Le elezioni europee si avvicinano, ma in Italia nessuno discute del futuro delle politiche europee per la coesione territoriale, benché abbiano un peso notevole per le regioni. Servirà avere una posizione chiara su obiettivi che appaiono contrastanti.
Autore: Ugo Fratesi
Professore ordinario di economia applicata al Politecnico di Milano, dove insegna corsi di economia regionale e politiche regionali. Laureato in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi, PhD in Economia Politica presso l'Università Politecnica delle Marche, MSc in Local Economic development presso la London School of Economics. Attualmente editor in Chief della rivista Spatial Economic Analysis. In precedenza per otto anni editor di articoli per la sezione principale e book review editor della rivista Regional Studies. E’ autore di libri e articoli pubblicati su riviste referate nei vari ambiti dell’economia regionale, principalmente sui temi della crescita regionale, delle politiche regionali, delle disparità, dei modelli per lo studio della crescita regionale. Di recente, ha anche pubblicato con Routledge un libro di testo sul tema delle politiche regionali. Su twitter: @ugofratesi
Il tema del caro affitti si ripresenta periodicamente, specie a Milano. Il problema è aggravato da interventi pubblici che limitano l’accesso alla città. Ripensare radicalmente la governance urbana e la definizione stessa di città può essere una soluzione.
Troppo spesso negli ultimi anni ai tecnici sono state affidate decisioni che spetterebbero alla politica. Gli esperti possono svolgere molteplici ruoli per migliorare la gestione della cosa pubblica, senza sovrapporsi alle funzioni proprie dei politici.
Attraverso le politiche pubbliche non si possono ottenere contemporaneamente tutti gli obiettivi auspicabili. Si deve quindi cercare il migliore bilanciamento possibile tra le diverse alternative, con decisioni che andrebbero comunicate in modo chiaro.
L’esperienza con i Fondi strutturali europei può aiutarci a utilizzare nel modo migliore le risorse del Recovery Fund. Per garantire la crescita, gli investimenti dovranno tener conto di complementarietà, sistematicità, addizionalità e radicamento.