Lavoce.info

Autore: Desk Pagina 77 di 188

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Il Punto

Per sostenere l’occupazione giovanile il governo vuole finanziare con risorse pubbliche i contributi in busta paga dei giovani neo-assunti a tempo indeterminato. Un incentivo che nel recente passato ha aumentato i posti di lavoro. Poi però, come si è visto, l’effetto finisce. A meno che le misure temporanee non diventino permanenti. Ai giovani pensa, ovviamente, anche la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che lancia la proposta di estendere l’obbligo scolastico ai 18 anni di età. Bella idea se il tempo aggiuntivo sarà speso bene, con l’aiuto di insegnanti validi e motivati.
A Jackson Hole, al ritrovo annuale dei banchieri centrali, Mario Draghi ha parlato d’altro: di come rafforzare la crescita senza alzare steccati tra paesi. Tra le righe ha però anche fatto intendere che, pensando al Qe, il tema è come estenderlo, non come farlo finire sul più bello.
Mentre l’Europa invecchia, diversi paesi del Sud del mondo continuano a registrare tassi di natalità impressionanti. Da anni si parla poco del controllo demografico, eppure il problema è destinato a esplodere, annodato com’è con quelli di povertà, cooperazione allo sviluppo e migrazioni.
Un disegno di legge approvato dalla Camera e presto sottoposto al Senato diminuisce il rigore nei confronti del debitore inadempiente. Non vuole essere una scelta buonista, ma mirata all’efficienza economica. Che ha però un rovescio della medaglia e potrebbe produrre effetti negativi.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale, con una parte riservata agli affezionati amici/donatori de lavoce, si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di banche italiane, populismo e Brexit. E anche di una ricerca sull’identikit dei nostri finanziatori. Ecco il programma. Vi aspettiamo!

Il Punto

La crescita del Pil nel secondo trimestre (all’1,5 per cento su base annua) è stata vista con soddisfazione perché siamo al decimo trimestre consecutivo di ripresa. Ma il passo è sempre così lento da lasciare l’Italia ancora lontana dai livelli pre-crisi. Al contrario dell’Eurozona che è tornata già da due anni al Pil del 2008. Resta da vedere cosa farà la Bce a cui va intestata buona parte del ritorno in salute dell’economia europea. Ma al tradizionale incontro dei banchieri centrali a Jackson Hole non si attendono svolte da parte di Mario Draghi.
Marchionne festeggia un bilancio coi fiocchi mentre nel risiko del mercato automobilistico mondiale appare Great wall motors, il gruppo cinese che vorrebbe comprare Fca. La casa italo-americana è al bivio tra un improbabile cambio di proprietà e un opportuno cambio della guardia al posto di comando.
Sotto l’ombrellone (ma anche in ambito governativo) si è discusso del riscatto gratuito degli anni della laurea per gli universitari. Sarebbe un regalo contributivo pieno di iniquità. Alla (giusta) domanda di sicurezza sul futuro, non si risponde con una mancetta previdenziale ma con lavoro, innovazione e welfare.
Le nuove scosse di terremoto e i morti di Ischia ci ricordano che la vulnerabilità sismica del nostro paese viene dalla mancata prevenzione e dall’abusivismo prima che della natura. Dal 2002 l’Italia ha ricevuto quasi metà dei 5 miliardi dal Fondo di solidarietà Ue per disastri naturali. Risorse sprecate, finora.
Un tetro capitolo di quest’estate riguarda gli omicidi di donne commessi da familiari o partner. In Italia, in tre casi su quattro, l’omicidio di donne è una questione di famiglia. E anche se nel nostro paese sono statisticamente meno a rischio che in altri, le donne italiane non si sentono protette.

Nelle due settimane centrali di agosto, come di consueto lavoce.info ha sospeso l’invio della newsletter. Abbiamo però aggiornato quotidianamente il sito con nuovi articoli su: Unione bancaria, tempi della giustizia, invecchiamento della popolazione, riforma contro l’abuso di mercato e misure del benessere equo e sostenibile. Nell’ultima puntata del fact checking de lavoce.info abbiamo verificato che Vittorio Sgarbi, brillante critico d’arte, è una capra (come dice lui) in economia, almeno quando parla di disoccupazione giovanile.

