LAmministratore di Banca Intesa, Corrado Passera ha tenuto una lezione magistrale a Lucca, ampiamente ripresa sulle colonne del Sole24ore. Occasione offerta dallapertura dellAnno accademico dellInstitute for Advanced Studies, istituto finanziato dalla sua banca e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, azionista di Banca Intesa. Passera ha sostenuto che il Pil è un indice senza qualità, che il reddito pro capite non tiene conto di molti altri fattori che contano molto di più sul benessere degli individui. In sintesi, forse sarebbe meglio dire in soldoni, non c’è solo il reddito. Bene. Ma mentre pronunciava la sua prolusione, venivano resi pubblici i dati sul compenso che lo stesso Passera si è riconosciuto per il 2009, lanno più nero per le banche di tutto il mondo. Si tratta di quasi 4 milioni di euro, con un incremento del 27 per cento rispetto ai compensi che l’AD si era riconosciuto lanno precedente. Se il Pil pubblico è senza qualità, sembrerebbe che il Pil privato non gli dispiaccia poi tanto
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Dopo aver rivisitato l’antiquato istituto della sottrazione. Il ministro Maroni ha ora posto le basi per una riforma, in senso federalista, dell’addizione. Rispondendo ad un’interrogazione del’On. Murer, si è così espresso in relazione ai tempi necessari per rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno:
"… Inoltre, i tempi medi assoluti di conclusione del procedimento si sono progressivamente ridotti, si è passati dai 303 giorni del 2007 (tempi medi per il rilascio del permesso) ai 271 del 2008, ai 101 del 2009, con una riduzione del 67 per cento rispetto al 2007 e del 63 per cento rispetto al 2008, quindi, di oltre il 120 per cento in due anni…."
C’è evidentemente un modo per fermare l’avanzata leghista: un esame di matematica.
p.s. ripropongo la questione in termini più semplici: un mio amico nel 2007 era tragicamente sovrappeso, pesava ben 100 kg. Ha così deciso di fare una drastica cura dimagrante. Nel 2008 è sceso a 80 kg, nel 2009 a 60 kg. Ha dunque ridotto complessivamente il suo peso del 40 per cento. Secondo Maroni, invece, il suo peso è calato del 65 per cento (40 per cento totale più il 25 per cento del secondo anno) e peserebbe 35 chilogrammi. Secondo il ministro il mio amico è tragicamente sottopeso.
Il 29 marzo mattina ho dato unocchiata on line ai movimenti recenti del mio conto corrente bancario (Banca Intesa San Paolo). Ho subito notato una piccola serie di annotazioni curiose: un assegno compare come versato e in entrata, quattro giorni dopo ricompare in uscita (impagato) e di nuovo in entrata, ma accompagnato da una commissione di 7 euro (in Ct segnalati impagati). Dovendo comunque passare per lagenzia, decido di chiedere delucidazioni al direttore, che conosco come persona gentile e competente. Il direttore controlla subito lassegno incriminato e mi comunica che il doppio giro non era nato da mancanza di copertura sul conto da cui lassegno era stato tratto, ma solo da problemi di gestione dei codici ABI della Banca Regionale Europea (BRE). Questa è entrata a far parte del gruppo UBI già nellaprile 2007, ma dichiara: il 25-26 gennaio 2010 si è concluso con successo il piano di ottimizzazione territoriale a seguito del quale Banca Regionale Europea conta ora 225 filiali distribuite sul territorio di riferimento. Evidentemente, lottimizzazione non deve essere del tutto riuscita. Ma il problema non è questo. Chiedo al direttore della mia agenzia perché debba essere il cliente di Banca Intesa San Paolo (cioè io) a pagare per la mancata ottimizzazione di BRE. Mi viene spiegato che un assegno impagato di piccolo taglio deve essere inviato materialmente alla banca da cui è tratto (se è di taglio superiore ai 3000 euro viene inviato comunque e non si paga nulla!). Questa attività, affidata a un service provider esterno, ha un costo, da cui laddebito di 7 euro sul mio conto. Mi viene anche detto che posso chiedere io stesso il rimborso dei 7 euro a chi mi ha dato lassegno (peraltro, incolpevole e ignaro di tutto) o alla BRE. Faccio presente che mi sarei aspettato una mossa della mia banca a tutela del suo cliente. Un sorriso imbarazzato del direttore mi fa capire quanto sono ingenuo. Dovrei sapere che banca non morde banca! È così facile rifarsi sui propri clienti: cè anche il caso che non se ne accorgano. Ma lAutorità garante della concorrenza e del mercato ne sa nulla?
