Manca il coordinamento nelle azioni di contrasto al coronavirus. Non solo tra stati in Europa ma anche tra regioni e governo centrale in Italia. Il risultato è quello di aumentare la confusione tra le persone. Che sarebbero rassicurate dalla definizione centrale di affidabili protocolli nazionali e locali. Nelle località colpite dall’epidemia si afferma lo smart working, il lavoro da casa. Che avviene secondo un quadro di regole appesantito da requisiti burocratici ora appropriatamente sospesi. In attesa di essere rivisti definitivamente.
I rifiuti sono tali ovunque e vanno gestiti, ma ogni regione fa a modo suo. Anche perché – solo da noi – si distingue tra gli “urbani” (da smaltire localmente) e gli “speciali”, cedibili a prezzi di mercato. Con una convenienza economica a trasformare gli urbani in speciali.
La Germania era, con l’Italia, uno dei paesi Ue con la popolazione più anziana. Negli ultimi anni però ha cambiato passo cominciando a crescere demograficamente con l’afflusso di immigrati (ora quasi 12 su 100 residenti), anche attratti dall’efficiente welfare tedesco. È un modello da imitare?
Autore: Desk Pagina 57 di 194
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L’Italia ha raggiunto il terzo posto sul poco invidiato podio dei paesi al mondo con il maggior numero di contagi da coronavirus. Tra i settori più colpiti quelli della filiera del turismo: viaggi, hotel e ristoranti, moda e abbigliamento. Nella crisi spuntano però anche alcuni vincenti come i produttori di mascherine e disinfettanti, i cui prezzi stanno lievitando rapidamente per il boom di richieste. È sbagliato che beni di prima necessità vadano a chi paga di più. Ma l’alternativa di tenere prezzi bassi non sarebbe priva di costi.
Mentre si è riaperta la partita delle aggregazioni bancarie, gli istituti di credito continuano il processo per modernizzare le tecniche di valutazione degli immobili e dei relativi rischi, di gran peso tra i loro asset. Tecniche che devono anche tener conto dell’impatto ambientale e delle caratteristiche “green” dei fabbricati.
Favorire la mobilità tra atenei entro i confini nazionali con una sorta di Erasmus Nord-Sud è un’idea che – se realizzata bene e con incentivi giusti – potrebbe smuovere il mondo universitario del Mezzogiorno, spesso relegato ai margini. E diventare una delle armi contro le diseguaglianze territoriali. Le differenze immeritate tra università pubbliche italiane rischiano di rimanere anche con il passaggio dai costi storici ai costi standard nel metodo di distribuzione delle risorse attraverso il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo). Meglio sarebbe un sistema che premi gli atenei virtuosi.
La piccola dimensione delle imprese italiane rispetto a quelle del resto della Ue spiega per un quarto la nostra minore produttività. Ci vogliono programmi come Industria 4.0 per farle crescere e recuperare efficienza. Mentre può essere dannosa la continua proroga dei regimi di favore per le micro-imprese.
Con l’offerta di acquisto di Ubi banca, Intesa Sanpaolo vuole scongiurare che da altre aggregazioni venga fuori un nuovo concorrente, evitare di essere chiamata a mettersi insieme con Mps e, persino, incassare denaro anziché sborsarlo. Ma – come si è già visto – i soci storici di Ubi non lasceranno smontare la loro banca senza colpo ferire.
Di prescrizione non se ne può più. Ma se bloccarla servisse davvero a ridurre i tempi della giustizia, è bene sapere che la riforma Bonafede e il lodo Conte sarebbero poco efficaci. Perché i dati mostrano che oltre la metà delle prescrizioni matura durante le indagini preliminari, cioè prima del processo.
