La fuga verso la qualità sembra dar conto di circa un quinto dello spread Btp-Bund tedeschi. La maggior parte del differenziale è dunque dovuta a un effettivo maggior rischio paese avvertito dai mercati finanziari. Lo spread è tornato a livelli non dissimili da quelli sperimentati nella crisi del marzo 1995. E’ la riconferma della necessità di mantenere un rigoroso controllo della dinamica del debito nel nostro paese. E del fatto che il necessario uso della leva fiscale non deve significare il ritorno a una spesa pubblica senza freni.
Ma il funding gap c’è *
Di Pierluigi Morelli
il 24/05/2013
in Commenti e repliche, Rubriche
Nel suo articolo del 10 maggio, Carlo Milani trova come non esista alcun deficit di risorse per le banche italiane (calcolando un funding gap pressoché pari a zero). La tesi è piuttosto sorprendente e contraddice, prima che le risultanze dell’Abi, quelle della Banca d’Italia, che in più documenti ufficiali afferma il contrario; ad esempio nelle Considerazioni finali sul 2011 si diceva che “A marzo del 2012 i prestiti delle banche a clienti residenti in Italia ammontavano a circa 1.950 miliardi di euro, il 125 per cento del Pil.
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