Chi sono i lettori de lavoce.info? E quali sono gli argomenti che più apprezzano? Lo abbiamo scoperto attraverso un questionario inviato agli iscritti alla nostra newsletter. Ne abbiamo ricavato anche molti suggerimenti per il nostro futuro lavoro.
Autore: Desk Pagina 79 di 198
Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".
La “quasi” flat tax che verrebbe introdotta nell’ipotesi di un governo M5s-Lega darebbe metà dei risparmi ai redditi più alti lasciando comunque 50 miliardi di buco nei conti pubblici. Nel frattempo Matteo Salvini si concentra su un obiettivo più facile, la riforma del bilancio Ue, bollata con il riassunto: “Meno soldi agli agricoltori, ai comuni, alle famiglie, 100 miliardi di nuove tasse europee e più soldi per gli immigrati e chi li ospita”. Falso, come indica il fact-checking de lavoce.info.
L’eventuale accordo M5s-Lega potrebbe includere come punto qualificante anche l’assunto che la concorrenza serve a poco. Se fosse, niente di nuovo: come ricorda la relazione dell’Autorità antitrust, anche nel 2017 la legge “annuale” per la concorrenza era stata approvata con un ritardo di tre anni. Intanto con la Cassa depositi e prestiti (Cdp) ritorna la mano pubblica in Tim a supporto di un fondo d’investimento che dice di voler proteggere i piccoli azionisti dallo sfruttamento di Vivendi. In effetti Cdp e il fondo Elliott hanno messo in minoranza il primo azionista e controllano la maggioranza del cda di Tim. La Consob dovrebbe chiedere chiarimenti ai tre azionisti. Altra contesa dai contorni poco chiari è quella dei diritti televisivi del calcio. Su cui Lega calcio, Sky e la società Mediapro giocano una partita miliardaria a colpi di aste, trattative private, ricorsi agli arbitri (Antitrust e Tribunale civile). È il caso di dirlo: il calcio è nel pallone.
Negli ultimi dieci anni si è ridotta dal 48 al 45 per cento del totale la quota di paesi classificabili come democrazie. Tra gli stati in recessione democratica la Tunisia ma anche Gabon, Ucraina, Messico e Maldive. E crescono gli elementi illiberali in Usa e alcuni paesi Ue (Malta, Polonia, Ungheria). Cosa sta succedendo?
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L’aumento automatico dell’Iva in applicazione delle clausole di salvaguardia aleggia sul programma del prossimo governo. Evitarlo richiede di trovare altre entrate nel bilancio dello stato o tagli di spesa, altro che flat tax e reddito di cittadinanza. Qualcuno dovrà pagare e bisognerà spiegare a chi tocca.
Pier Luigi Bersani ha dichiarato in Tv: “Dicono che aumenta il numero degli occupati ma non che calano le ore lavorate”. Sulle ore lavorate in media da ognuno ha ragione, su quelle totali ha torto, come dimostra il fact-checking de lavoce.info.
In mezzo agli scioperi, qualcuno ha confrontato la crisi di Air France con quella di Alitalia. Le analogie, tuttavia, non ci sono. La società italiana, nonostante i tagli al costo del lavoro, incassa troppo poco e perde. Quella francese fattura nove volte di più, fa risultati ma non riesce a tenere a bada i conflitti sindacali. In Italia chi ha genitori laureati ha una più alta probabilità di fare e finire l’università. Chi invece è figlio di genitori senza laurea è più facile che vada all’istituto tecnico e che poi non concluda gli eventuali studi universitari. Una via di uscita – seguita in altri paesi – sarebbe quella dell’università professionalizzante. Per la prima volta nel Def – Documento di economia e finanza – compaiono tutti i 12 indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes) che fotografano in modo più completo rispetto al Pil lo stato di salute della società italiana. Ora c’è da legare l’andamento degli indicatori a politiche economiche incisive.
Il ritiro di Trump dall’accordo sul nucleare con l’Iran e il prossimo ripristino di sanzioni economiche mettono il paese degli ayatollah in forte difficoltà. Perché queste politiche generano effetti pesantissimi, come mostra la nostra infografica.
Un anno fa abbiamo inaugurato su lavoce-info uno spazio dedicato al fact-checking. Ovvero la verifica documentata di numeri e fatti dichiarati da personaggi pubblici. Ha avuto il gradimento dai lettori ed è diventata una costante nelle nostre pagine. Per festeggiare a modo nostro l’anniversario sottoponiamo a fact-checking le parole del leghista Massimiliano Fedriga: sostiene che è stata varata una misura “svuota-carceri” che ha liberato i condannati fino a quattro anni. Le cose non stanno così.
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È trascorso un anno dal primo fact-checking pubblicato da lavoce.info sulle dichiarazione pubbliche di politici, ma anche imprenditori sindacalisti e giornalisti italiani. Lo raccontiamo con qualche numero su come abbiamo lavorato, i risultati raggiunti e gli errori (per fortuna pochi) che abbiamo compiuto.
