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Autore: Desk Pagina 93 di 195

Il desk de lavoce.info è composto da ragazzi e ragazze che si occupano della gestione operativa del sito internet e dei social network e delle attività redazionali e di assistenza alla ricerca. Inoltre, sono curati dal desk il podcast e le rubriche del fact checking, de "La parola ai grafici" e de "La parola ai numeri".

Il Punto

Con la manovra 2017-19, la spesa e le entrate totali arriveranno a 836 e 796 miliardi nel 2017, per poi salire di 19 e 55 miliardi a fine triennio. L’aiuto all’economia verrà da un deficit maggiore di quanto preventivato. In un quadro di sostenibilità dei conti pubblici, secondo il governo. Bruxelles e mercati non ne sembrano convinti. Sulla spesa sanitaria l’esecutivo mantiene le promesse fatte alle regioni: +2 miliardi nel 2017 (e +1 nei due anni seguenti). Con le risorse arrivano però più compiti da svolgere, anche in termini di livelli di assistenza da garantire.
Serve a far cassa in tempi rapidi, ma ha tutte le caratteristiche di un ennesimo condono fiscale la rottamazione delle cartelle di pagamento in occasione della chiusura di Equitalia. Contiene misure inique e – come tutti i provvedimenti del genere – premia i contribuenti meno meritevoli.
Dopo il caso della tassazione-regalo della Apple in Irlanda, la Commissione Ue prova a rendere obbligatorio dal 2019 per i grandi gruppi un criterio unico di determinazione della base imponibile. Peccato che manchino il coordinamento tra amministrazioni nazionali e un organo comunitario per risolvere dubbi e contestazioni.

La legge di bilancio 2017

Ecco il testo della legge di bilancio presentato al Parlamento.

Il Punto

Nel disinteresse dei media, il decreto fiscale porta con sé una misura che dovrebbe fruttare 2,8 miliardi di gettito annuo aggiuntivo. È il nuovo sistema di trasmissione telematica dei dati Iva all’Agenzia delle entrate. Che potrà così incrociare le dichiarazioni cliente-fornitore. Ma non vale per i dettaglianti.
Il bicameralismo perfetto – dicono i sostenitori del sì al referendum – rallenta l’iter dei progetti di legge. Certo è che da noi approvare una legge richiede 247 giorni, più che in Spagna e meno che in Francia. Se a presentare la proposta è il governo bastano sei mesi mentre per le leggi di iniziativa parlamentare si va oltre i 500 giorni.
Esemplare di quanto siano malsani gli intrecci tra società partecipate e politica è la vicenda delle due aziende dei trasporti di Torino. Che vantano crediti verso il comune riconosciuti dalla politica ma non dai criteri contabili. Un sistema opaco andato in crisi dopo il cambio di assetto nel potere cittadino.
Dopo sette anni di negoziati, il Ceta – accordo di libero scambio Ue-Canada – giunge in dirittura d’arrivo. All’ultimo momento ha cercato di bloccarlo la regione francofona del Belgio. Motivo del contendere: una clausola sull’arbitrato internazionale. Tipico esempio del localismo che paralizza l’Europa ogni giorno di più.
Sultano repubblicano, Erdogan ha islamizzato la Turchia e costruisce carceri per i dissidenti. E sulla scena internazionale si muove con disinvoltura tra grandi potenze e stati vicini. Ma il boom economico alla base del suo consenso sta svanendo mentre la politica liberticida rischia di bloccare la crescita del paese.

Fausto Panunzi e Riccardo Puglisi rispondono ai commenti al loro articolo “Tagli alla politica: non è tutto oro quello che luccica

Il Punto

Alla Camera si discute la proposta dei 5 Stelle di ridurre l’indennità dei parlamentari. L’obiettivo è quello di selezionare una classe politica migliore. È però più facile valutare le performance dei politici nei comuni che in un’assemblea di 630 deputati eletti con un sistema elettorale a liste bloccate.
Mentre tarda l’arrivo della legge di bilancio in Parlamento, almeno un provvedimento è certo: la chiusura di Equitalia. La quale, con 1.058 miliardi di crediti al 95 per cento inesigibili, ha incarnato un sistema di riscossione perverso. Che non distingue tra grandi evasori e piccoli contribuenti con l’acqua alla gola. E nel quale chi paga tardi fa un affare rischiando poco.
Pare anche che nel bilancio pubblico ci saranno più soldi per il piano vaccini. Bene. Ancora meglio combattere le favole antiscientifiche che portano sempre più genitori a non immunizzare i propri figli. Contro i risultati della ricerca e in barba all’assunzione di responsabilità.
Con una parte del proprio utile netto girato allo stato, Bankitalia contribuisce alla manovra di finanza pubblica. L’anno scorso ha dato una quota del 25 per cento ma potrebbe dare di più, come si fa negli altri grandi paesi Ue. Da noi, però, le regole vogliono che metta a riserva percentuali molto superiori.
Da un’indagine sui consiglieri di amministrazione risulta che meno di quattro società su dieci applicano per la loro selezione criteri legati al merito. Vale la pena puntare a questo obiettivo perché meritocrazia genera meritocrazia, nel privato e nel pubblico. A cominciare dalla testa delle organizzazioni.
Tra le riforme in attuazione c’è quella delle regole tra debitori e creditori quando ci sono dei beni in garanzia. Meno vessazione per gli insolventi quando sono deboli, tempi più rapidi per i prestatori (banche incluse) nel rientrare dei finanziamenti fatti. Un utile ammodernamento delle norme. Con margini di miglioramento.

