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Autore: Desk Pagina 63 di 188

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Dove pesca il governo per ridurre il deficit

Il Punto

La conferenza Onu sul clima Cop 24 si è chiusa scontentando sia chi sperava in un accordo coraggioso sia chi ha cercato di sabotare l’intero impianto, in prima fila gli Usa. Unico buon risultato: regole condivise su come i paesi devono misurare le emissioni e i relativi obiettivi in base agli impegni assunti nel 2015 a Parigi.
Mentre vuole far cassa con più privatizzazioni, il governo chiama ancora i contribuenti, oltre che fornitori e banche, a pagare l’ennesimo salvataggio di Alitalia. Un prestito ponte di 900 milioni parzialmente convertito in azioni con l’intervento di Fs e la partecipazione di EasyJet e Delta. In un mosaico difficile da comporre. Facile invece concludere che la battaglia dell’esecutivo contro le pensioni d’oro produrrà poco. Il previsto prelievo progressivo per cinque anni sulle cifre sopra i 90 mila euro incassate da 40 mila persone darà un gettito di 74 milioni – il netto tra 130 milioni di incassi lordi e il calo Irpef di 56 milioni. Intanto, in attesa della fine della povertà, l’Istat registra grandi differenze – e ben radicate – nelle retribuzioni. Un nuovo rapporto mostra l’origine delle disuguaglianze: studi, posizione lavorativa, genere, area geografica, dimensione d’impresa.
Dalla vicenda della nave Diciotti alla delegittimazione delle Ong impegnate nel Mediterraneo, dagli ambigui rapporti con la Libia al “decreto sicurezza”, l’azione del nostro governo ha attratto l’attenzione di Amnesty international, che condanna la politica italiana nei confronti degli stranieri in modo dettagliato.
Serve a finanziare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (un quarto della spesa corrente comunale) e dà un gettito di circa 10 miliardi ma, per come è congegnata, la Tari è di fatto una patrimoniale. Il sistema non incentiva l’efficienza del servizio e fa pagare di più chi consuma di meno e produce meno rifiuti.

Il Punto

Cittadini con redditi medio-bassi, i gilet gialli in Francia chiedono un prezzo più basso del carburante e meno tasse. Il presidente Macron – nella difficoltà di salvaguardare insieme l’equità e l’ambiente – fa qualche concessione. Ma a che prezzo? Intanto, l’allentamento del rigore di bilancio della Francia potrebbe giovare al nostro governo impegnato in un negoziato con la Ue sull’orlo della procedura d’infrazione. Un accordo eviterebbe altri guai sui mercati finanziari. Ma il braccio di ferro è soltanto rimandato a primavera.
Mentre l’euro sta per compiere 20 anni (anche se la circolazione della moneta seguì di tre anni), il presidente della Bce Mario Draghi ricorda che, purtroppo, non tutti i cittadini ne hanno beneficiato. Con ciò identificando, senza dirlo, una delle cause dell’esplosione di populismo ed euroscetticismo. Eppure la moneta unica è stata un argine contro la crisi e la politica della Bce – pur azzerando gli acquisti netti di titoli sui mercati – sarà orientata ad assecondare la crescita nel 2019.
In vista dell’eco-tassa a cui pensa il governo, facciamo un confronto dei carichi fiscali sulle auto nei principali paesi europei. Su acquisto e possesso del veicolo pesano di più in Italia e Regno Unito che in Francia e Germania. E questi due paesi premiano le elettriche e le ibride.
I compiti a casa fanno bene agli studi? Un po’ sì ma senza eccessi. La questione però non si risolve con una circolare del Miur come vorrebbe il ministro Bussetti. Ciò che fa davvero male all’apprendimento sono le pause troppo lunghe nel calendario scolastico. Ci sarebbero da adottare soluzioni già sperimentate.
I roghi ai magazzini stipati di rifiuti sono solo una faccia della medaglia: oltre ai comportamenti criminali abbiamo anche regioni più che virtuose nel trattamento della spazzatura. Che mediamente, però, per quasi un quarto finisce in discarica, mentre la Ue chiede di scendere sotto il 10 per cento entro il 2035. Bisogna darsi una mossa.
A tre anni dall’arrivo di Netflix e dei suoi concorrenti, sta cambiando il modo di “consumare” tv in Italia. I numeri dicono che nel 2020 la tv broadband sarà la modalità principale di accesso ai contenuti televisivi per 8,5 milioni di abitazioni. Perché sfrutta meglio le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica.

