Lavoce.info

Autore: Desk Pagina 54 di 188

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Il Punto

Nel documento di bilancio 2020 c’è anche il “green new deal” che istituisce fondi pluriennali miliardari per la sostenibilità mentre oggi dà 500 milioni ai comuni per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, taglia sussidi dannosi per l’ambiente e tassa gli imballaggi di plastica. Usando per la prima volta come copertura i proventi delle “aste verdi”.
Sarebbe sempre meglio valutare gli effetti attesi delle politiche prima della loro attuazione. Facciamo qualche conto sui possibili effetti dell’assegno unico per figli a carico con cui il governo vuole sostituire la pioggia di sussidi e micro-aiuti poco efficaci per le famiglie. Malgrado il limite di spesa a 6 miliardi, la misura potrebbe ridurre la disuguaglianza in modo tangibile. Un esperimento effettuato a Torino su 1.500 famiglie povere con bambini piccoli aiuta a capire in quali forme gli aiuti risultino più efficaci e con benefici duraturi. Condizionare i sussidi alla frequenza di corsi di formazione è un forte incentivo al miglioramento. Con risultati diversi, però, tra italiani e immigrati.
È in crisi profonda il settore dell’auto investito in Italia e nel mondo da cambiamenti epocali. La mobilità condivisa riduce il traffico delle città, però frena le vendite. Ma il passaggio ai veicoli elettrici può diventare un’occasione di ripartenza.

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Il nuovo podcast lavoce in capitolo. Parliamo di “Rilanciare la crescita” con Francesco Daveri.

Il Punto

Con il suo Documento programmatico inviato alla Ue, il governo prova a definire una legge di bilancio che rassicuri i cittadini, Bruxelles, i mercati. Rassicurazioni utili ma non bastano per crescere. La coperta delle risorse è sempre troppo corta e manca il coraggio per ampliarla con tagli di spesa. Una quota delle coperture – qualcosa più di 3 miliardi – arriverà dalle misure contro l’evasione fiscale. Che sarebbero più efficaci se si aggiungesse una norma che superi gli ostacoli della legge sulla privacy nell’uso dell’anagrafe dei conti correnti e dei rapporti finanziari. E sempre che il fisco sappia effettivamente utilizzare questi big data. Nella manovra, anche un piano per “rammendare” le periferie, riqualificando edifici degradati per aumentare qualità e quantità dell’offerta abitativa e rifinanziando il fondo per l’affitto a favore delle famiglie in difficoltà. Ci vorrebbero anche – ma non ci sono – politiche sociali che coinvolgano i cittadini interessati. Mentre nella stessa manovra, sulla casa si trovano misure contraddittorie. Come l’aumento della cedolare secca dal 10 al 12,5 per cento per proprietari che affittino a canoni concordati. Il che riduce la convenienza a stipulare questi contratti.
Via libera all’assunzione a tempo indeterminato di oltre 48 mila insegnanti. Metà attraverso un concorso ordinario, metà riservata ai precari con almeno tre anni di servizio selezionati con una prova scritta e orale. Una toppa sulla carenza di docenti. Manca sempre un sistema di reclutamento professionale.
Quali sarebbero gli effetti di un blocco della fornitura di armi dall’Italia alla Turchia? A conti fatti inciderebbe poco così come un’eventuale ritorsione commerciale avrebbe conseguenze trascurabili. Pesano di più considerazioni politiche legate all’appartenenza alla Nato e alla nostra reputazione nel mondo.

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Il nuovo podcast lavoce in capitolo. Parliamo di “Ripensare il commercio internazionale” con Alessia Amighini.

