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Autore: Maria Cecilia Guerra Pagina 5 di 9

galasso Ha conseguito l’M.Phil in Economics alla Cambridge University (UK). È dottore di ricerca in Economia Politica presso l’Università di Bologna; è docente di Scienza delle Finanze  presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. È membro fondatore del CAPP – Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche presso il Dipartimento di Economia Politica dell’Università di Modena e Reggio Emilia. È stata sottosegretaria al Ministero  del Lavoro e delle Politiche sociali sotto il governo Monti e viceministro presso lo stesso dicastero con Delega anche alle Pari opportunità sotto il governo Letta. È  stata poi Sottosegretaria al Ministero dell'Economia sotto i governi Conte2 e Draghi. Attualmente è membro della Camera dei Deputati. Redattore de lavoce.info.

FISCO

PROVVEDIMENTI

L’impegno maggiore, deciso e continuativo, si è avuto nelle azioni di contrasto all’evasione e all’elusione, avviate da subito con il decreto Visco-Bersani del luglio 2006, anche a costo di tensioni e proteste, generate a volte dalla fretta con cui sono state emanate alcune norme, che hanno poi dovuto essere in parte corrette. Si sono ampliate le informazioni a disposizione dell’amministrazione e si è rafforzata la sua potestà di controllo, accertamento e sanzione. L’attività di accertamento è stata diretta nei confronti sia delle piccole imprese (studi di settore, scontrini eccetera), sia dei soggetti di grandi dimensioni.
Con la Legge finanziaria 2007 si è disposta la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. La parte a favore delle imprese, con una detassazione media pari a circa 3 punti percentuali di retribuzione, è stata articolata in modo da favorire l’impiego di lavoratori a tempo indeterminato, delle fasce salariali più basse e del Mezzogiorno. L’intervento di riduzione del cuneo per i lavoratori è stato realizzato attraverso una mini-riforma dell’Irpef. La riduzione, che ha interessato la maggior parte dei contribuenti con reddito dichiarato inferiore ai 40mila euro, ha avuto un costo molto ridotto per l’erario e un effetto redistributivo modesto.
Con la Finanziaria per il 2008, è aumentata la detrazione Ici sulla prima casa. Un intervento discutibile sotto molti aspetti. Viola l’autonomia tributaria dei comuni, in quanto interessa il più importante tributo proprio a loro assegnato. Limita una fonte di prelievo a cui tutti i paesi fanno ampio ricorso. Ha effetti redistributivi negativi.
Ha invece effetti redistributivi positivi, anch’essi però contenuti, l’introduzione di detrazioni, variamente articolate, per i contribuenti, con basso reddito, in affitto. Queste detrazioni si traducono in trasferimenti positivi a favore dei contribuenti, nel caso in cui gli stessi risultino incapienti.
Con la Finanziaria 2008 è stata riformata la tassazione societaria. Si è agito, con obiettivi simili, sia sull’Ires che sull’Irap. Si è proceduto a significative riduzioni di aliquota: dal 33 al 27,5 per cento per l’Ires e dal 4,25 al 3,9 per cento per l’Irap. Per evitare perdite di gettito si è ampliata la base imponibile. Altri obiettivi centrali dichiarati sono la semplificazione e la maggior certezza della normativa, al fine di ridurre i costi indiretti e i rischi dei contribuenti.
Nell’ottica della semplificazione e della riduzione dei costi degli adempimenti richiesti ai contribuenti, la Finanziaria 2008 ha anche introdotto un nuovo sistema di tassazione, opzionale, per circa 900mila lavoratori autonomi e piccole imprese con un giro di affari inferiore a 30mila euro l’anno. Per questi "contribuenti minimi" Iva, Irap e Irpef, vengono sostituiti da un’unica imposta del 20 per cento commisurata al reddito imponibile definito come differenza fra il valore del giro di affari annuale e il valore dei costi sostenuti per l’impresa.