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Il Punto

Ritardi e disguidi negli interventi di spegnimento degli incendi estivi hanno tante cause. Forse anche lo smembramento del Corpo forestale. Non secondo il sottosegretario alla Semplificazione Rughetti, che lo esclude decisamente. Una posizione insostenibile, come risulta dall’articolato fact-checking de lavoce.info.
Torniamo sulle valutazioni dell’efficacia del bonus di 80 euro introdotto poco prima delle elezioni Ue del 2014. In un recente studio di tre economisti della Banca d’Italia si calcola che i consumi aggiuntivi attribuibili alla misura potrebbero essere stati la metà o poco più del reddito ottenuto. La controversia continua.
Con 34 mila denunce all’anno, medici e ospedali sono bersaglio di cause per danni ai pazienti. Spesso pretestuose. Ci sono però alcune novità legislative, in ambito penale e civilistico, che alleggeriscono la posizione dei sanitari. I quali altrimenti si rifugiano in rigide prassi di medicina difensiva.
Le due banche venete assorbite da Intesa dopo il dissesto sono esempi da manuale del modo di operare degli istituti di credito locali. Hanno assecondato l’economia del territorio adattandosi alle sue specificità. Anche troppo viene da dire, leggendo dei conflitti di interesse emersi dalle cronache. Intanto, dal gennaio 2019, arriveranno due nuovi requisiti patrimoniali per le banche volti ad accrescerne la capacità di far fronte a casi di insolvenza con risorse interne. Almeno se i risultati degli stress test sulla solidità sono precisi.
Quasi a sorpresa e in gran fretta, l’Italia sta varando una missione militare in acque libiche, navale e non solo. Scopo dichiarato, regolare il flusso migratorio. Tra molte contraddizioni e un po’ di ipocrisia.

Un commento di Sergio Beraldo all’articolo “Le scelte finanziarie migliorano con una spinta gentile” di Maria De Paola, Francesca Gioia e Fabio Piluso. Con la replica degli autori.

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Incendi 2017, tutto quello che c’è da sapere

I numeri sugli ettari di bosco bruciati in questa calda estate. E un riepilogo di vecchie e nuove norme che regolano la prevenzione e lo spegnimento degli incendi. Anche per capire quanto ha inciso la riforma del Corpo forestale, con il fact-checking.

Una spinta gentile? No, grazie

di Sergio Beraldo

I limiti del paternalismo libertario

Le nostre carenze cognitive legittimano i governi a forzare gentilmente (to nudge) le persone in modo tale che le loro scelte siano migliori? Una convinta tendenza a rispondere affermativamente alla domanda si è diffusa negli ultimi anni sia negli Stati Uniti che in Europa, come testimoniato peraltro dai comitati tecnici di supporto costituiti dai governi (Behavioural Sciences Team negli Usa; Behavioural Insight Team nel Regno Unito) o dal progetto della Commissione europea Nudge It.
Vi sono alcune importanti ragioni dietro questa tendenza. Innanzitutto, il nudging richiede un ammontare modesto di risorse pubbliche. In secondo luogo, non sembra violare in alcun modo la libertà individuale; si rivolge sia alla destra che alla sinistra e rende la regolazione attraente anche per i conservatori.
Sarà anche per questi motivi che l’articolo di Maria De Paola, Francesca Gioia e Fabio Piluso auspica che si rifletta in Italia sulle spinte gentili che possono “aumentare l’efficacia delle politiche pubbliche”.
Le cose però sono più complesse di quel che appaiono. Sebbene apparentemente rispettoso della libertà individuale, vi sono ragioni per ritenere che il nudging violi i principi fondamentali del liberalismo; minacci il controllo degli individui sulle proprie valutazioni e deliberazioni; produca infantilismo come effetto di lungo periodo, ovvero una ridotta responsabilità in questioni riguardanti il proprio benessere. D’altro canto, proprio alcuni dei proponenti scrivono che “l’economia comportamentale estende la paternalisticamente protetta categoria degli idioti in modo da includere la maggior parte delle persone, in prevedibili momenti del tempo”.

