Al centro di molte discussioni, l’overtourism non va ridotto a una battaglia tra residenti e lavoratori del settore. Bisogna invece attuare strumenti che permettano di regolare e gestire il fenomeno. Anche perché riguarda zone ben delimitate.
Autore: Stefano Landi Pagina 1 di 3
E' laureato in Economia a La Sapienza di Roma. Dopo una lunga esperienza al Censis, ha collaborato con molte Regioni italiane nel definirne le strategie turistiche. Dal 1996 al 2001 è stato Capo del Dipartimento Turismo della Presidenza del Consiglio. Presidente di SL&A, è professore a contratto di materie turistiche alla Luiss ed alla Lumsa.
A parte la breve parentesi del programma Philoxenia, finora l’Unione europea si è occupata poco di turismo, per ragioni storiche e per i diversi interessi fra stati. Ma il cambiamento climatico promuove nuove mete e la situazione potrebbe mutare presto.
In Italia non è facile misurare il fenomeno turistico. I dati ufficiali mostrano che il divario con il 2019 non è colmato e che non si è arrivati a una migliore distribuzione dei flussi nel corso dell’anno. Il ruolo delle piattaforme di prenotazione.
Al contrario di quanto accade in altri settori, nel turismo non esiste un prezzo unico o un valore di riferimento. L’effetto dei rincari sulla villeggiatura degli italiani dipende dalla destinazione, dalla durata e dal mezzo di trasporto scelto.
Il decreto operativo dal primo agosto 2021 sembra aver dato un taglio netto alle navi da crociera in Laguna, ma le cose non stanno così. Le crociere continueranno ad essere croce e delizia per la Serenissima e la bilancia penderà dove le scelte di governance vorranno che penda.
Un portale, un investimento apparentemente massiccio sulla competitività, un “programma speciale” ritagliato su Roma capitale: sono gli investimenti del Pnrr per il capitolo turismo. Ma i benefici veri arriveranno da altri provvedimenti più generali.
Sul tema del turismo, manca ancora nel Pnrr il senso del presente. Fa ben sperare, però, il quadro generale. Anche alla luce della nuova ricostituzione del Ministero, per il momento solo enunciata, ma su cui si concentrano sia le aspettative sia gli ostacoli di sempre.
Alla ricerca di idee brillanti, sul turismo il piano Colao sembra aver attinto a piene mani dai documenti d’epoca. Ripropone così idee che in passato non hanno avuto successo. Più interessante lo sguardo sul futuro, con lo sviluppo delle reti di impresa.
Il turismo italiano si è fermato. Non per una crisi di domanda, ma per un preciso divieto, del nostro e di molti altri paesi. Però i turismi non sono tutti uguali, così come gli operatori. La segmentazione fa capire come stanno le cose. E come andranno.
Lo studio della Banca d’Italia “Turismo in Italia: numeri e potenziale di sviluppo” fotografa un settore economico in crescita e con grandi potenzialità. Ma l’approccio deve aprirsi alla contemporaneità del marketing territoriale e aziendale.