Bisogna voltare pagina rispetto al decreto “sicurezza” voluto un anno fa da Salvini perché ha creato circa 100 mila irregolari in più. In Parlamento c’è una proposta di legge per cambiare le regole dell’immigrazione in Italia e una possibile regolarizzazione per rimettere ordine tra gli stranieri senza permesso di soggiorno. Con vantaggi per “loro” e per “noi”, dal punto di vista sia sociale sia economico.
Per l’acquisto di beni e servizi la pubblica amministrazione spende almeno 150 miliardi all’anno. Una montagna di soldi che, se gestita in modo intelligente e coordinato, può stimolare innovazione e crescita economica. Intanto, a causa della Brexit, la Ue deve rivedere le previsioni di entrate e spese dal 2021 al 2027 tenendo conto dell’uscita di uno dei maggiori stati membri.
L’industria italiana è spesso data per morta. Non è così. Ci sono casi di successo e di insuccesso in differenti settori. E gli esiti variano anche tra le aziende all’interno dei vari settori. Uno di quelli che non se la passa bene è il trasporto aereo. Nel quale proprio in questi giorni è emerso il fallimento dell’avventura imprenditoriale di Air Italy, la compagnia che ha volato meno di due anni. E che fa il paio con Alitalia, società tenuta in vita con l’iniezione periodica di soldi pubblici garantiti da governi di ogni colore.
Nel Piano Sud del governo emerge una visione dei problemi del Mezzogiorno fondata sull’idea che per risolvere tutto basti velocizzare la capacità di spesa delle risorse pubbliche. E che ignora i successi di alcune imprese private che potrebbero essere replicati.
Si basa su una progressività solo apparente la tassazione Irpef. In realtà, per le famiglie, il prelievo fiscale sale rapidamente fino a 100 mila euro di reddito e poi precipita. Per lo più colpendo i redditi da lavoro e premiando le rendite. Tutto il contrario di quanto si fa in paesi come Francia e Regno Unito.
Parlare bene in pubblico aiuta a scuola, nel lavoro e nei rapporti sociali. A beneficiarne sono però più gli uomini che le donne – più spesso riluttanti a esprimersi, a meno che non abbiano madri che lavorano. Un chiaro segno del peso degli stereotipi sul ruolo femminile.
Democratici sempre più a sinistra e repubblicani sempre più conservatori: la politica Usa negli ultimi 30 anni si è polarizzata, causando momenti di blocco della vita istituzionale. Frequente, per esempio, la mancata approvazione del budget e lo “shutdown” del governo, con uffici pubblici chiusi e dipendenti senza stipendio.
Negli ultimi 12 mesi per ogni due nuovi nati ci sono stati tre cittadini deceduti, mentre 10 anni fa il rapporto era uno a uno. È ora di combattere sul serio il calo della natalità con un “family act” (promesso dalla ministra Elena Bonetti) che riordini gli aiuti alle famiglie e supporti la conciliazione vita-lavoro delle famiglie.
Dopo le elezioni dello scorso dicembre non è poi cambiato molto nel Regno Unito. “Brexit è Brexit”, ma non si sa bene con quali contenuti su Irlanda, accesso al mercato Ue e immigrazione. E anche la vittoria di Boris Johnson è stata più il risultato del sistema elettorale inglese che un trionfo di voti per i conservatori.
Mentre la Tv tradizionale continua a perdere colpi (e pubblicità) si affermano in maniera crescente i servizi di video streaming, a partire da Netflix e poi – in Italia annunciati nel 2020 – i concorrenti (Disney, Warner). Ormai davanti allo schermo della nuova Tv non ci sono più solo i millennials ma gente di tutte le fasce di età.
È apprezzata da giovani e meno giovani l’informazione sulla futura pensione (la “busta arancione”) ma dall’Inps mancano segni di interesse e impegno nell’educazione finanziaria e nello smascherare le bufale sulla previdenza. Alimentate da ignoranza e, talvolta, malafede.
È molto diffusa tra i paesi Ocse la tendenza a decentrare a governi regionali competenze e poteri fiscali, politici e amministrativi. Vediamo un interessante confronto tra Italia, Spagna, Regno Unito e Canada.