QUANDO SI VEDRANNO GLI EFFETTI

Per quanto riguarda le azioni di contrasto all’evasione, il successo è innegabile. Potrà essere duraturo solo se l’azione continuerà ad essere decisa e continuativa. La stima governativa di un aumento di gettito imputabile alla lotta all’evasione di 11,2 miliardi di euro nel 2006 e di altri 6,7 miliardi nel 2007 trova principale riscontro nell’incremento dell’Iva, in misura superiore a ciò che sarebbe giustificato dall’andamento della base imponibile, nel settore del commercio e dei servizi immobiliari e come effetto degli interventi sugli studi di settore.
La riduzione del cuneo fiscale per la parte a favore delle imprese è entrata in vigore nella seconda metà del 2007. Se ne potranno quindi valutare gli effetti solo dal 2008.
La riforma dell’Ires e dell’Irap rivela una forte volontà di semplificazione degli adempimenti e contribuirà, dal 2008, a migliorare la competitività fiscale del nostro paese.
Una valutazione compiuta del nuovo sistema di tassazione per contribuenti minimi sarà possibile solo fra qualche mese, quando si saprà anche quanti soggetti vi avranno effettivamente aderito. In questo senso, decisivo sarà l’atteggiamento che verrà preso dalle organizzazioni dei piccoli imprenditori, dei lavoratori autonomi e dei consulenti fiscali.

OCCASIONI MANCATE

La riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori era pensata come un primo passo in direzione di un intervento di più ampio respiro finalizzato all’unificazione degli strumenti fiscali (detrazioni) e di spesa (assegni familiari) a sostegno dei carichi familiari; e a disegnare meglio la struttura degli incentivi implicita nella detrazione per lavoro. Questi temi sono oggetto del Libro bianco sull’Irpef, atteso per la fine di febbraio, che avrebbe dovuto ispirare una nuova riforma del più importante tributo del nostro ordinamento.
Il governo Prodi ha messo in cantiere anche la riforma della tassazione delle attività finanziarie, che ha il suo perno nell’unificazione delle aliquote riservate alle diverse tipologie di redditi di capitale, e nella omogeneizzazione del trattamento riservato al risparmio, sia esso intermediato da gestioni individuali o collettive, o affidato in amministrazione o custodia a qualche intermediario finanziario. Il disegno di legge delega di iniziativa governativa che avrebbe dovuto portare a questa riforma, approdato alla Camera nell’autunno del 2006, è rimasto tuttavia bloccato dal mancato accordo all’interno della maggioranza su come gestire la fase di transizione dal vecchio al nuovo regime.

LA SCOMMESSA DELLA POLITICA FISCALE

La politica in materia di fisco del governo Prodi si è articolata in molte direzioni. Prima fra tutte, però, la lotta all’evasione fiscale, dove i successi sono ormai ampiamente riconosciuti. Positivo in particolare il fatto che l’intervento normativo sia andato di pari passo con il potenziamento dell’azione dell’amministrazione. Più discutibile l’intervento sull’Ici. Ma come per altri importanti provvedimenti, dalla riduzione del cuneo fiscale alla tassazione delle rendite finanziarie, ha seguito, nel bene e nel male, gli impegni presi in campagna elettorale.

LE OMBRE SULLA DETASSAZIONE DEGLI AUMENTI CONTRATTUALI

Le ipotesi di detassazione degli incrementi di retribuzione derivanti dalla contrattazione di primo e secondo livello suscitano perplessità. Intanto bisognerebbe chiedersi se l’agevolazione fiscale sia la via più idonea per incentivare la crescita della produttività e i conseguenti aumenti di salario. E’ sicuramente la più facile, ma non necessariamente la più efficace ed efficiente. Vanno evitati effetti di elusione fiscale. In ogni caso, gli incentivi dovrebbero essere tali da non compromettere l’equità e la coerenza del prelievo nel suo insieme.

