Nell’anno accademico 2014-15 oltre 55mila universitari hanno scelto un ateneo localizzato in una regione diversa da quella di residenza. E si tratta in larghissima parte di studenti del Sud. Per la qualità delle università del centro-Nord, certo, ma anche per molti altri motivi legati al contesto.
Autore: Rosanna Nisticò
Professore Associato presso il Dipartimento di Economia, Statistica e Finanza dell’Università della Calabria. Si occupa prevalentemente di Economia regionale, Economia dei settori produttivi, Economia dell’impresa. Ha conseguito un Dottorato di Ricerca (Università di Napoli) e il Diploma di Specializzazione in Economia dello Sviluppo (Centro Studi Ricerche per lo Sviluppo del Mezzogiorno –Portici (NA)). Insegna Microeconomia, Economia dell’impresa, Economia delle Istituzioni.
Le immatricolazioni negli atenei italiani sono in calo. Non è una buona notizia per un paese che ha già un basso numero di laureati. Il fenomeno ha varie cause e non è uniforme in tutte le zone del paese. Ma ha riflessi rilevanti sul bacino di domanda delle università. E sul loro finanziamento.
Dopo la pubblicazione del secondo “Rapporto sul benessere equo e sostenibile” in Italia, uno studio sulle diverse dimensioni del benessere mostra che le Regioni italiane sono divenute progressivamente più simili tra loro, ma la loro posizione relativa rimane sostanzialmente immutata nel tempo.