Decisioni da superuomo

Da gennaio 2017 un sistema opt-out disciplina la donazione di organi in Francia: tutte le persone saranno considerate donatrici, a meno che non manifestino esplicitamente la propria volontà di non esserlo. È un esempio di nudging. L’evidenza disponibile conferma che la donazione di organi cresce notevolmente con sistemi opt-out. Dunque, gli organi disponibili dunque aumenteranno, mentre i francesi saranno formalmente liberi di essere o non essere donatori. Vi è qualche ragione per opporsi?
Il punto più rilevante è che la scelta degli individui imposta dall’inerzia non è affatto una scelta intenzionale; non è indicativa delle loro preferenze, ma riflette solo le preferenze di chi ha organizzato l’ambiente all’interno del quale gli individui scelgono. L’autonomia degli individui è violata e il nudging si dimostra in contrasto con i principi cardine del liberalismo (LINKSergio Beraldo, An Impossibility Result on Nudging Grounded in the Theory of Intentional Action). Che i paternalisti libertari dicano che in realtà le scelte degli individui sono quelle che farebbero se avessero illimitate facoltà cognitive e illimitata capacità di resistere alle tentazioni (fossero superhumans) è un argomento che ciascuno può valutare, e che è stato già usato.
Vi è un ulteriore punto che mi sembra utile sollevare. A giudizio dei proponenti, i nudge non sono rilevanti dal punto di vista motivazionale. Cass Sunstein e Richard H. Thaler, tuttavia, concedono che gli individui dovrebbero essere informati della “spintarella” (il principio di pubblicità, attribuito erroneamente a John Rawls e non a Immanuel Kant, peraltro). L’informazione innesca però, inevitabilmente, una riflessione sulle opzioni e sulle caratteristiche dell’ambiente di scelta. Nell’esempio francese, essere donatori in un sistema opt-out non è la stessa cosa che esserlo in un sistema opt-in. Il nudging sottovaluta un importante aspetto delle scelte, frustrando le motivazioni individuali.
Per quanto riguarda, invece, l’articolo di De Paola, Gioia e Piluso, fornendo informazione l’individuo rimane responsabile delle proprie scelte, anche finanziarie. Si dirà che fornire informazione può non essere sufficiente. La risposta è che non vi sono limiti all’intrusività delle spintarelle e dunque alla deresponsabilizzazione che possono produrre. Meglio individui responsabili delle proprie scelte, anche di quelle sbagliate, che burattini nelle mani dell’architetto benevolente.

 

La replica di Maria De Paola, Francesca Gioia e Fabio Piluso

Ma la responsabilità dell’individuo resta

Vi è un ampio dibattito in letteratura tra coloro che ritengono la spinta gentile un importante strumento nelle mani del governo per “correggere”, con un costo contenuto, carenze cognitive e distorsioni comportamentali e coloro che, invece, sollevano dubbi circa l’etica di tali politiche (Sunstein, C. R. (2015). The ethics of nudging; Nys, T. R., Engelen, B. (2017). Judging Nudging: Answering the Manipulation Objection.

C’è da dire che la presenza di un ambiente sociale (“choice architecture”) che in qualche modo influenza le scelte individuali, è inevitabile. Infatti, le spinte gentili tipicamente vanno a modificare strutture decisionali già esistenti (Sunstein, C.R. Nudging: A Very Short Guide. Per cui, obiettare contro il nudging in sé sembra forzato: è ragionevole preoccuparsi di specifici usi delle spinte gentili da parte del governo, ma negare l’utilità generale di tali politiche sembra eccessivo.
Diventa difficile anche capire se la “choice architecture” corretta sia quella in essere o quella modificata dalla spinta gentile. Si pensi ad esempio al caso dei default confrontando il sistema opt-in con quello opt-out nelle donazioni degli organi, ma anche nella contribuzione pensionistica.
È importante che le politiche di nudging siano il più possibile trasparenti. D’altra parte, un recente studio mostra che la loro efficacia non è influenzata dalla trasparenza e quindi dal fatto che i soggetti a cui tali politiche si rivolgono ne conoscano gli effetti potenziali e gli obiettivi (Bruns, H., Kantorowicz-Reznichenko, E., Klement, K., Luistro Jonsson, M., Rahali, B. (2016). Can Nudges Be Transparent and Yet Effective?.
Per tornare al nostro articolo: ricordare informazioni già in possesso dell’individuo non rende quest’ultimo meno responsabile delle proprie scelte, anche sbagliate.

Il Punto

Quali sono gli effetti duraturi del Jobs act sull’occupazione dopo la fine della forte decontribuzione del 2015 per i nuovi assunti? Dati Inps mostrano che per i giovani continuano a prevalere contratti precari che raramente diventano permanenti. Pesa la riluttanza delle imprese a investire in capitale umano durante una ripresa debole. Riluttanza che è accresciuta dall’assenza di buone regole e di fiducia reciproca nel sistema di relazioni industriali Si può migliorare guardando ad alcuni esempi internazionali. Come i paesi scandinavi.
Banco Popular, Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Monte Paschi: quattro banche Ue in crisi e tre soluzioni diverse. È plausibile? Sì, perché il legislatore europeo ha voluto lasciare una certa flessibilità per tutelare la stabilità finanziaria e per evitare gravi disturbi all’economia, anche solo regionale. Saggiamente.
Circa il 9 per cento degli studenti non sono cittadini italiani anche se in maggioranza sono nati qui. Per migliorarne l’integrazione ci sono due leve. Serve una legge che faciliti il loro percorso verso la cittadinanza. Ma anche politiche che scoraggino l’abbandono degli studi, molto frequente tra gli immigrati.