Il Punto

Nel Documento di bilancio provvisorio (Draft budgetary plan) inviato a Bruxelles, il governo mette per iscritto gli obiettivi per il 2017-2019. Ci aspetterebbe un domani di conti pubblici in equilibrio e debito in calo marcato. Oggi però i segni di vero miglioramento dei saldi di finanza pubblica sono stentati. Intanto, tra pochi giorni giunge in Parlamento la legge di bilancio. Che ora accorpa anche la vecchia Finanziaria, unificando in un solo quadro entrate e spese dello stato e gli interventi a correzione dei conti. Sotto l’occhio attento di un organo terzo, l’Ufficio parlamentare di bilancio.
In attesa che si arrivi a una sola emissione di dati da parte delle varie fonti statistiche, l’inps registra le cessazioni dei rapporti di lavoro con il loro perché: dal licenziamento alle dimissioni, dalla fine del contratto a termine al decesso. Dal loro esame, incrociato con i dati regionali, escono conferme e sorprese. Tra queste, l’aumento dei cinesi licenziati.
Di solito si valuta quantità e qualità della ricerca scientifica usando il parere degli esperti. Si tratta di un mezzo complesso, costoso e per giunta poco trasparente. In alternativa, la bibliometria (il conto delle citazioni) è uno strumento imperfetto ma costa di meno e arriva a risultati più che accettabili. Come mostra uno studio.
Bisogna cominciare dalla scuola, inserendo economia e finanza tra le materie curricolari, la battaglia contro l’ignoranza diffusa che regna su questi temi nel nostro paese. Anche tra i giovani. Se ne parla da anni ma c’è solo un disegno di legge che vuole introdurre una sperimentazione. Troppo poco.

Il nostro amico e collega Massimo Bordignon è stato nominato membro dello European fiscal board, l’autorità Ue indipendente sulle materie fiscali. Per la durata dell’incarico non interverrà su lavoce.info sui temi di finanza pubblica italiana ed europea. A Massimo gli auguri di buon lavoro da tutta la redazione.

Il Punto

Con la legge di bilancio 2017 si perpetua un sistema assistenziale frammentato, per categorie e squilibrato a favore dei pensionati. Per l’anno che viene ci sono 1,9 miliardi di euro (7 nel triennio) solo per l’intervento assistenziale sulle pensioni. Appena 650 milioni, invece, per le famiglie, sempre a spizzichi e bocconi. Nella parte della manovra relativa al fisco si trovano l’abolizione di Equitalia, il superamento degli studi di settore e la nuova Imposta sul reddito dell’imprenditore (Iri). Con molti dettagli decisivi da precisare. Arriva il disinnesco totale degli aumenti di Iva automatici previsti dalla Finanziaria 2016. Si evita una stangata sui consumi. Ma vengono meno 15 miliardi di entrate nel 2017 e anche un po’ di inflazione che – secondo alcuni – avrebbe fatto comodo.
I tanti elogi per la ratifica dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici devono diventare un piano operativo di decarbonizzazione dell’economia. Che comporta trasformazioni radicali in molti modelli di business e  nuove opportunità. E, dunque, rientra nella promozione dei processi innovativi di Industria 4.0.
Tre su quattro fondi comuni promettono una cedola. Che però, nei casi in cui il rendimento è insufficiente, viene pagata prelevando i soldi dal capitale dell’investitore. Tutto ok sotto l’aspetto formale (e infatti il regolatore tace). In sostanza, un vero trucco ai danni dei risparmiatori.
Con un provvedimento allo studio andrà forse in soffitta la bocciatura nelle scuole elementari e medie. Ripetere l’anno è un guaio e può accrescere gli abbandoni. Ma, al posto dell’abolizione, meglio la personalizzazione dei percorsi di studio. Che però costa e richiede attenzione a evitare gli sprechi.