Il nuovo bilancio Ue proposto dalla Commissione dimagrisce per i tagli indotti dalla Brexit. L’accordo sulle nuove priorità – meno risorse su coesione e agricoltura, più per l’Europa del futuro (sicurezza, infrastrutture, agenda digitale) – richiederà unanimità degli stati membri e maggioranza nel Parlamento. Difficile che passi.
Mentre ferve lo stallo politico, tutto procede. La Banca d’Italia rassicura: lo stato di salute delle banche è migliorato. Solo un pochino, veramente, se si fanno confronti con gli altri paesi. Perché troppi crediti deteriorati e titoli pubblici in cassaforte e cronicamente bassa redditività continuano ad appesantire i loro bilanci. Intanto, con il ministro dell’Economia Padoan che parla del Def, partono le audizioni davanti ai 67 membri delle Commissioni speciali di Camera e Senato istituite per assicurare la continuità dell’attività parlamentare in questi mesi senza nuovo governo e senza una maggioranza politica. Tra i capi partito che incrociano veti e pregiudiziali Luigi Di Maio la spara grossa, sostenendo che un padre di famiglia che perde il lavoro è abbandonato a se stesso. Non è così, come chiarisce il fact-checking de lavoce.info.
I giapponesi sono sempre al primo posto nel numero di brevetti nel campo dell’intelligenza artificiale, ma (come gli americani) subiscono l’avanzata di paesi emergenti come Corea del Sud, Cina e Taiwan. Anche la Ue arretra e per questo la Commissione corre ai ripari aumentando i finanziamenti del programma Horizon.
È vero che i figli di genitori laureati vanno al liceo, dove c’è meno bullismo rispetto alle scuole tecniche o professionali? In effetti questi episodi sono meno frequenti nei licei rispetto agli altri indirizzi, ma nulla mostra che ciò sia dovuto alla classe sociale di provenienza, misurata dal grado di istruzione dei genitori.
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Sia pure a un ritmo rallentato, l’Europa fa segnare un altro segno più. Lo fa anche l’Italia. Che, anzi, riduce il divario di crescita con il resto dell’Eurozona. Intanto, con la Brexit che si avvicina, si sta fermando l’economia britannica. Tra gli opposti estremismi dei tory e del labour, una pattuglia di volonterosi di entrambi i partiti prova a organizzare un referendum anti-Brexit. Dall’esito molto incerto.
“Due pensionati su tre stanno sotto 750 euro al mese”, secondo Luisella Costamagna, editorialista del Fatto Quotidiano. Che confonde i “pensionati” con le “pensioni”, come spiega il fact-checking de lavoce.info.
I nuovi media diventano spesso potenti strumenti contro i regimi autoritari. Lo insegna la storia: tra il 1943 e il ’45 Radio Londra della Bbc diede un aiuto prezioso alla lotta contro i nazi-fascisti. Non tanto nel mobilitare la popolazione quanto nel motivare e coordinare le brigate partigiane disperse sul territorio.
Piccolo miracolo economico in Portogallo. Da un’economia disastrata, in pochi anni un governo di sinistra-estrema sinistra, con un colpo al cerchio della sua base elettorale e uno alla botte dei rigoristi di Francoforte e Bruxelles, ha portato il paese fuori dall’area a rischio. In un punto ben più nevralgico del mondo, i governi di Nord e Sud Corea hanno cominciato a parlarsi. Il dialogo non cancella le enormi differenze di sviluppo tra i paesi collocati sopra e sotto il trentottesimo parallelo.
Se vedrà la luce un governo di coalizione, i dati delle elezioni del 4 marzo – a ben guardare – dicono che Lega e M5s sono alternativi, mentre i secondi appaiono complementari al Pd. E dall’analisi emergono altre interessanti relazioni del voto con occupazione, reddito, istruzione, lavoro autonomo, pensionati.
Uno studio mostra che nel finanziamento della ricerca farmaceutica il settore privato ha acquisito un ruolo di sempre maggiore importanza rispetto al pubblico. Può così accadere che logiche di mercato portino ad abbandonare campi di indagine anche di grande importanza (Alzheimer, Parkinson) per seguirne altri.
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Le disuguaglianze aumentano ovunque, ma in Italia in modo speciale. Da noi non sono i ricchi a diventare sempre più ricchi ma i poveri a essere sempre più poveri. Tutte le fasce di reddito, poi, sono messe peggio rispetto alle stesse in Germania e Francia. La crisi ci ha riportato indietro di 15 anni.
Mentre esce il mini Def, continuano le trattative per formare il nuovo governo a due mesi dalle elezioni. Sembra un’eternità ma non è così. Dal 1946 ad oggi il tempo medio per formare un governo post-voto è stato di 67 giorni. E anche nel resto d’Europa da nessuna parte alla chiusura dei seggi c’è un governo bell’e pronto. Suona dunque un po’ strana la denuncia del deputato Pd Michele Anzaldi sul “vergognoso balletto” delle trattative costato 252 milioni di spese parlamentari. Un numero che non passa la prova del fact-checking de lavoce.info.