Il Punto

Mentre massacra i curdi, il presidente turco Erdoğan presenta il conto dell’ambiguo patto fatto con la Ue: stia zitta o le arriveranno 3,6 milioni di rifugiati oggi “ospitati” nei campi turchi. Un accordo simile l’Italia aveva fatto con i libici in piena guerra civile. Sono non-rimedi fragili e fatti per nascondere i problemi, facendone pagare il costo solo ai profughi.
Tempo quasi scaduto per la Brexit con accordo, salvo un possibile rinvio. In Parlamento nessuno ha la maggioranza: né i duri e puri del “no deal” né chi vuole l’uscita negoziata né i pro-Ue che reclamano un altro referendum. Mentre conservatori e laburisti – divisi al loro interno – vedono preoccupati il rischio di nuove elezioni.
A gennaio sarà la volta buona per l’entrata in vigore della web tax italiana? Il governo la promette e prevede, con ottimismo, di incassare 600 milioni dalle grandi multinazionali di internet. Ma dimentica che servono decreti attuativi per chiarire chi deve pagare e chi no. Ad esempio come nella normativa francese.
Quest’anno il Nobel per l’Economia è andato a Esther Duflo (più giovane e seconda donna premiata nella storia), Abhijit Banerjee, e Michael Kremer. Tre studiosi che hanno rivoluzionato la ricerca sulla povertà nel mondo con innovativi metodi sperimentali che permettono di individuare i modi migliori per combatterla.
In Germania, Francia e Usa la produttività è cresciuta mentre in Italia, Spagna e Portogallo si rimaneva al palo. Gli insuccessi del Sud Europa sono spiegati dalla limitata penetrazione dell’informatica nelle imprese e dalla persistenza di pratiche manageriali troppo tradizionali. Più spesso in aziende familiari.

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Il nuovo podcast lavoce in capitolo. Parliamo di “Ripensare il commercio internazionale” con Alessia Amighini.

Il Punto

Le stime del ministero dell’Economia sull’evasione fiscale dimostrano che riforme come lo split payment nel 2015 e la fatturazione elettronica nel 2019 sono efficaci. E potrebbero diventarlo di più presto se saranno adottate misure che aiutino il fisco a utilizzare i big data di cui può disporre. Intanto però in Italia regna sovrano il regolamento in contanti, di fronte al quale governo e Abi (banche) studiano come incentivare i pagamenti con mezzi elettronici. Che hanno il vantaggio di portare efficienza e servire nella lotta all’evasione, al nero, alla corruzione (anche se per grandi evasori e grandi criminali ci vuole ben altro).
Da un raffronto sul cuneo fiscale in Italia, Francia e Germania si vede che siamo sostanzialmente in linea.  Ciò che davvero frena la nostra economia è la produttività più bassa (e piatta). Giusto dunque ridurre il cuneo, ma serve anche spingere gli investimenti nelle nuove tecnologie per stimolare la produttività e migliorare la qualità della forza lavoro.
Riforma Fornero, Jobs act, reddito d’inclusione hanno creato un sistema di sostegno “passivo” al reddito di chi perde lavoro o di chi non l’ha mai avuto. Il reddito di cittadinanza si aggiunge a questi strumenti ma è in affanno nel realizzare il suo secondo scopo: politiche “attive” del lavoro, a partire dalla formazione.
In pochi anni il premier socialista António Costa ha fatto uscire il Portogallo da una crisi economica profonda incamminandolo su un sentiero virtuoso testimoniato da tutti gli indicatori. Tanto che dalle recenti elezioni è uscito rafforzato. Non tutti però scommettono sulla tenuta di questo “miracolo” e indicano vari elementi di fragilità.

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Nel nuovo podcast lavoce in capitolo parliamo di “Riformare le regole europee” con Massimo Bordignon.

