Dove hanno agito, le Usca sembrano essere riuscite a ridurre la pressione sugli ospedali. Ma non in tutte le regioni sono effettivamente operative. Per esempio, tre di quelle più colpite dalla seconda ondata hanno un tasso di copertura molto basso.
Autore: Leonzio Rizzo Pagina 7 di 10
Si è laureato in Economia all'Università Cattolica di Milano. Ha conseguito il Master in Economics a Louvain-la-Neuve e il dottorato in Economia Politica all'Università Federico II di Napoli. E' stato Marie Curie post-doc fellow alla LSE. Si occupa di temi di economia pubblica e political economy con particolare riguardo alla finanza locale. Ha insegnato all'Università Cattolica di Milano e all'Università di Novara e Ferrara. E' professore ordinario di Scienza delle Finanze presso quest'ultima Università e research affiliate presso l'IEB dell'Università di Barcellona. Ha svolto e svolge attività di consulenza per vari enti pubblici. È stato membro del comitato direttivo della Siep (Società Italiana di Economia Pubblica) per il periodo 2015-2021. È redattore de lavoce.info. @leonziorizzo su Twitter.
Le centrali uniche di acquisto consentono di concentrare a livello regionale l’acquisto di beni e servizi essenziali per la salute dei cittadini. L’obiettivo è assicurare costi più bassi a parità di servizio. E il risparmio ottenuto è evidente.
Fare un confronto tra l’evoluzione della prima e seconda ondata di coronavirus non è semplice. I numeri su terapie intensive e decessi nei primi sette giorni di marzo e di ottobre sono molto simili. Cambia però il tasso di crescita dei ricoveri.
Gli allevamenti di carne contribuiscono all’inquinamento dell’aria. Per ridurre produzione e consumo non serve una nuova imposta, basta agire sulle aliquote Iva. Il gettito aggiuntivo, oltre 4 miliardi, potrebbe finanziare il taglio del cuneo fiscale.
L’annunciata introduzione del cashback mira ad aumentare la tracciabilità dei pagamenti per ridurre l’evasione fiscale. La scommessa è riuscire a recuperare una somma superiore ai costi dell’operazione. In Portogallo ci sono riusciti.
Pur se con molta prudenza, l’Italia ha avviato una revisione della spesa, certificata nella legge di bilancio. L’instabilità politica lascia invece la Spagna ferma alla fase degli annunci. A frenare sui tagli sono spesso i partiti populisti al governo.
Gli stessi risparmi di spesa previsti con il taglio dei parlamentari si possono ottenere senza perdere rappresentatività parlamentare. Si potrebbe infatti intervenire sul bilancio di Camera e Senato, apportando modeste riduzioni ad alcune voci di spesa.
Il governo si è impegnato a realizzare una riforma dell’Irpef, senza però indicarne per il momento i tratti salienti. Dall’analisi dei punti di forza e di debolezza dell’imposta emergono in modo chiaro quali dovrebbero essere le priorità da cui partire.
Non è vero che la spesa sanitaria in Italia è diminuita negli ultimi anni. È però vero che il numero dei posti letto è nettamente inferiore rispetto a Germania e Francia, perché il loro costo è molto più alto. Ecco i fattori che spiegano la differenza.