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Autore: Tommaso Di Tanno Pagina 3 di 7

ditanno

Tommaso Di Tanno si divide fra attività accademica e professionale. E’ stato professore a contratto di
Diritto Tributario e di Diritto Tributario Internazionale presso le Università di Roma Tor Vergata, Roma
Università Europea, Siena e Cassino nonché docente presso la Scuola Centrale di Polizia Tributaria, il Master
Tributario dell’Università Bocconi ed il Master in Diritto di Impresa della LUISS. Ha presieduto il Consiglio di
Amministrazione di Sisal, di IPI, di Assicurazioni di Roma; il Collegio Sindacale di Anima, Banca Monte dei
Paschi di Siena, Banca Nazionale del Lavoro, British American Tobacco, Caltagirone, Vodafone. E’ stato
consigliere economico del Ministro delle Finanze e del Presidente della Commissione Industria del Senato;
membro della Commissione per il controllo dei bilanci dei partiti politici e di svariate commissioni di studio
governative.

Perché la Corte Ue ha dato ragione ad Apple. E all’Irlanda

La Corte generale Ue ha affermato la legittimità dei ruling rilasciati dal fisco irlandese a favore di Apple. Le motivazioni sono una riprova che la tassazione dei giganti del web è un problema politico. Da risolvere in sede Ocse.

Un piano per la capitalizzazione delle imprese

Il piano Colao prevede due interventi per il rafforzamento patrimoniale delle imprese: un’Ace più incisiva e incentivi per le persone fisiche che investono in Pmi. Sono misure relativamente semplici, attuabili subito e utili al nostro sistema produttivo.

Decreto Rilancio, per le imprese tanto debito e poco capitale

Il provvedimento delude chi sperava in misure a favore della capitalizzazione delle imprese come adeguata alternativa a un indebitamento incrementale. Aumentano così i rischi sistemici e si comprimono le prospettive dell’economia più sana.

Corona bond? Meglio ancora: corona share

Si può pensare di fare arrivare liquidità alle piccole e medie imprese sotto forma di capitale di rischio anziché di debito. Se abbinate a vantaggi fiscali, queste azioni potrebbero diventare appetibili per il mercato, con vari vantaggi diffusi.

Sulla web tax una partita a scacchi tra Ue, Usa e Ocse

Sulla web tax scende in campo l’Ocse. La sua proposta permetterebbe di superare sia il vincolo della presenza fisica sia quello della tassazione del singolo veicolo societario anziché del gruppo, con la ripartizione del profitto basata su tre parametri.

L’ostacolo che blocca la lotta all’evasione fiscale

Il pacchetto antielusivo messo a punto dal governo dà all’amministrazione finanziaria gli strumenti per raccogliere più informazioni su ciascun contribuente. Ora si tratta di farne tesoro. Con due problemi centrali che continuano a non essere affrontati.

Arriva davvero la web tax made in Italy?

La web tax italiana dovrebbe diventare realtà con la legge di bilancio 2020. Ma una normativa sulla falsariga della proposta comunitaria richiede un intervento che integri l’attuale formulazione della tassa. Intanto, anche l’Ocse rivede la sua posizione.

Un fantasma s’aggira per l’Italia: la web tax

Fallito il tentativo di varare una web tax europea, la Francia ne ha approvata una propria versione. Altrettanto vorrebbero fare Gran Bretagna e Spagna. E l’Italia? La legge che introduce l’imposta c’è, mancano però i decreti attuativi per applicarla.

Mettere le mani nelle cassette di sicurezza degli italiani

Le stime sui contanti nascosti indicano una cifra largamente superiore a 100 miliardi di euro. Tentativi di rimetterli in circolazione ci sono già stati, l’ultimo con scarsi risultati. E c’è chi pensa a passi indietro sulla trasparenza della sanatoria.

Solo parole contro l’evasione fiscale

La lotta all’evasione fiscale è fatta di buon funzionamento della macchina dell’amministrazione finanziaria. Ma anche di misure impopolari, come la pervasività e tempestività dei controlli. Su entrambe le questioni non si vedono passi in avanti. Anzi…

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