Lavoce.info

Autore: Desk Pagina 84 di 196

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Il Punto

Mentre a Berlino si ragiona su chi sarà il suo successore, nella prima conferenza stampa dopo l’estate Mario Draghi ha fatto capire come intende muoversi nella parte finale del suo mandato. Vedremo un Qe ricalibrato in termini di dimensione e durata. Sullo sfondo, l’esigenza di completare l’unione monetaria.
Immaginate l’energia prodotta al 100 per cento da fonti rinnovabili: vento acqua e sole. Un bel sogno. Alcuni scienziati sono andati più in là: hanno valutato la possibilità concreta che si realizzi. Entro il 2050. Ma lo studio, ben pubblicizzato, presta il fianco a pesanti critiche e stroncature.
Malgrado gli impegni con l’Europa è proseguito il calo degli investimenti pubblici, scesi da 54 miliardi nel 2009 a 35 nel 2016. Poche risorse e un mare di pastoie burocratiche tra le quali si fatica trovare buoni progetti. Il potenziale del Codice dei contratti pubblici è soffocato dalla mancata approvazione di tanti dei suoi decreti attuativi.
L’Italia si conferma il paese Ocse con la minore percentuale di laureati. Anche perché sempre meno persone entrano all’università. Se le imprese non hanno molta fame di cervelli è anche perché l’attuazione sconclusionata del sistema di studi “3+2” è stata un fallimento. Cercasi misure per invertire la rotta.
L’obbligo di prestare gratuitamente i servizi notarili non funziona. Un recente esperimento relativo alla costituzione di una srl semplificata (priva di costi per legge) indica che i notai – per sicurezza – si astengono addirittura dal fornire informazioni generiche. Per limitarne le rendite meglio limitare il loro raggio d’azione.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale, con una parte riservata agli affezionati amici/donatori de lavoce, si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di banche italiane, populismo e Brexit. E anche di una ricerca sull’identikit dei nostri finanziatori. Ecco il programma. Vi aspettiamo!

Il Punto

Pressato dalla politica tedesca che incalza per fissare una data di fine del Qe, stavolta con le sue parole Mario Draghi non è riuscito ad evitare un nuovo apprezzamento dell’euro. Ma dopo le elezioni in Germania di fine settembre la musica potrebbe cambiare almeno un po’.
Con l’introduzione del Reddito d’inclusione (Rei) entra finalmente nel vivo la lotta alla povertà. La misura coprirà 1,8 milioni di indigenti, il 38 per cento del totale. Per ora a bilancio sono stati messi 1,9 miliardi. A regime nel 2020 ne serviranno 7. Le risorse mancanti vanno trovate nelle tre prossime leggi di bilancio.
In America il sessismo all’università è stato documentato in una tesi di laurea che ha sollevato un vespaio. Anche da noi i dati testimoniano lo strapotere maschile negli atenei. Significativo discuterne in concomitanza con la manifestazione milanese “Il tempo delle donne”. Mentre i recenti episodi di violenza sessuale ci hanno suggerito una raccolta di dati che vi presentiamo. A partire da questi: i denunciati o arrestati per stupro quest’anno sono 2.438, di cui 1.534 italiani e 904 stranieri.
Nel rapporto sui Conti pubblici territoriali (Cpt) si trovano dati molto interessanti. E drammatici, perché descrivono il declino degli investimenti pubblici regione per regione nei difficili anni fino al 2016. Più pesante al Sud che al Centro-Nord. Vedremo se il 2017 porta un’inversione di tendenza.
Molti giovani di oggi avranno in futuro pensioni basse a causa di carriere discontinue e redditi incerti. Perché non concedere uno sgravio fiscale alle famiglie disposte a versare i contributi per i figli inoccupati così come ai laureati è consentito il riscatto degli anni di università a fini previdenziali?