Il recente voto in Emilia-Romagna conferma che i partiti anti-immigrazione hanno paradossalmente più consenso dove ci sono meno stranieri, cioè nelle località nelle quali è più probabile che nativi meno istruiti subiscano la concorrenza degli stranieri sul mercato del lavoro. Nelle città, invece, è più facile l’integrazione. Un’altra ricerca mostra che, a sei anni dalla riforma Franceschini dei beni culturali, i migliori risultati della gestione di musei e siti archeologici arrivano quando il direttore – italiano o straniero – ha esperienza internazionale e di curatore e se tra i componenti del Cda c’è un’ampia diversità di profili professionali.
Toccano 35 miliardi all’anno le spese per la salute pagate di tasca propria dagli italiani. In continua crescita (e con loro le relative detrazioni Irpef) a partire dal Nord, dove migliore è il servizio sanitario. Causa numero uno: i tempi di attesa delle prestazioni. Serve investire per ridurli. E riportare equità in questo campo. Le spese sanitarie dei cittadini pesano quasi per il 9 per cento nell’indice dei prezzi al consumo aggiornato per il 2020. Vediamo quali sono le novità nel paniere Istat che rispecchiano i cambiamenti nei consumi degli italiani.
Riservato agli under 30, il contratto di apprendistato professionalizzante impegna l’impresa a formare il lavoratore e, alla scadenza, può diventare automaticamente un rapporto a tempo indeterminato. Numeri alla mano, si vede che dove viene utilizzato aumentano le probabilità di contratti di lavoro non precari.
Dopo anni di – tentate o attuate – privatizzazioni il vento è cambiato. In Italia i tifosi delle imprese pubbliche coprono tutto l’arco politico. Ma il problema si pone anche in Gran Bretagna dove alcune ferrovie, mal gestite dai privati, presentano un cattivo servizio, alti costi e bilanci disastrosi. Cosa ne farà Boris Johnson?
Il Parlamento vuole per le imprese obblighi più stretti di comunicazione sui divari di genere nelle retribuzioni. Molti però i dettagli da mettere a punto su dimensione minima delle aziende, informazioni richieste, pubblicità dei dati, sanzioni per inadempienze. Per evitare di produrre nuove norme dai buoni propositi, ma inefficaci.
Nella storia infinita del confronto su una “improrogabile” riforma del sistema fiscale, torna fuori con il consenso del Fmi il “più Iva, meno Irpef”. La Banca d’Italia ha pragmaticamente formulato tre ipotesi. Con controindicazioni. La prima delle quali è che l’Iva è già al 22 per cento. Iniquità anche in campo previdenziale: 25 anni dopo l’introduzione del sistema contributivo, la gradualità di attuazione della riforma ha consentito di guadagnarci a chi si è pensionato nel frattempo. Specie se (relativamente) più giovane, donna, con un reddito basso, con pensione di anzianità anziché di vecchiaia.
Sabato 8 febbraio gli irlandesi votano per una nuova Camera dei rappresentanti che a sua volta eleggerà una parte del Senato, che ha poteri consultivi. Una architettura bicamerale da cui possono arrivare suggerimenti per le nostre riforme.
In Italia l’economia batte la fiacca da lungo tempo perché non cresce la produttività del lavoro, che dipende soprattutto dalla capacità innovativa delle imprese e dal sostegno pubblico a quelle più dinamiche. Un e-book cerca di spiegare il ristagno del paese. Sullo sfondo, il divario tra le due Italie, del Nord e del Sud con le diverse letture che ne vengono date. Il vantaggio del minor costo della vita al Sud è almeno in parte controbilanciato dalla cattiva qualità dei servizi e dalla scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Con il crollo delle borse cinesi di Shanghai e Shenzhen l’epidemia di coronavirus è arrivata sui mercati asiatici e – per ora un po’ meno – sul resto del mondo. Gli effetti sull’economia saranno peggiori di quelli causati dalla Sars, perché la Cina è oggi otto volte più grande che nel 2003. Sempre di Pechino si parla quando si discute della tecnologia 5G – una rivoluzione che espande le funzioni di interconnessione tra infrastrutture e servizi. Con tanti problemi aperti, prima di tutto quello strategico sulla proprietà dei dati accumulati e sulle loro modalità di utilizzo.