FAMIGLIE E IMPRESE NELLA MANOVRA FINANZIARIA 2008

La manovra opera una parziale restituzione dell’extra-gettito. Ne beneficiano le famiglie: in particolare incapienti e proprietari di prima casa con redditi inferiori a cinquantamila euro. Molti sono anche gli interventi fiscali per società e imprese. Si preannunciano a costo zero, ma potranno avere effetti di rilievo sia sulla competitività che sulla ripartizione del carico fiscale fra i diversi soggetti. Prevalentemente improntate alla semplificazione sono le misure per le piccole imprese.

Il Dpef 2008-2011: un aiuto alla lettura

Il Dpef 2008-2011 presenta alcune novità. In primo luogo, la costruzione dell’elenco di “spese eventuali” è un passo avanti in trasparenza e leggibilità. In particolare, gli impegni elencati danno una idea della dimensione del tendenziale a “politiche invariate” invece che a “legislazione vigente”. In secondo luogo, dall’elenco emerge come la Finanziaria 2008 debba reperire risorse per almeno 11 miliardi, solo per fare fronte a impegni già sottoscritti o prassi consolidate. Con l’impegno a trovarle sul versante della riduzione della spesa primaria.

Cosa succede agli studi di settore

Contrariamente a quanto si dice in questi giorni, lavoratori autonomi e piccole imprese pagano le loro imposte sul reddito effettivo. Mentre gli studi di settore sono solo uno strumento di accertamento. I nuovi indici di coerenza introdotti dalla Finanziaria 2007 servono a contrastare una duplice attività di “manipolazione” dei dati. Sono però diventati la testa di ariete per il tentativo di far crollare l’intero impianto degli studi di settore. Ma siamo sicuri che con un’evasione stimata attorno al 27 per cento del Pil, il nostro paese possa rinunciarvi?

Dietro le sbarre si perde il diritto alla salute

Otto anni fa un decreto legislativo prevedeva il passaggio della competenza sulla sanità nelle carceri dal ministero della Giustizia al Sistema sanitario nazionale. Ma la sperimentazione non si è mai conclusa. E’ una questione di democrazia prima ancora che di costi. La tutela della salute delle persone recluse non può essere limitata da esigenze di sicurezza e confinata nei documenti di programmazione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ma deve procedere su un binario unitario insieme a quella del mondo libero .

Ma il contrasto di interessi non è la soluzione

Il contrasto di interessi è sempre più spesso indicato come la formula magica cui affidare la lotta all’evasione. Ma per essere efficace l’agevolazione riconosciuta ai contribuenti onesti dovrebbe essere tale da annullare completamente il gettito dello Stato. Ed è illusorio pensare che si elimini così la necessità di controlli e accertamenti fiscali. Sembrerebbe più proficuo perseguire altre modalità, che costringano il singolo contribuente a confrontare il guadagno dell’evasione con i rischi o i costi che essa potrebbe comportare su altri fronti.

Come funziona (o non funziona) il contrasto di interessi

Si ha contrasto di interessi fra un venditore e un compratore quando la convenienza a evadere dell’uno trova un ostacolo nella convenienza a rendere nota la transazione al fisco da parte dell’altro. Ecco alcuni esempi. Dalla situazione attuale di una convergenza di interessi a evadere alla piena deducibilità dal reddito imponibile del compratore della spesa sostenuta. L’ampiezza dell’intervallo di contrattazione tra i due attori dipende criticamente dalle rispettive aliquote dell’Irpef. Mentre in diversi casi lo Stato non incassa alcun gettito.

Per chi e perché si taglia il cuneo: le imprese

E’ condivisibile la scelta di ridurre il cuneo fiscale per la parte che compete alle imprese attraverso un intervento sull’Irap. Che può essere letto non come una semplice agevolazione, ma come una norma di sistema. E la sua articolazione è funzionale agli obiettivi perseguiti. Gli elementi critici sono dettati dall’impellenza dei vincoli di gettito e riguardano l’esclusione di importanti settori dellÂ’economia, oltre alla complessità dei meccanismi opzionali previsti, che rendono il disegno e i suoi effetti meno trasparenti.

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