra sanzionare un’impresa con manager senza scrupoli e preservare migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti. Dalla gestione di questo scandalo si capirà meglio come la Germania mette in pratica la morale del “chi sbaglia paga” quando il problema è nel cortile di casa. Per capire questa vicenda bisogna anche tener conto della forte diversità di regole in materia di emissioni tra Usa e Ue, più strette o più lasche a seconda del tipo di gas inquinante e del tipo di carburante. Conta poi la responsabilità del costruttore sull’inquinamento: anche dopo la vendita del veicolo in America, fino alla porta dell’autosalone in Europa. Le differenze verranno forse meno quando si concluderà il negoziato per la zona di libero scambio Ue-Usa (Ttip, Transatlantic trade and investment partnership). Tra le materie da armonizzare proprio i test di sicurezza, oltre a prevenzione sanitaria, investimenti e riconoscimento degli standard.
Il Fondo monetario ora usa il Pima – una combinazione di indicatori – per valutare la qualità degli investimenti pubblici. Uno strumento così servirebbe anche da noi dove i progetti infrastrutturali sono scelti secondo logiche politiche, con il correlato di lungaggini di realizzazione, corruzione e incremento dei costi in corso d’opera. Esempio di qualità trascurata, la gestione delle autostrade. Dove continuano le proroghe delle concessioni senza gara. Nel caso di quelle del Brennero e della Serenissima legittimo sospettare un mercanteggiamento con le regioni interessate per far passare il progetto della Valdastico Nord. Di incerta utilità e con effetti minimi sull’occupazione.
Una precisazione di Stefano Sacchi e Filippo Taddei all’articolo di Vitalba Azzollini sui congedi parentali
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “La politica economica ai tempi della crisi”. Si terrà la mattina di mercoledì 30 settembre – con inizio alle ore 9 – all’Università Cattolica di Milano. Si parlerà di riforme, agenda digitale, stagnazione secolare, disuguaglianze di genere e valutazione delle politiche. Vi aspettiamo!
Sono una imprenditrice, stanca di pagare inutili balzelli e di alimentare l’esistenza di una pubblica amministrazione, che non serve proprio a niente.
Credo che la vera riforma della pubblica amministrazione, che manca in questo Paese e che non si ha in realtà il coraggio di fare, è quella di riuscire finalmente a far a meno di tutti, proprio tutti, gli enti inutili.
Dopo il flop della proposta di assegnare quote di profughi da accogliere a ogni paese Ue, il presidente della Commissione Juncker ci riprova aggiungendo l’opzione di rifiutare a pagamento l’accoglienza. Un prezzo “di mercato” mascherato da sanzione con varie controindicazioni, morali e politiche. Una soluzione non tampone al problema va pur trovata, però.
Fin dall’inizio l’Unione monetaria europea si è basata sull’idea di convergenza tra le politiche e la struttura economica dei paesi membri. La crisi degli ultimi anni ha poi evidenziato le insufficienze di questo processo. Che può ora essere riavviato, completando l’Unione bancaria e finanziaria dell’euro zona.
Eliminare i faldoni stipati negli uffici dei giudici civili e nelle cancellerie è una delle riforme in corso nei palazzi di giustizia. Eppure capita che usare in un processo solo documentazione digitale complichi il lavoro del magistrato. Qualche volta la vecchia carta può integrare il computer in modo efficiente.
Ci risiamo – stavolta con Renzi – con la promessa di abolire le tasse sulla casa. Elettoralmente efficace ma sbagliata in un paese in cui troppi redditi e consumi sfuggono al fisco. Sarebbe bene, anziché sopprimerla, riformare la Tasi rendendola meno pesante per i redditi più bassi.
La nuova ondata di aggregazioni bancarie in arrivo è – come molti ritengono – una buona notizia per i loro azionisti e per il sistema finanziario? No, se si guarda a quanto è successo con le fusioni e acquisizioni europee prima del 2008: le grandi banche non hanno davvero brillato rispetto alle medio-piccole né in borsa né per redditività ed efficienza.