La nostra amica e collega Silvia Giannini – terminato un periodo di incarichi istituzionali, in aspettativa da lavoce.info – torna a far parte a pieno titolo della Redazione ed entra nel Comitato di redazione accanto ad Angelo Baglioni, Francesco Daveri, Maria De Paola, Fausto Panunzi e Michele Polo. Bentornata, Silvia!

Ecco l’iter della legge di bilancio

Al via il processo di approvazione della legge di Bilancio. Quella che prima si chiamava Finanziaria e fino allo scorso anno legge di Stabilità adesso ha assunto un nuovo nome e una nuova veste. Ma non si tratta solamente di forma, perché cambiano anche le tempistiche.

Il Punto

Nel discutere delle riforme sottoposte a referendum, si raffronta spesso il nuovo Senato con il Bundesrat tedesco. Le due camere sono a rappresentanza regionale. Ma i senatori italiani rispecchiano la distribuzione dei seggi nei consigli di origine, mentre gli omologhi tedeschi devono votare secondo gli interessi dei governi degli stati federati. Politicamente collegato al referendum, l’Italicum sarà forse il primo sistema elettorale riformato prima di sapere se funziona. In ogni caso, impossibile cambiarlo senza rinunciare ai suoi due capisaldi: la certezza del vincitore “la sera del voto” e la garanzia di governi di legislatura.
Per attenuare gli squilibri finanziari globali, Usa e Cina hanno notevolmente ridotto il rispettivo avanzo delle partite correnti. La Germania invece – al primo posto con 274 miliardi di dollari di avanzo – non ci vuole sentire e continua a risparmiare più di quanto investa, sottraendo munizioni all’anemica crescita europea. Anche sul fronte bancario, i tedeschi predicano bene ma razzolano male. I problemi di Deutsche bank sono sintomo di un sistema finanziario che deve rimettere ordine in casa, al pari di altri ma per ragioni diverse. Lo abbiamo documentato in vari articoli recenti, ora raccolti in un Dossier.
Industria 4.0, il piano nazionale per incentivare gli investimenti nelle tecnologie, dovrebbe servire a colmare le lacune e recuperare i ritardi. Ma anche a irrobustire l’impegno nelle tecnologie in cui l’Italia ha già vantaggi in termini di specializzazione e di risorse ottenute in sede europea. Con una mappatura dettagliata.
Panino a scuola anziché mensa scolastica? È un diritto delle famiglie, ha stabilito il tribunale di Torino. L’accresciuta libertà riduce però le funzioni di socializzazione ed educazione alimentare insite nella refezione collettiva degli alunni. Oltre il sandwich c’è di più.

 

Banche: anche la Germania deve fare i compiti a casa

Il Punto

Come si fa a indurre i manager a perseguire gli interessi degli azionisti e non i propri? Pagarli bene non basta. Meglio responsabilizzarli in modo equilibrato: non indurli a prendere rischi eccessivi e tenere conto dei loro incentivi di carriera. Studiando questi temi Oliver Hart e Bengt Holmstrom si sono meritati il Nobel 2016 per l’economia.
Nell’America che si avvicina alle elezioni presidenziali si allunga l’ombra dello sconfitto Bernie Sanders sui programmi economici di Clinton e Trump. A far breccia – prima di tutto nel cuore dell’elettorato – è la resistenza all’approvazione e al rinnovo degli accordi di libero scambio con Asia, Ue e Messico. Tra le questioni lasciate irrisolte da Obama, la guerra civile in Siria. Un conflitto pesante soprattutto in Europa che vede un flusso di rifugiati pari al 15 per cento del totale. Ce n’è a sufficienza per alimentare una crisi drammatica. Che durerà se i paesi Ue non si accorderanno su regole comuni.
Per dare ossigeno alla Grecia l’Unione concede altri 2,8 miliardi di prestiti. Stavolta però il Fondo monetario non vuole partecipare, a meno che non si parta da un tema sgradito a Bruxelles: la cancellazione del debito di Atene. Sullo sfondo è tornato positivo lo spread del Btp italiano rispetto a quello spagnolo, una misura della fiducia relativa degli investitori nei due paesi. A Madrid da oltre nove mesi non c’è un governo. Ma l’Italia – nonostante gli acquisti della Bce – è appesa al rischio referendum.
Più di metà dei piccoli investitori italiani vogliono solo prodotti finanziari a rischio zero e alto rendimento. Così dicono le risposte a un questionario sulle scelte d’investimento. Ancora una volta balza in evidenza la scarsa conoscenza dell’abc su questi temi. Che fa male a tutti, anche a banche e consulenti.
Gli italiani hanno scarsa fiducia nella stampa. Alle ragioni storiche di questo cattivo rapporto (linguaggio poco comprensibile, fatti non separati dalle opinioni) forse se ne può aggiungere un’altra: i giornalisti sono più a sinistra dei loro concittadini. Così si fanno leggere prevalentemente da quelli con le stesse idee.

 

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