Il Punto

Dopo due anni di paralisi, il Parlamento di Londra ha riguadagnato peso nel capitolo finale della Brexit. Al punto che Theresa May ha rimandato il voto sull’accordo con la Ue per non uscirne a pezzi. Caos e incertezza dominano la politica nel Regno (dis)Unito in attesa delle mosse dei vari attori della commedia.
Con un emendamento a sorpresa, il governo entra a gamba tesa nel mercato dell’auto, tassando l’acquisto di auto inquinanti in favore di quelle con bassa emissione di CO2. Ma per come è congegnato il provvedimento ci guadagna chi compra modelli costosi e superpotenti mentre perdono gli acquirenti delle utilitarie. Intanto in Polonia prosegue la conferenza sul clima Cop 24, partita con l’allarme del segretario generale dell’Onu Guterres: il mondo è fuori rotta e se si continuerà a emettere gas serra ai ritmi attuali, nel 2040 saremo alla soglia di sicurezza di +1,5 gradi. Presentiamo i numeri che documentano il problema.
Dopo gli stress test dell’authority europea (Eba), il Muv – Meccanismo unico di vigilanza – ha diffuso una mappa dei rischi che incombono sulle banche europee per il 2019. Per gli istituti di credito italiani, punti dolenti vecchi e nuovi: prestiti in sofferenza (Npl), sistemi informatici da adeguare, rischio sovrano e di liquidità. Questi ultimi legati all’andamento dello spread, il cui livello elevato pesa anche sulla redditività delle imprese industriali e di servizi, soprattutto delle piccole. Che, alla lunga, pagano tassi bancari più alti. Anche se oggi la loro migliore struttura finanziaria rispetto a dieci anni fa ne smorza l’impatto. Sullo sfondo, però, si rafforza in Italia il rischio di recessione, segnalato dall’indice Pmi che, riflettendo il complesso dell’economia, segnala un preoccupante ristagno a un livello sotto la media dell’Eurozona e sotto anche ad altri paesi in rallentamento come la Germania.
Un po’ vuole essere strumento anti-povertà e un po’ vuole riattivare l’occupazione. Di sicuro sarà diverso dal reddito di inclusione oggi già in funzione. È il reddito di cittadinanza, un pasticcio logico-istituzionale. Con benefici da maneggiare con cura perché difficili da ritirare per la resistenza degli eventuali destinatari.
Qualcuno ricorda le “rimesse degli emigrati” italiani come voce importante – un tempo – dei nostri flussi finanziari in entrata. Oggi il percorso è inverso: chi lavora qui manda soldi al paese d’origine. Un emendamento della Lega al decreto fiscale tassa all’1,5 per cento i “money transfer”. Aggiungendosi ad altre più o meno piccole vessazioni economiche. Se questo provvedimento è già stato approvato da uno dei rami del Parlamento, minor fortuna ha avuto l’iniziativa pentastellata di tassare le bevande gassate. Bocciata dal partner di governo. Del resto per combattere l’obesità più che un’imposta serve educare i cittadini a non adottare dannose scelte alimentari.