Non è facile parlare di Maria
ci son troppe cose che sembrano più importanti
Qualche giorno prima di una recente seduta di laurea (triennale), una brava studentessa albanese – di cui ho seguito la tesi come supervisor si presenta nel mio ufficio visibilmente turbata e mi comunica che non può laurearsi, nonostante abbia consegnato da tempo lelaborato. Il motivo sembra incredibile, ma purtroppo è vero. Ho qui davanti agli occhi i documenti che lo provano. La studentessa aveva chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno il 29 gennaio 2009, cioè più di un anno fa. Ma la solerte questura di Milano, dopo tutto questo tempo, non aveva ancora provveduto a rinnovare il permesso. Non che ci fosse alcun problema: solo banale ritardo. Alla incredula studentessa veniva chiarito che, ove si fosse effettivamente laureata, avrebbe messo in pericolo il rilascio del permesso. La ragione (se di ragione può parlarsi in tanta follia) è che per ottenere il rinnovo di un permesso di soggiorno in qualità di studente limmigrato deve aver sostenuto (alcuni) esami universitari dellanno di corso cui è iscritto. Se la studentessa in questione si fosse laureata a febbraio (in corso), avrebbe visto annullato il pacchetto di esami sostenuti nellultimo anno del corso di laurea triennale, in quanto ovviamente non più iscritta a quel corso. La ragazza era sì pre-iscritta al corso di laurea magistrale (di cui aveva frequentato le lezioni in autunno), ma non poteva aver sostenuto alcun esame, poiché ancora non in possesso del titolo triennale. Per la questura sarebbe dunque apparsa come priva di esami sostenuti relativi al corso di laurea magistrale: niente rinnovo del permesso. Notate che se la ragazza se la fosse presa comoda e fosse stata indietro con gli esami e lontana dalla laurea non sarebbe stata danneggiata dallassurdo ritardo della questura milanese! Per soprammercato, la studentessa in questione ha bisogno di sottoporsi a urgenti cure mediche, ma poiché il suo permesso di soggiorno è scaduto dovrà pagarsele da sé.
Morale: il combinato disposto di regole apparentemente rigorose e di assurde inadempienze da parte della pubblica amministrazione finiscono per penalizzare proprio quegli immigrati migliori che dovremmo cercare di attrarre per accrescere la qualità del capitale umano attivo in Italia. Senza dire della paura, della tensione, della violenza inutilmente inflitte.
Se sapessi parlare di Maria
se sapessi davvero capire la sua esistenza
avrei capito esattamente la realtà
la paura, la tensione, la violenza
Da "Chiedo scusa se parlo di Maria", di Giorgio Gaber.
Rossi, azzurri oppur verdini
a me sembran burattini
quando a sera nei talk show
fingon litigare ( o no? )
sui programmi, sugli eventi,
sui costumi un po indecenti,
sui bisogni del paese,
su chi stenta a fine mese,
sulle spese da tagliare,
sui migranti da fermare,
sugli appalti a mano bassa,
su quellalta e odiosa tassa,
sulla legge elettorale,
sullItalia federale,
su calunnie irriverenti,
sul perché siamo perdenti,
sul prodotto nazionale,
sul perché va così male,
sui processi lunghi o brevi,
sulle pene gravi o lievi,
sulla scuola da innovare,
sui somari da bocciare,
su risorse per la scienza,
sul perché non cè sapienza,
sui rapporti con la Chiesa,
sul paniere della spesa,
sulle grandi infrastrutture,
sulle italiche brutture.
E al dibattito assistendo
odo toni in gran crescendo,
mentre il conduttor fazioso
un po è serio, un po è scherzoso
co suoi ospiti famosi
che si guardano altezzosi,
recitando con bellarte
lassegnata loro parte.
Ma poi sciolgonsi dincanto
le tensioni nel momento
in cui ha fin la trasmissione
e si spostan le poltrone.
Si son dati sulla voce,
ora sembran tutti in pace.
Solo in me resta il tremore
dun politico furore.
Se a calmarmi non riesco
debbo uscire a prender fresco.
Ma un ricordo ed un desio
si riaffacciano al cuor mio:
oh, Politiche Tribune
soporifere, talune,
come Espressi Bonomelli,
voglio Jader Jacobelli!
Tu sei proprio un bel bambino,
ma non cresci o mio Pillino,
per cui occorre un gran dottore
che ti curi, nutra e ti ridia vigore.
Troppi mali da prima ereditasti,
poi di nuovi pure ti ammalasti,
tè salita col fisco la pressione,
e il debito produsse un infezione.
Il Mezzogiorno ti crea linappetenza,
sei deperito, lento come una sentenza.
Scarso lo sforzo e poco produttivo,
a stento muovi, non sei competitivo.
Troppi nonni, caro il mio Pillino,
tu ne ritrovi sopra il tuo capino,
vanno pagati a lungo i pensionati,
di pari passo coi falsi invalidati.
Come si può far crescere un paese,
che dimpegno da tempo non saccese,
per lasciarsi pian piano affossare
nel suo fatal, placido sostare?!
Caro Pillino che cresci così piano,
qui si dovrebbe rifare lItaliano,
che alla fatica e al rischio soppone,
forse gli basta, la Cassa Integrazione.
Ecco i dottori, se ne può far incetta,
tutti presentano infallibile ricetta,
sia dalla destra che dallopposizione:
qua un bel miliardo, là qualche milione.
Ma chi prescrive una siffatta cura
ci spieghi pur qualè la copertura:
ormai di Pantalon sono le tasche vuote,
cè lardua crisi e spander non si puote.