Il Punto

Dopo anni di rappezzi che hanno reso la sua base imponibile un colabrodo, il nostro sistema tributario andrebbe riformato da cima a fondo. Ma la politica parla di tasse solo per dire che vanno tagliate. Giusto obiettivo ma solo ricordando che meno imposte significano anche meno welfare. Un’eventuale revisione delle aliquote Iva per diversi beni e servizi (o la fissazione di un’aliquota unica) porterebbe risorse per abbassare il cuneo fiscale o rendere l’Irpef più efficace in termini di equità e redistribuzione.
Vale la pena spendere soldi di tutti gli italiani per correre in aiuto a Roma, come prevede il programma di governo? Città complessa da amministrare, certo, ma in condizioni sotto il minimo della decenza a partire da trasporti e igiene. Vediamo un raffronto di dati con Milano che non gode di trattamenti speciali.
I ministri Di Maio e Bonafede annunciano una misura per respingere le domande d’asilo da 13 paesi ritenuti “sicuri”. Sicuri per decreto, molto meno nella realtà. Restringere gli ingressi contribuisce tra l’altro a complicare la gestione degli afflussi di immigrati regolari, di cui vari settori dell’economia hanno bisogno. L’esempio anti-immigrati arriva dal presidente Usa Trump che, in vista delle elezioni, tiene alta la tensione con continue iniziative. Senza grandi risultati pratici, però, visto che nel paese risiedono 11 milioni di irregolari. Per una volta su un binario del tutto legale, i dazi compensativi americani sui prodotti Ue sono il risarcimento del danno subito nella vicenda Boeing-Airbus, per la quale l’Italia non ha responsabilità dirette. Pagano il conto grana e parmigiano, mentre – dettaglio meno noto – altri nostri produttori ne traggono vantaggio.
Nella Nota di aggiornamento al Def del governo Conte2 c’è un linguaggio meno aggressivo nei confronti della Ue rispetto quella del Conte1. Ma la sostanza rimane la stessa: più deficit, sporadici interventi sulla spesa, scarsa rilevanza delle privatizzazioni e zero enfasi sulla necessità di diminuire il debito pubblico.

Antonello Soro, presidente del Garante per la privacy, interviene nuovamente nel confronto con Alessandro Santoro, autore dell’articolo “Più che i pagamenti elettronici serve il profilo dell’evasore”.

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Nel nuovo podcast lavoce in capitolo parliamo di “Riformare le regole europee” con Massimo Bordignon.

Dal Garante della privacy un parere nel rispetto della legge

Il Punto

Nella guerra tra Airbus e Boeing – iniziata 15 anni fa nel Wto con reciproche accuse di sussidi pubblici illeciti – l’ultima sentenza è a favore degli Usa che ora possono lecitamente applicare dazi compensativi su 7,5 miliardi di importazioni dalla Ue. Tra i colpiti, alcuni dei prodotti di punta dell’agroalimentare italiano.
A 16 anni si può lavorare, percepire un reddito e pagare le tasse, ma non scegliere i propri rappresentanti politici. Si può estendere il diritto di voto in modo graduale oppure con una revisione completa delle età dell’elettorato attivo e passivo. È il momento di farlo.
Se il governo varerà una tassa sulle merendine, l’Italia entrerà in una lunga lista di paesi che tassano cibi e bevande con zuccheri aggiunti. Le loro esperienze dicono che, se lo scopo è ridurre i consumi, non bastano aliquote basse ma servono meccanismi che obblighino a scaricare la tassa sul prezzo al pubblico. Parlando d’imposte, l’Iva – per quanto se ne cancellino gli aumenti per il 2020 – rimane la più evasa dagli italiani, detentori del record europeo in materia. Progressi ci sono stati con la fattura elettronica. Ma il bastone-carota sull’uso di contante-carte elettroniche, proposto da Confindustria, non potrà dare grandi risultati. Con lo slogan “no-tax” Matteo Renzi ha inaugurato il suo nuovo partito politico vantandosi di non aver mai alzato una tassa nella sua carriera politica. Cercando per bene, però, il fact-checking de lavoce.info scopre e documenta che le cose non stanno così.

Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la privacy, commenta l’articolo di Alessandro Santoro “Più che i pagamenti elettronici serve il profilo dell’evasore”. Con la replica dell’autore.

Il podcast de lavoce.info
Mercoledì è partito lavoce in capitolo, il primo podcast de lavoce.info. Nel corso delle puntate, capitolo dopo capitolo, condivideremo le idee dei nostri esperti sulle politiche per l’Italia e per l’Europa. Ci potete ascoltare ogni mercoledì, su tutte le app per i podcast e su questo sito. Prima puntata: “Abolire davvero la povertà” con Tito Boeri.