Il Punto

Nel terzo trimestre, dopo un rallentamento cominciato a inizio anno, il Pil è sceso per il calo di consumi e investimenti e nonostante la ripresa dell’export. La manovra annunciata (fintamente espansiva) ha pesato in negativo sul clima economico. Dovrebbe essere corretta e resa più prudente per limitarne i danni. Il ristagno è comunque già arrivato anche sul mercato del lavoro che a maggio scorso aveva superato i 23 milioni di occupati e registrato un boom di contratti a termine trasformati in rapporti a tempo indeterminato. Intanto, da un paio di mesi la febbre bancaria ha ripreso a salire, con gli attivi degli istituti a rischio. Non c’è solo l’effetto spread sul valore dei titoli pubblici italiani. Una nuova recessione farebbe di nuovo salire le sofferenze e le inadempienze sui crediti – voce quest’ultima meno monitorata ma altrettanto pericolosa.
Due anni di lavoro e voto unanime dei 193 paesi membri dell’Onu: il Global compact for migration vuole introdurre un quadro di regole per “migrazioni ordinate, sicure e regolari”. Ora che ogni governo è chiamato a firmarlo l’esecutivo italiano fa un passo indietro. Meglio che ne discuta il Parlamento.
Al G-20 di Buenos Aires, Trump e Xi hanno raggiunto una tregua commerciale. Gli Usa non alzeranno i dazi dal 10 al 25 per cento e la Cina (forse) importerà di più dagli Stati Uniti. Il non detto è che l’America vorrebbe fermare l’avanzata tecnologica dei cinesi. Ma per farlo usa i dazi, cioè lo strumento sbagliato.
Per quanto siano spesso visti come modello di federazione da replicare in Europa, gli Stati Uniti non incarnano ancora l’idea di un’area pienamente integrata. Tra gli stati americani rimangono grandi differenze nelle possibilità di trovare lavoro, nei tassi di inflazione, così come nelle loro capacità di fare spesa pubblica.

Il Punto

Il 3 dicembre a Katowice (Polonia) comincia la Conferenza Onu sul clima (Cop 24). La crescente concentrazione di CO2 nell’atmosfera causata dall’uomo richiede interventi in contrasto con gli orientamenti di Trump che sta smantellando le politiche sui cambiamenti climatici. Da noi di questi temi neanche si parla.
Il progetto di bilancio comune per l’Eurozona di Macron e Merkel è un compromesso che non rappresenta ancora un bilancio dell’Unione. Sarebbe un passo avanti per indirizzare risorse per obiettivi comuni dei paesi dell’area euro. Ma per accedervi ci sarà da rispettare le regole fiscali che l’Italia si accinge a violare.
Se i conti della sanità di una regione vanno in rosso, serve un piano di rientro gestito da un commissario. Che non può essere lo stesso presidente della regione, spesso corresponsabile del dissesto. Ora un emendamento M5s al decreto fiscale vuole eliminare l’incompatibilità tra le due cariche. Un film già visto.
I dati degli ultimi 50 anni indicano che c’è una stretta relazione tra le riforme del sistema pensionistico e l’evoluzione del rapporto debito/Pil italiano. In particolare, politiche troppo generose coi pensionati – come quelle oggi in cantiere – si traducono in maggior debito per le generazioni future. Di sicuro, più alti tassi sui titoli pubblici fanno salire il costo dei prestiti per le imprese e per i nuovi mutui per la casa. Lo dicono i numeri, non è un’invenzione dell’ex-ministro Padoan, come invece vorrebbe la sottosegretaria Castelli.
Mentre in Italia l’entrata di immigrati è molto calata dal 2011 con la chiusura dei flussi, la Germania ha mantenuto un alto numero di ingressi. Ma loro hanno gestito il fenomeno, noi l’abbiamo subìto. E così i tedeschi firmeranno il Global migration compact dell’Onu; noi no, insieme agli Usa di Trump.