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Il Punto

Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, se ne è vantato: la sua regione è una delle più virtuose nelle vaccinazioni dei bimbi. Non è così. La regione non raggiunge i minimi ed è nella parte bassa della classifica per copertura vaccinale. Come risulta dal fact-checking de lavoce.info.
Il governo ha rinviato un possibile intervento a dopo le elezioni. Eppure urge riformare l’Irpef: alcuni vogliono addirittura un’aliquota unica, molti preferiscono soluzioni alternative. Ecco raccolti in un Dossier gli articoli che abbiamo pubblicato sul tema.
Grandi manovre tra le Big five del web – Amazon, Apple, Facebook, Google, Microsoft  – più Netflix. Per anni ogni azienda è cresciuta a tassi stellari con internet senza pestare i piedi alle altre. Ora tutto è cambiato.
Cosa mostrano i dati estivi sul mercato del lavoro? Un quadro contrastante. Più occupati. Non cala il numero dei disoccupati perché alcuni degli inattivi si sono rimessi a cercare lavoro per ora senza successo. Preoccupa la qualità dei nuovi contratti: ancora in maggioranza a tempo determinato. Intanto si fa poco (e con spreco di risorse) per i disoccupati: i Centri per l’impiego in Italia sono tra i peggiori d’Europa: 8 mila dipendenti mal preparati e male organizzati. Con quattro mosse si può migliorare l’efficienza di queste politiche del lavoro.
E se, per proteggere i risparmiatori, facessimo come in Cina? Dove ora si impone agli intermediari finanziari di registrare in video e audio le vendite di prodotti d’investimento. Sembra una cosa poliziesca. In realtà anche la Mifid 2 – in vigore dal prossimo gennaio in Europa – introduce già obblighi piuttosto invasivi.
Il 20 per cento delle auto assicurate monta la “scatola nera” che registra gli eventi impedendo truffe contro le compagnie in cambio di tariffe ribassate per i clienti. Con il Decreto “concorrenza” (tra virgolette) scatole nere e sconti diventano obbligatori su tutte le auto. Del resto il Decreto è zeppo di misure che con la competizione c’entrano poco, come mostra la tabella elaborata da lavoce.info.

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Fuori dalla giungla dell’Irpef

Il Punto

Alla fine di un’estate davvero calda per gli incendi nei boschi italiani ancora più che per le temperature, ragioniamo sulle cause. Da cercare nella solita incuria – di cittadini e istituzioni – verso il territorio ma anche nel nuovo assetto che la riforma Madia della Pa ha dato alle forze incaricate di prevenire e spegnere i fuochi.
Vista nel dettaglio, la lenta ripresa del Pil italiano degli ultimi dieci trimestri è trainata soprattutto da export e acquisti di mezzi di trasporto. Agli investimenti manca il contributo della componente immobiliare mentre incombe la fine degli incentivi del piano Industria 4.0. A frenare la crescita, l’eccessivo aumento dell’import.
Procede con difficoltà il negoziato sulla Brexit. Senza accordo tra le parti, gli scambi tra Uk e Ue potrebbero essere regolati dalle norme Wto. Che si tradurrebbero – dice uno studio recente – in dazi medi del 5 per cento sull’export italiano verso il Regno Unito. Tra i settori più colpiti, abbigliamento e calzature.
Si moltiplica per dieci il costo che sosteniamo per accogliere i migranti che ogni anno sbarcano sulle coste italiane (qui un nostro grafico sugli arrivi). Per ridurlo, tra proposte impraticabili e altre efficaci ma non prive di effetti collaterali, eccone una controcorrente: e se dessimo il permesso di soggiorno a tutti quelli che arrivano?
Mentre si succedono gli avvicendamenti al loro vertice, il testo unico sulle società a partecipazione pubblica prova a uniformare le norme sulla gestione del personale rispetto alle società private e dà disposizioni sul riassorbimento del personale nel caso la società venga chiusa. Norme da perfezionare.

