Nei prossimi anni il divario Nord-Sud potrebbe aumentare anche a causa di una crisi demografica che sembra penalizzare di più le regioni meridionali. Gli investimenti previsti dal Pnrr sono un’occasione unica per accrescere produttività e occupazione.
Autore: Roberto Torrini
Ha ottenuto il master in economia all’Université catholique de Louvain e il dottorato di ricerca in Economia politica presso l’Università degli studi di Ancona (Università Politecnica delle Marche). Nell’anno accademico 2003-2004 è stato Visiting Scholar al Centre for Economic Performance, alla London School of Economics. In Banca d’Italia dal 1996 con funzioni di economista, è attualmente Vice Capo Servizio del Servizio Struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica. Tra il 2011 e il 2016 è stato Direttore dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (Anvur).
Il ritardo economico del Sud è un freno alla crescita generale e un’importante fonte di disuguaglianza del nostro paese. Il Pnrr offre però l’occasione per un deciso miglioramento delle prospettive di sviluppo. Lo spiega un rapporto della Banca d’Italia.
Gli atenei del Sud patiscono un calo di iscritti legato a ragioni demografiche e una carenza di risorse dovuta alla minore capacità contributiva degli studenti. Con più fondi si potrebbero attenuare i divari con il Nord, incentivando i miglioramenti.
L’Italia non cresce perché il sistema è schiacciato dalla burocrazia e dall’inefficienza dell’amministrazione pubblica? O le cause sono altre? Un libro di Paolo Sestito e Roberto Torrini cerca di rispondere a queste domande. Ne pubblichiamo un estratto.
Le differenze tra Centro-Nord e Mezzogiorno nella distribuzione dei redditi sono nettamente superiori a quelle di altri paesi. Per ridurle sono fondamentali politiche che aumentino il tasso di occupazione al Sud. Anche a costo di abbassare le paghe orarie.
Il sistema produttivo italiano non è stato in grado di contrapporre una sufficiente capacità innovativa alla crescente competizione internazionale. Interventi fiscali o moderazione salariale possono favorire il recupero della redditività. Ma se non cresce la produttività, l’economia resterà al palo.
L’esercizio di valutazione della qualità della ricerca 2004-2010 è certamente complesso. Ma i suoi risultati sono chiari. Tuttavia, per rispondere ad alcune questioni sollevate dopo la pubblicazione del rapporto, l’Anvur precisa alcuni punti che potrebbero suscitare confusione e fraintendimenti.