Il Punto

Dopo due mesi passati in trincea, il governo dice che i “numerini” non sono un problema e che il deficit può scendere di qualche decimale. Purché la “qualità” della manovra non cambi. Obiettivo: arrivare al voto europeo di primavera senza troppi danni. E se intanto l’economia viene sospinta in recessione, pazienza.
Sotto la regia di Banca d’Italia, il salvataggio di Carige è avvenuto senza clamore. Con tempestività l’autorità di vigilanza ha mobilitato il Fondo interbancario di tutela dei depositi e, volontariamente, l’84 per cento degli istituti che vi partecipano. Minimizzando i costi. Esempio difficile da replicare in casi più gravi.
Con un accordo di buon senso da 100 milioni Facebook chiude il contenzioso con il fisco italiano relativo al 2010-16. Ma tassare un’impresa digitale – apolide per definizione – rimane un’azione incerta e sfuggente. Almeno la Ue dovrebbe trovare la formula giuridica per colpire i profitti transnazionali. A proposito di tasse, nella “finanziaria” è previsto l’aumento delle accise sul tabacco. Buona notizia perché quando il prezzo delle sigarette sale del 10 per cento ne scende il consumo del 4 per cento. Con effetti a cascata sul numero di cancri polmonari, sul gettito, su profitti e occupazione del settore.
Nella sua imperfezione il meccanismo dell’alternanza scuola-lavoro si basa su un principio condivisibile e tante esperienze del suo esordio sono state positive. Ma il governo non ci crede e vuole ridurlo senza nemmeno aver fatto un’analisi di questi tre primi anni per vedere cosa funziona e cosa no. Così non va.
Dopo la giornata di domenica, dedicata alla lotta contro la violenza di genere, torniamo sul tema con dati particolari e significativi: quelli del numero verde 1522 che, con operatrici esperte, raccoglie le richieste di aiuto delle vittime di violenza e stalking. Numeri da incubo.

Il Punto

Quando arriva il 25 novembre, giornata contro la violenza di genere, ci accorgiamo che ogni tre giorni, al culmine di violenze e ricatti sessuali quotidiani viene assassinata una donna – spesso da partner o familiari. Piccoli progressi non bastano: ci vogliono politiche mirate.
Strano ma vero, dopo la ribocciatura dell’Europa l’asta di novembre del Btp Italia ha deluso. Soprattutto Matteo Salvini che sperava nella “mano” degli italiani e nella ricchezza delle famiglie (5300 miliardi) per collocare i titoli pubblici. Un’illusione almeno fino a che si spargono dubbi sulla sostenibilità del debito e sulla permanenza dell’Italia nell’euro. Anche perché con la caduta della borsa e la salita dello spread dei primi sei mesi del “governo del cambiamento” il 20 per cento della popolazione che mette i suoi risparmi nei mercati finanziari ha pagato una patrimoniale virtuale. Che peraltro grava anche sui meno abbienti.
Per giustificare la “pace fiscale” l’esecutivo evoca le manette per gli evasori. Un confronto con gli altri stati europei mostra però che altrove non si usa il carcere contro gli illeciti tributari, mentre da noi l’impossibile “obbligo dell’azione penale” si traduce nella discrezionalità dei magistrati. Contro l’evasione l’uso di sanzioni pecuniarie funzionerebbe meglio del giustizialismo di facciata.
Secondo il ministro Bonafede l’uso dei termovalorizzatori va sempre a discapito del riciclo della spazzatura. Per lui oggi potremmo avere zero rifiuti (nulla in discarica) senza gli inceneritori. Una visione fuori dalla realtà, documenta il fact-checking de lavoce.info.
È positivo il bilancio dello Startup act a sei anni da suo varo, un esempio di sistema di incentivi alla nascita e crescita di imprese innovative. Ci sono però anche da rimuovere i veri ostacoli letali per le nuove aziende, la lentezza della burocrazia amministrativa e della giustizia civile.