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “La politica economica ai tempi della crisi”. Si terrà la mattina di mercoledì 30 settembre – con inizio alle ore 9 – all’Università Cattolica di Milano. SAVE THE DATE, dunque, vi aspettiamo!
Una precisazione sul congedo parentale *
Di Desk
il 25/09/2015
in Commenti e repliche
Dobbiamo segnalare una importante inesattezza apparsa nell’articolo sui congedi parentali di Vitalba Azzolini. In quell’articolo l’autrice afferma, a margine della sua analisi, che il decreto legislativo. n. 80/2015 che prevede l’estensione e il potenziamento del congedo parentale “introduce misure a carattere sperimentale, la cui prosecuzione oltre il 2015 è condizionata all’individuazione di adeguate coperture finanziarie: è dubbio, tuttavia, che in pochi mesi possano essere testate sufficientemente.”
Questo è inesatto e un po’ sorprendente perché, sin dall’11 giugno 2015, data dell’approvazione in via preliminare da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legislativo di riforma degli ammortizzatori sociali, il Governo ha ripetutamente chiarito che le disposizioni a cui la Azzolini fa riferimento sarebbero state rese strutturali, cioè estese anche oltre il 2015.
L’impegno del governo ha avuto infatti puntuale riscontro con l’entrata in vigore, il 24 settembre 2015, del dlgs n. 148 del 14 settembre 2015, recante disposizioni di riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali (il cosidetto “decreto CIG”). Questo decreto infatti assicura il finanziamento strutturale. In conclusione, per la massima trasparenza su un tema di questa importanza, vogliamo chiarire che le misure di conciliazione lavoro famiglia discusse nell’articolo non sono sperimentali, bensì strutturali. Alla comunità scientifica, oltre che a tutti noi, rimane il compito di valutare in modo rigoroso l’impatto di misure che speriamo abbiamo effetti rilevanti per le opportunità di vita e il benessere di molte famiglie italiane.
* Stefano Sacchi – Consigliere Economico del Ministero del Lavoro
Filippo Taddei – Responsabile Economia e Lavoro, Partito Democratico
La risposta di Vitalba Azzollini
L’articolo “Non bastano i congedi per avere più mamme al lavoro” è stato pubblicato in data 23 settembre, dunque il giorno precedente l’entrata in vigore del decreto n. 148/2015. Peraltro, l’osservazione relativa alla strutturalità “condizionata” dello strumento in discorso è una mera nota a margine dell’esame condotto nell’articolo, vale a dire lo scarso impatto della misura sull’occupazione femminile sulla base delle risultanze di studi condotti al riguardo: quindi, non incide sulle conclusioni.
Quanto all’affermazione di Stefano Sacchi e Filippo Taddei, secondo i quali “rimane il compito di valutare in modo rigoroso l’impatto di misure che speriamo abbiamo effetti rilevanti per le opportunità di vita e il benessere di molte famiglie italiane”, si osserva che tale impatto avrebbe potuto essere valutato: ex ante, avvalendosi delle conclusioni di appositi studi – alcuni citati nell’articolo – in base a cui vi sono misure di conciliazione aventi un effetto più rilevante; ex post, a seguito di un adeguato periodo di sperimentazione, atto a dimostrare la concreta efficacia della misura in relazione ai fini per i quali era stata prevista. Dunque, oltre alle conclusioni degli studi sul tema, si è reputato non fossero necessari neanche i dati empirici rivenienti dalla sperimentazione inizialmente prevista nel decreto n. 80/2015, al fine di verificare l’impatto del congedo parentale sulla conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.
Nota della redazione. L’articolo è stato sottoposto a lavoce.info a fine luglio ed è stato pubblicato con un certo ritardo – risultando non perfettamente aggiornato – a causa dei molti articoli in giacenza. Ce ne scusiamo con gli interessati.