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Il Punto

Per sostenere l’occupazione giovanile il governo vuole finanziare con risorse pubbliche i contributi in busta paga dei giovani neo-assunti a tempo indeterminato. Un incentivo che nel recente passato ha aumentato i posti di lavoro. Poi però, come si è visto, l’effetto finisce. A meno che le misure temporanee non diventino permanenti. Ai giovani pensa, ovviamente, anche la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli che lancia la proposta di estendere l’obbligo scolastico ai 18 anni di età. Bella idea se il tempo aggiuntivo sarà speso bene, con l’aiuto di insegnanti validi e motivati.
A Jackson Hole, al ritrovo annuale dei banchieri centrali, Mario Draghi ha parlato d’altro: di come rafforzare la crescita senza alzare steccati tra paesi. Tra le righe ha però anche fatto intendere che, pensando al Qe, il tema è come estenderlo, non come farlo finire sul più bello.
Mentre l’Europa invecchia, diversi paesi del Sud del mondo continuano a registrare tassi di natalità impressionanti. Da anni si parla poco del controllo demografico, eppure il problema è destinato a esplodere, annodato com’è con quelli di povertà, cooperazione allo sviluppo e migrazioni.
Un disegno di legge approvato dalla Camera e presto sottoposto al Senato diminuisce il rigore nei confronti del debitore inadempiente. Non vuole essere una scelta buonista, ma mirata all’efficienza economica. Che ha però un rovescio della medaglia e potrebbe produrre effetti negativi.

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Il Punto

La crescita del Pil nel secondo trimestre (all’1,5 per cento su base annua) è stata vista con soddisfazione perché siamo al decimo trimestre consecutivo di ripresa. Ma il passo è sempre così lento da lasciare l’Italia ancora lontana dai livelli pre-crisi. Al contrario dell’Eurozona che è tornata già da due anni al Pil del 2008. Resta da vedere cosa farà la Bce a cui va intestata buona parte del ritorno in salute dell’economia europea. Ma al tradizionale incontro dei banchieri centrali a Jackson Hole non si attendono svolte da parte di Mario Draghi.
Marchionne festeggia un bilancio coi fiocchi mentre nel risiko del mercato automobilistico mondiale appare Great wall motors, il gruppo cinese che vorrebbe comprare Fca. La casa italo-americana è al bivio tra un improbabile cambio di proprietà e un opportuno cambio della guardia al posto di comando.
Sotto l’ombrellone (ma anche in ambito governativo) si è discusso del riscatto gratuito degli anni della laurea per gli universitari. Sarebbe un regalo contributivo pieno di iniquità. Alla (giusta) domanda di sicurezza sul futuro, non si risponde con una mancetta previdenziale ma con lavoro, innovazione e welfare.
Le nuove scosse di terremoto e i morti di Ischia ci ricordano che la vulnerabilità sismica del nostro paese viene dalla mancata prevenzione e dall’abusivismo prima che della natura. Dal 2002 l’Italia ha ricevuto quasi metà dei 5 miliardi dal Fondo di solidarietà Ue per disastri naturali. Risorse sprecate, finora.
Un tetro capitolo di quest’estate riguarda gli omicidi di donne commessi da familiari o partner. In Italia, in tre casi su quattro, l’omicidio di donne è una questione di famiglia. E anche se nel nostro paese sono statisticamente meno a rischio che in altri, le donne italiane non si sentono protette.

Nelle due settimane centrali di agosto, come di consueto lavoce.info ha sospeso l’invio della newsletter. Abbiamo però aggiornato quotidianamente il sito con nuovi articoli su: Unione bancaria, tempi della giustizia, invecchiamento della popolazione, riforma contro l’abuso di mercato e misure del benessere equo e sostenibile. Nell’ultima puntata del fact checking de lavoce.info abbiamo verificato che Vittorio Sgarbi, brillante critico d’arte, è una capra (come dice lui) in economia, almeno quando parla di disoccupazione giovanile.