Il Punto

Mentre Germania e Francia provano a dare concretezza alla proposta di Macron per rilanciare l’Europa (un bilancio comune per l’Eurozona, con fondi per lo sviluppo a chi è in regola), il governo Conte va avanti ad attuare la manovra bocciata dalla Ue. Probabilmente partirà la procedura di infrazione, forse un po’ attenuata dai marginali e poco credibili correttivi proposti dall’esecutivo. Nella finanziaria 2019 c’è un bel regalo per tanti lavoratori autonomi e imprese individuali: il regime di tassazione dei “minimi” viene esteso a tutti gli indipendenti sotto 65 mila euro di ricavi. Risultati sicuri: perdita di gettito per lo stato, ingiustizia rispetto a dipendenti e pensionati, incentivo per le imprese a rimanere piccole. Anche l’anticipo dei pensionamenti con “quota 100” sarà un probabile regalo ai 475 mila aventi diritto, finanziato come in passato dai più giovani. Con “coperture” temporanee e nuove iniquità anche a carico delle donne (del tutto trascurate in questa legge di bilancio). In ogni caso si può stimare che la bassa crescita e l’alta disoccupazione degli ultimi 20 anni abbiano già ridotto l’importo della pensione futura rispetto al 1995, anno di avvio del sistema contributivo, quando si puntava su un Pil in aumento all’1,5 per cento annuo.
Bel sogno (o pura propaganda) proclamare, come Di Maio, “rifiuti zero, tutto riciclato”. In un futuro possibile si dovrà sempre bruciare una parte di spazzatura. In paesi come Germania, Svezia, Olanda tra un terzo e metà finisce nei termovalorizzatori. Che producono energia e sono a bassa influenza camorristica.
Con la controversa nomina a Ceo di Tim, Paolo Gubitosi trova sul proprio tavolo vari dossier delicati. A partire dallo scorporo della rete, potenziale infrastruttura a controllo pubblico che ingolosisce la politica ma anche asset strategico e unico per l’ex TelecomItalia, grande società oggi zavorrata dai debiti.
Nulla di nuovo nella pretesa del ministro dell’Interno Salvini di rafforzare “finalmente” le forze di polizia con circa 6 mila nuove assunzioni. Era già previsto nei programmi del governo Gentiloni.

Il Punto

La Brexit annacquata proposta da Theresa May ai britannici scontenta soprattutto i brexisti duri perché l’accordo con la Ue fa tante concessioni a Bruxelles, ad esempio mantenendo la giurisdizione della Corte di giustizia europea sulle controversie. In caso di bocciatura in Parlamento possono arrivare esiti molto diversi, tragici o comici.
Il progetto del governo italiano di scorporare la rete da Tim per fonderla con quella che OpenFiber sta costruendo è probabilmente all’origine del licenziamento del Ceo, Amos Genish, contrario all’idea. Sullo sfondo una certa confusione sulla relazione tra pubblico e privato e su autorità indipendenti e concorrenza.
Il disegno di legge Pillon vuole sostituire le norme sull’affido condiviso con un impianto che penalizza le madri. Ignorando il reale stato della cura dei figli e del mercato del lavoro femminile in Italia, la legge suggerisce alle donne di non separarsi anche se coinvolte in unioni infelici.
Tanta attenzione mediatica sul contrasto all’ingresso degli irregolari in mare, alle frontiere e dentro al paese, con identificazioni ed espulsioni. Al netto dei titoloni in realtà tale attività oggi ristagna al contrario di ciò che è avvenuto in passato. Vedere i numeri per credere.
Per rappezzare i numeri traballanti di una manovra economica che non servirà per la crescita si ricomincia a parlare di vendita del patrimonio pubblico. Di cui abbiamo stimato l’entità. Per gli immobili dello stato, i problemi di sempre: valori depressi da scarso utilizzo e poca redditività. Nella legge di bilancio, su regioni e comuni c’è la semplificazione delle regole fiscali, il rilancio degli investimenti e lo sblocco delle aliquote delle imposte locali. E incentivi per tagliare i costi della politica dei quali non si calcolano i risparmi attesi.
Riformare la prescrizione dilatando all’infinito i tempi di una causa penale cozza contro la garanzia costituzionale di un processo di “ragionevole durata”. Serve che l’imputato non rimanga ostaggio della giustizia e al contempo che, grazie ad abili avvocati, non muoiano i procedimenti per decorrenza dei termini.

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