Molti credono che con il calcolo contributivo si possa andare in pensione anche prima del previsto con un sacrificio dell’assegno mensile a zero costi per lo stato. Non è così: i conti basati sulla vita residua attesa da pensionato sono sempre in ritardo rispetto all’effettiva aspettativa di vita, in continua crescita.
I politici fanno a gara a tutelare i risparmiatori nei crac bancari. Mentre nessuno si cura dei piccoli azionisti di Atlantia, controllata dai Benetton, né delle esigenze di chi (tutti noi) ha interesse a un buon funzionamento della società Autostrade di cui Atlantia è proprietaria.
Di norma la migrazione lacera tante famiglie che – se si ritrovano – lo fanno solo dopo un po’ di tempo. La ricongiunzione – con i problemi che si porta dietro, per esempio l’inserimento scolastico dei figli – è un passaggio delicato che va aiutato. Senza dimenticarci che, anche se la loro ricchezza media è un quinto di quella delle famiglie italiane, gli immigrati investono qui, comprando casa, facendosi il mutuo, finanziando le loro aziende, a volte acquistando titoli a rischio. Rimanendo esposti a una elevata fragilità finanziaria.
I brutti dati di fine 2019 (Pil e industria col segno meno) sono un campanello d’allarme per il governo. Senza industria niente crescita. E senza Pil niente occupazione. In Italia e altrove. Non a caso sul mercato del lavoro, si vede un andamento precario e altalenante. Sale il numero delle persone impiegate ma le ore di lavoro restano sotto il livello pre-crisi. I salari ristagnano e, seppure in frenata, i rapporti a termine restano al 17 per cento del totale.
L’Europa ormai senza il Regno Unito rafforza il suo impegno per l’ambiente non soltanto con il Green deal della commissione von der Leyen ma anche con la svolta verde annunciata dalla neo-presidente Christine Lagarde. Come altre banche centrali, anche la Bce inserisce la sostenibilità ambientale come un criterio da considerare nelle sue decisioni. Nel frattempo Francoforte mantiene il faro acceso sugli istituti di credito sottoposti alla sua vigilanza, valutandone modelli di business, governance, rischi per capitale e liquidità. Il punto debole che emerge è la bassa redditività.
Dalla regione intorno a Wuhan – con produzioni automobilistiche e high-tech, crocevia di collegamenti – l’epidemia di coronavirus farà sentire i suoi effetti economici, oltre che umani, in tutto il paese e nel mondo in virtù della globalizzazione. A oggi si stima una perdita, per la sola Cina, tra l’1 e il 3 per cento del Pil.
Se gli investimenti degli enti locali ripartono poco è per l’incertezza delle regole – dal codice dei contratti del 2016 allo “sblocca cantieri” del ’19 – e per l’incapacità di usare le risorse finanziarie, molto accresciute da quando i comuni possono disporre degli avanzi del Patto di stabilità interno.
Un commento di Vittorio Daniele all’articolo “Come ridare smalto alla scuola senza qualità del Sud” di Tito Boeri e Alessandro Caiumi. E la risposta degli autori.
Nel momento della scomparsa di Andrea Stuppini, assiduo collaboratore di questo sito, la redazione de lavoce.info ne ricorda l’impegno e l’amicizia ed è vicina alla famiglia.
Perché al Sud la scuola è senza qualità?
Di Desk
il 31/01/2020
in Commenti e repliche
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