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Il Punto

Ritardi e disguidi negli interventi di spegnimento degli incendi estivi hanno tante cause. Forse anche lo smembramento del Corpo forestale. Non secondo il sottosegretario alla Semplificazione Rughetti, che lo esclude decisamente. Una posizione insostenibile, come risulta dall’articolato fact-checking de lavoce.info.
Torniamo sulle valutazioni dell’efficacia del bonus di 80 euro introdotto poco prima delle elezioni Ue del 2014. In un recente studio di tre economisti della Banca d’Italia si calcola che i consumi aggiuntivi attribuibili alla misura potrebbero essere stati la metà o poco più del reddito ottenuto. La controversia continua.
Con 34 mila denunce all’anno, medici e ospedali sono bersaglio di cause per danni ai pazienti. Spesso pretestuose. Ci sono però alcune novità legislative, in ambito penale e civilistico, che alleggeriscono la posizione dei sanitari. I quali altrimenti si rifugiano in rigide prassi di medicina difensiva.
Le due banche venete assorbite da Intesa dopo il dissesto sono esempi da manuale del modo di operare degli istituti di credito locali. Hanno assecondato l’economia del territorio adattandosi alle sue specificità. Anche troppo viene da dire, leggendo dei conflitti di interesse emersi dalle cronache. Intanto, dal gennaio 2019, arriveranno due nuovi requisiti patrimoniali per le banche volti ad accrescerne la capacità di far fronte a casi di insolvenza con risorse interne. Almeno se i risultati degli stress test sulla solidità sono precisi.
Quasi a sorpresa e in gran fretta, l’Italia sta varando una missione militare in acque libiche, navale e non solo. Scopo dichiarato, regolare il flusso migratorio. Tra molte contraddizioni e un po’ di ipocrisia.

Un commento di Sergio Beraldo all’articolo “Le scelte finanziarie migliorano con una spinta gentile” di Maria De Paola, Francesca Gioia e Fabio Piluso. Con la replica degli autori.

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Incendi 2017, tutto quello che c’è da sapere

I numeri sugli ettari di bosco bruciati in questa calda estate. E un riepilogo di vecchie e nuove norme che regolano la prevenzione e lo spegnimento degli incendi. Anche per capire quanto ha inciso la riforma del Corpo forestale, con il fact-checking.

Una spinta gentile? No, grazie

di Sergio Beraldo

I limiti del paternalismo libertario

Le nostre carenze cognitive legittimano i governi a forzare gentilmente (to nudge) le persone in modo tale che le loro scelte siano migliori? Una convinta tendenza a rispondere affermativamente alla domanda si è diffusa negli ultimi anni sia negli Stati Uniti che in Europa, come testimoniato peraltro dai comitati tecnici di supporto costituiti dai governi (Behavioural Sciences Team negli Usa; Behavioural Insight Team nel Regno Unito) o dal progetto della Commissione europea Nudge It.
Vi sono alcune importanti ragioni dietro questa tendenza. Innanzitutto, il nudging richiede un ammontare modesto di risorse pubbliche. In secondo luogo, non sembra violare in alcun modo la libertà individuale; si rivolge sia alla destra che alla sinistra e rende la regolazione attraente anche per i conservatori.
Sarà anche per questi motivi che l’articolo di Maria De Paola, Francesca Gioia e Fabio Piluso auspica che si rifletta in Italia sulle spinte gentili che possono “aumentare l’efficacia delle politiche pubbliche”.
Le cose però sono più complesse di quel che appaiono. Sebbene apparentemente rispettoso della libertà individuale, vi sono ragioni per ritenere che il nudging violi i principi fondamentali del liberalismo; minacci il controllo degli individui sulle proprie valutazioni e deliberazioni; produca infantilismo come effetto di lungo periodo, ovvero una ridotta responsabilità in questioni riguardanti il proprio benessere. D’altro canto, proprio alcuni dei proponenti scrivono che “l’economia comportamentale estende la paternalisticamente protetta categoria degli idioti in modo da includere la maggior parte delle persone, in prevedibili momenti del tempo”.