Yoram Gutgeld, deputato Pd e commissario alla spending review, commenta l’articolo di Francesco Daveri “Il Fiscal compact in Italia: tanta spesa, poca resa

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L’Italia furbetta? Non è cosi!

Il Punto

Purtroppo rischia di riaprirsi il cantiere della previdenza. La proposta bipartisan Damiano-Sacconi vuole abolire per il 2019 l’adeguamento automatico dell’età di pensionamento alla speranza di vita. Ai posteri la grana di pareggiare i conti con “scaloni” che costringono a rimandare anno dopo anno l’uscita dal lavoro.
A Silvio Berlusconi piace documentare i propri argomenti con la concretezza dei numeri. Qualche giorno fa però, discutendo in tv di povertà e di strumenti per combatterla, ha citato dati falsi e fatto un gran pasticcio, come ricostruito nel fact-checking de lavoce.info.
Da noi l’acqua “pubblica” costa così poco agli utenti che i distributori non hanno le risorse per fare gli investimenti. Con sprechi a go go. Nel caso dell’Acea che rifornisce Roma, il Comune si trova nel paralizzante conflitto d’interessi di cliente della società e azionista di maggioranza affamato di dividendi.
Sindacati e associazioni imprenditoriali sono alla vigilia di una stagione di rinnovi contrattuali. Entrambi non godono di popolarità. Ma in Italia rimangono tra i più forti tra i paesi Ocse, mentre altrove il loro declino è più pronunciato. Persino in Germania, culla delle buone relazioni industriali.
Tenere basso il cambio dell’euro è stato forse l’effetto più evidente del Quantitative easing. Ma ora i mercati spingono per una rivalutazione, e si vede. Rimane da capire se si aspettano da Draghi la fine del Qe in autunno oppure credono che la moneta unica sia destinata ad apprezzarsi ancora, con o senza Qe.
A poco meno di dieci anni dall’inizio della Grande crisi, ci si interroga sulle sue cause. Una nuova metodologia di analisi conferma che per l’Italia c’è una cronica mancanza di crescita di produttività. A cui dopo il 2007 si sono aggiunti il crollo degli investimenti e dell’occupazione.
Parliamo di terremoto a quasi un anno dai drammatici eventi di Amatrice. Ma pressoché tutta l’Italia è a rischio e perciò la parola d’ordine diventa “prevenzione”. Utile dunque il bonus sisma dell’ultima legge di bilancio: non soldi a pioggia ma detrazioni fiscali commisurate all’efficacia degli interventi edili realizzati.

Convegno de lavoce.info
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Economisti: scienziati o narratori?

di Davide Pinardi

Il Punto

Dal Comitato esecutivo della Bce nessuna notizia su cosa sarà del Quantitative easing (Qe), la politica monetaria non convenzionale che ha salvato l’euro e fatto ritornare la crescita in Europa. Il programma continua. Fino a quando? Se ne discuterà in autunno. Ma quando inizia l’autunno a Francoforte?
Iva al 25 per cento: è questa l’aliquota ipotizzata sulla maggior parte delle compravendite nella proposta di flat tax di cui continuiamo a discutere. C’è il rischio che un’aliquota così alta faccia salire ancora la già elevata evasione dell’imposta. Entrate difficili da compensare con l’eventuale emersione di gettito Irpef. Intanto, uno degli autori della proposta flat tax la raffronta con altre idee di riforma del fisco emerse nel dibattito pubblico con una tabella che ne mette in evidenza impatto e risultati.
L’homo oeconomicus perfettamente razionale, si sa, esiste solo nei libri di testo. Errare è umano anche con i nostri risparmi. Per ridurre gli sbagli e le loro conseguenze va bene l’istruzione finanziaria, ma molto farebbero anche semplici “aiutini” da tener presenti quando facciamo le scelte di investimento.
Da Bolzano a Lampedusa, i contratti nazionali di lavoro fissano minimi salariali uguali per tutti. In realtà circa il 10 per cento dei lavoratori riceve un salario del 20 per cento inferiore rispetto a quello stabilito a livello generale. Che cosa si può fare per raggiungere un’effettiva omogeneità di trattamento?
Nei paesi anglosassoni le corti possono condannare il responsabile di un illecito civile – se c’è intenzione o grave negligenza – ai danni punitivi, cioè a pagare al danneggiato più del danno patito. Un istituto che potrebbe entrare nell’ordinamento italiano con una legge, dopo una recente sentenza della Cassazione.

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