Lotta all’evasione e privacy dei cittadini

Il Punto

Il governo approva la Nota di aggiornamento al Def e rinvia a domani e dopodomani (2021 e 2022) tutte le decisioni difficili sui conti pubblici. A chiedere di correggere la dinamica del debito non è l’Europa ma gli italiani del futuro. Sul fronte della grande evasione ed elusione fiscale, rimane per ora insoluto (non solo per noi) il pagamento di quanto sia dovuto da parte delle grandi multinazionali che nascondono i loro profitti nei paradisi fiscali. Per l’Italia un buco di base imponibile da 24 miliardi l’anno.
Tra le lezioni che si possono trarre dai 70 anni della Repubblica Popolare Cinese, c’è la triste constatazione che la libertà – politica ed economica – non è necessaria alla crescita. Ma al capitalismo di stato di Pechino, raggiunti risultati straordinari, resta da fare il salto verso uno stato moderno.
L’autonomia differenziata rimane nella lista delle cose da fare. Ridiscutendo alcuni punti che si davano per acquisiti. Perché la devoluzione da stato a regioni di 23 materie o poco meno appare eccessiva e immotivata, e perché il sistema di finanziamento favorisce Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
Arriverà un’altra riforma della giustizia. Intanto ci vogliono ancora oltre 1.100 giorni per recuperare un credito e 500 per una sentenza civile di primo grado. Mentre due misure efficaci potrebbero essere attuate subito: potenziamento della mediazione delle controversie ed estensione dell’esperimento “Giustizia semplice 4.0”.

Il podcast de lavoce.info
Da questa settimana parte lavoce in capitolo, il primo podcast de lavoce.info. Nel corso delle puntate, capitolo dopo capitolo, condivideremo le idee dei nostri esperti sulle politiche per l’Italia e per l’Europa. Ci potrete ascoltare ogni mercoledì, su tutte le app per i podcast e su questo sito. Si comincia il 2 ottobre con “Abolire davvero la povertà” con Tito Boeri.

Il Punto

Un paese fermo, che non cresce, incerto, pieno di disuguaglianze e con più immigrati irregolari da gestire. È questa l’Italia che Conte, capo del governo gialloverde, ha consegnato a Conte, capo del governo giallorosso. Ecco numeri e indicatori dei 15 mesi vissuti con Lega-M5s a dirigere lo stato.
Torniamo sulla massiccia immissione di liquidità fatta dalla Federal Reserve nei giorni scorsi per spiegare cosa sono i repo, “repurchase agreement”, perché il loro mercato è entrato in tensione al punto da determinare l’intervento della Fed e quali problemi potrebbe causare questa mossa a fine anno.
Ci sarà presto il taglio del numero dei parlamentari. Ma senza la nuova legge elettorale. Quasi tutti la vogliono proporzionale e basta. Ci vorrebbe una riforma che, nel metodo e nel merito, restituisse legittimità al sistema democratico fermando l’antipolitica degli ultimi anni.
Tra i paesi Ocse, il nostro si conferma ultimo nel livello di istruzione dei cittadini. Due le anomalie tutte italiane: primo, anche negli investimenti nell’università siamo fanalino di coda (0,9 per cento del Pil, in calo dal 2010); secondo, mancano, dopo la maturità, i titoli biennali mentre i laureati magistrali sono addirittura più dei triennali. Anche gli asili nido sono in una situazione vergognosa: troppo pochi (solo per un bambino su quattro) e molti di questi sono privati, a prezzi salati. Così tante donne con figli rinunciano a lavorare e quelle con un’occupazione rinunciano a far figli. Da qui viene la bassa natalità, ai minimi europei e in continua discesa. Soprattutto nel Mezzogiorno, dove più mancano le scuole per l’infanzia, si potrebbero sperimentare asili nel bosco. Con strutture minime e costi molto bassi, sono diffusi nel Nord Europa ma l’Italia ha già all’attivo un centinaio di esperienze. Positive.

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