Anche in Italia i lavoratori dipendenti sono spesso soggetti a patti di non concorrenza. Il rischio è che si trasformino in un ostacolo alla mobilità del lavoro, già bassa nel nostro paese. Dovrebbe occuparsene l’Autorità garante della concorrenza.
Autore: Lorenzo G. Luisetto
Lorenzo G. Luisetto è Research Scholar e S.J.D. Candidate presso la University of Michigan Law School, dove aveva svolto un periodo di ricerca durante il dottorato. Ha ottenuto il Ph.D. in diritto del lavoro presso l’Università degli Studi di Trento. In precedenza, è stato visiting scholar presso KU Leuven e Visiting Researcher all’AFL-CIO a Washington D.C. Si occupa di analisi economica del diritto, regolazione dei mercati del lavoro e antitrust.
Le clausole di non concorrenza vanno ormai ben al di là della protezione dei legittimi interessi del datore di lavoro. Negli Usa si pensa di vietarle. Perché limitano la diffusione della conoscenza, con effetti negativi sull’innovazione e la crescita.