Mark Zuckerberg e il suo Facebook si rimangiano la promessa di applicare in tutto il mondo la nuova rigorosa normativa europea sulla privacy e la osservano solo nell’Unione. Significa che gli utenti degli altri continenti passano dalla legislazione Ue a quella Usa. Un miliardo e mezzo di persone, la più grande migrazione (virtuale) mai vista.
Intorno al prestito ponte di 900 milioni ad Alitalia si sente quell’inconfondibile profumo di aiuto di stato. Sul mercato chi finanzierebbe un’impresa in default? Andrà a finire che la Ue ne imporrà la restituzione. Il governo avrebbe potuto dichiararlo subito come tale, chiedendone l’ok con un programma di ristrutturazione.
Una ricerca suggerisce il sospetto che la causa del numero elevato di contratti a termine potrebbe essere attribuita non tanto all’opportunismo dell’imprenditore quanto alle caratteristiche del mercato del lavoro italiano in alcuni comparti caratterizzati da forte stagionalità e bassa qualificazione della manodopera.
Dopo la Brexit va ripensato il bilancio Ue. Ci sarà da rimpiazzare i contributi del Regno Unito (oggi il 10 per cento del totale). E si potrebbe cogliere l’occasione per cambiare le priorità: meno fondi per agricoltura e coesione, più risorse per difesa e sicurezza oltre che per proteggere l’Eurozona in vista della prossima crisi. In Italia la politica parla d’altro, di alleanze del M5s con la destra ma – da oggi – anche con la sinistra, a piacere. Vediamo con i numeri quanto simili o dissimili sono le piattaforme dei partiti. Con qualche sorpresa.
Chi cerchi su Google “piano Kalergi” trova più di 70 mila risultati. Sarebbe un progetto per sostituire i bianchi europei con asiatici e africani. Però tale piano non esiste proprio. É solo l’ennesima fake news fatta girare dagli imprenditori della paura che usano l’immigrazione per influenzare il voto delle persone.
Quando le imprese cercano personale diplomato o laureato, una volta su quattro hanno difficoltà ad assumerlo. In Italia non mancano solo le politiche attive del lavoro ma anche i meccanismi per favorire l’incontro di chi cerca un’occupazione con le imprese, specie Pmi. Eppure ci sono buoni esempi da imitare. Per i lavori basati sulle piattaforme digitali, come quelli di Foodora, non ci sono solo i tribunali. Un nuovo campo di tutele e protezioni può essere individuato in un efficace utilizzo della tecnologia digitale. In Francia ci sono “conti personali di attività” che fanno da base per fornire micro prestazioni assicurative.
Nel suo più recente rapporto il Fondo monetario conferma per il 2018-19 una crescita mondiale vicina al 4 per cento annuo, con un +2,5 di media nei paesi sviluppati. Peccato che nei primi mesi dell’anno la crescita dell’Eurozona (e dell’Italia) abbia cominciato a vacillare.
Sostiene Di Maio che Lega e Forza Italia sono così poco coese che in Parlamento hanno votato in modo diverso 70 volte su 100. Al fact-checking de lavoce.info la percentuale risulta invece sotto il 50. Fa una certa differenza. Su una cosa è compatta la coalizione di centro-destra: la proposta di flat tax. Che aprirebbe un buco nei conti pubblici e favorirebbe i più ricchi. Meglio una riforma dell’Irpef che alleggerisca la pressione sui ceti medi, partendo dai redditi da 28 a 55 mila euro, oggi soggetti a un’aliquota del 38 per cento. Si può fare e costa poco. Vediamo come.
Suscita dubbi anche il reddito “di cittadinanza”, il marchio di fabbrica del M5s. Così com’è congegnato, scoraggerebbe i beneficiari dal trovarsi un’occupazione e creerebbe dipendenza. Eppure ci sono buoni esempi in Europa (ma anche lo stesso Reddito di inclusione presente da noi) per evitare questi effetti perversi.
Ci sono in Italia 868 contratti collettivi nazionali di lavoro. Tanti. Occorre mettere ordine nella materia e, per garantire i diritti minimi dei lavoratori, selezionare quelli più rappresentativi.
In terza media i professori consigliano agli studenti la scelta della scuola superiore. Che – per i figli di famiglie poco istruite – è raramente l’iscrizione al liceo. Così si perpetuano le disuguaglianze sociali. Basta poco, però, per cambiare. Come mostra un esperimento effettuato in Puglia.
Dal 31 maggio al 3 giugno prossimi, tutti a Trento al Festival dell’Economia! “Lavoro e tecnologia” è il titolo di questa edizione numero 13 che vedrà il consueto impegno de lavoce.info nell’organizzazione di alcuni Forum e la presenza di vari suoi autori tra i relatori. Di lavoro e tecnologia abbiamo trattato in tanti articoli ora raccolti in un Dossier, una ideale guida ai temi del festival.