Per le imprese italiane la certificazione della parità di genere non è solo un passaggio obbligato per accedere ai fondi pubblici. Può rivelarsi utile per attrarre talenti e investimenti. E per questa via può favorire lo sviluppo di tutto il paese.
Autore: Maria Pia Sacco
Senior Legal Advisor presso lo studio legale RP Legal & Tax, assiste le imprese sui temi della sostenibilità, ESG e diritti umani. Prima di unirsi allo studio RP Legal & Tax, ha lavorato in questo ambito per il centro studi dell’International Bar Association e ha conseguito un dottorato di ricerca in Law and Economics presso l’Università degli Studi di Rotterdam. È membro del direttivo della ONG Human Rights International Corner, che promuove la sostenibilità d’impresa in Italia e all’estero.
Una proposta di direttiva europea obbliga le grandi imprese a introdurre sistemi per identificare e prevenire rischi ambientali e violazioni dei diritti umani dei lavoratori, lungo la catena di fornitura. È una svolta che colma un vuoto normativo.