Decisioni da superuomo

Da gennaio 2017 un sistema opt-out disciplina la donazione di organi in Francia: tutte le persone saranno considerate donatrici, a meno che non manifestino esplicitamente la propria volontà di non esserlo. È un esempio di nudging. L’evidenza disponibile conferma che la donazione di organi cresce notevolmente con sistemi opt-out. Dunque, gli organi disponibili dunque aumenteranno, mentre i francesi saranno formalmente liberi di essere o non essere donatori. Vi è qualche ragione per opporsi?
Il punto più rilevante è che la scelta degli individui imposta dall’inerzia non è affatto una scelta intenzionale; non è indicativa delle loro preferenze, ma riflette solo le preferenze di chi ha organizzato l’ambiente all’interno del quale gli individui scelgono. L’autonomia degli individui è violata e il nudging si dimostra in contrasto con i principi cardine del liberalismo (LINKSergio Beraldo, An Impossibility Result on Nudging Grounded in the Theory of Intentional Action). Che i paternalisti libertari dicano che in realtà le scelte degli individui sono quelle che farebbero se avessero illimitate facoltà cognitive e illimitata capacità di resistere alle tentazioni (fossero superhumans) è un argomento che ciascuno può valutare, e che è stato già usato.
Vi è un ulteriore punto che mi sembra utile sollevare. A giudizio dei proponenti, i nudge non sono rilevanti dal punto di vista motivazionale. Cass Sunstein e Richard H. Thaler, tuttavia, concedono che gli individui dovrebbero essere informati della “spintarella” (il principio di pubblicità, attribuito erroneamente a John Rawls e non a Immanuel Kant, peraltro). L’informazione innesca però, inevitabilmente, una riflessione sulle opzioni e sulle caratteristiche dell’ambiente di scelta. Nell’esempio francese, essere donatori in un sistema opt-out non è la stessa cosa che esserlo in un sistema opt-in. Il nudging sottovaluta un importante aspetto delle scelte, frustrando le motivazioni individuali.
Per quanto riguarda, invece, l’articolo di De Paola, Gioia e Piluso, fornendo informazione l’individuo rimane responsabile delle proprie scelte, anche finanziarie. Si dirà che fornire informazione può non essere sufficiente. La risposta è che non vi sono limiti all’intrusività delle spintarelle e dunque alla deresponsabilizzazione che possono produrre. Meglio individui responsabili delle proprie scelte, anche di quelle sbagliate, che burattini nelle mani dell’architetto benevolente.

 

La replica di Maria De Paola, Francesca Gioia e Fabio Piluso

Ma la responsabilità dell’individuo resta

Vi è un ampio dibattito in letteratura tra coloro che ritengono la spinta gentile un importante strumento nelle mani del governo per “correggere”, con un costo contenuto, carenze cognitive e distorsioni comportamentali e coloro che, invece, sollevano dubbi circa l’etica di tali politiche (Sunstein, C. R. (2015). The ethics of nudging; Nys, T. R., Engelen, B. (2017). Judging Nudging: Answering the Manipulation Objection.

C’è da dire che la presenza di un ambiente sociale (“choice architecture”) che in qualche modo influenza le scelte individuali, è inevitabile. Infatti, le spinte gentili tipicamente vanno a modificare strutture decisionali già esistenti (Sunstein, C.R. Nudging: A Very Short Guide. Per cui, obiettare contro il nudging in sé sembra forzato: è ragionevole preoccuparsi di specifici usi delle spinte gentili da parte del governo, ma negare l’utilità generale di tali politiche sembra eccessivo.
Diventa difficile anche capire se la “choice architecture” corretta sia quella in essere o quella modificata dalla spinta gentile. Si pensi ad esempio al caso dei default confrontando il sistema opt-in con quello opt-out nelle donazioni degli organi, ma anche nella contribuzione pensionistica.
È importante che le politiche di nudging siano il più possibile trasparenti. D’altra parte, un recente studio mostra che la loro efficacia non è influenzata dalla trasparenza e quindi dal fatto che i soggetti a cui tali politiche si rivolgono ne conoscano gli effetti potenziali e gli obiettivi (Bruns, H., Kantorowicz-Reznichenko, E., Klement, K., Luistro Jonsson, M., Rahali, B. (2016). Can Nudges Be Transparent and Yet Effective?.
Per tornare al nostro articolo: ricordare informazioni già in possesso dell’individuo non rende quest’ultimo meno responsabile delle proprie scelte, anche sbagliate.

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