Pillino mio, assai sono angustiato,
se non mi cresci finiamo nel fossato.
Cè ancora lo stellone o una sola stella?
Non disperiam
in video cè Antonella!
Il 29 dicembre 2009 il Mef comunicava il grande successo delloperazione scudo fiscale ter sintetizzandolo in due numeri: 95 e 98. 95 miliardi di euro il volume delle operazioni interessate dallo scudo di cui 98 per cento costituito da rimpatri effettivi in Italia. Numeri che marcano uno straordinario successo, segno di forza della nostra economia e di fiducia nell’Italia.
Nel commento del 5 gennaio sottolineavo come il comunicato, pur formalmente corretto, fosse nella sostanza fuorviante: volesse cioè far credere che il 98% dei 95 miliardi scudati fosse davvero rientrato in Italia, pronto ad affluire alle nostre imprese in crisi. Il trucco comunicativo consisteva nel giocare sullambiguità del termine "rimpatri effettivi", senza ricordare che essi consistono di rimpatri veri e propri e di rimpatri giuridici i quali, analogamente a quanto avviene per le regolarizzazioni, non comportano alcun disinvestimento di attività estere.
Richiamare questa distinzione sarebbe stato cruciale per la correttezza e la trasparenza dellinformazione: già al momento in cui il comunicato è stato emesso erano infatti molte le valutazioni, effettuate da osservatori privilegiati, che facevano ritenere che per una quota rilevante i rimpatri da scudo fossero in realtà soltanto rimpatri giuridici.
La distinzione fra rimpatri veri e propri da un lato e rimpatri giuridici e regolarizzazioni, dallaltro, è necessaria per costruire statistiche appropriate relative alla bilancia dei pagamenti del nostro paese in cui solo i primi devono essere registrati. Linformazione relativa è stata quindi raccolta dalla Banca dItalia, che proprio ieri ha pubblicato i risultati emersi da tutte le segnalazioni statistiche arrivate fino al 15 febbraio 2010. Essi riguardano 85 dei 95 miliardi di euro ricordati dal Mef, in quanto la rilevazione della Banca dItalia esclude alcuni beni patrimoniali, le operazioni di importo inferiore a una soglia di rilevazione di 50000 o 12500 euro a seconda del paese considerato, e le situazioni in cui leffettivo rimpatrio o regolarizzazione delle attività "scudate", per le quali cioè si è gia versata limposta, sia stato differito, come ammesso dalla normativa.
Ed ecco i risultati
Rimpatri con liquidazione 34,9 mld di euro
Rimpatri senza liquidazione e regolarizzazioni 50,3 mld di euro
Totale 85,1 mld di euro
I rimpatri con liquidazioni, gli unici che potrebbero segnare quella fiducia nellItalia ricordata dal Mef sono quindi soltanto il 41% del totale.
Suggerisco di aggiornare il comunicato Mef del 29 dicembre come segue: due i numeri per sintetizzare i risultati dello scudo ter: 95 e 41.
Oggi sono sostanzialmente i cittadini a pagare quando una Regione viene commissariata per il suo deficit sanitario, attraverso l’incremento automatico dei tributi e delle tariffe regionali. Mentre al governatore vengono addirittura attribuiti poteri speciali. Per incentivare i partiti a scegliere meglio i loro candidati si dovrebbe invece prevedere in questi casi l’interruzione del finanziamento pubblico dei partiti di maggioranza e la sospensione degli emolumenti per il governatore e i componenti della giunta regionale per tutto il periodo del commissariamento.
Il ritorno alla crescita del Pil dellItalia si è fermato subito: il dato destagionalizzato del Pil (stima preliminare) indica -0.2 per cento rispetto al terzo trimestre, quando era invece aumentato dello 0.6%. Il dato medio 2009 rispetto alla media 2008 è -4.9 per cento.
Non sono ancora disponibili dati disaggregati sulle varie voci del Pil, ma si può dire che sul brutto dato del quarto trimestre hanno pesato soprattutto due elementi: la battuta darresto della Germania e il peggioramento del mercato del lavoro italiano. Il Pil tedesco (da cui dipendono in modo rilevante le nostre esportazioni e che aveva trainato la crescita europea nel secondo e terzo trimestre) ha subito una battuta darresto inattesa, almeno inattesa sulla base dellandamento della produzione industriale tedesca che era stata sostanzialmente positiva nel quarto trimestre. Sul fronte interno i consumi hanno mostrato segnali di cedimento. Ha cominciato pesare con maggiore evidenza sui consumi laumento della disoccupazione che, sulla base dei dati provvisori, ha raggiunto in dicembre l8,5 per cento, cioè un punto e mezzo in più rispetto al dicembre 2008. Sembra tornare a valere la cosiddetta legge di Okun: per ogni due punti di calo del Pil la disoccupazione dovrebbe salire di un punto percentuale. E quello che è successo negli ultimi dodici mesi. Un segno che la cassa integrazione non basta più.
Siccome non è possibile fare conto su un rapido recupero del mercato del lavoro, è venuta lora che il governo dedichi uno sforzo ulteriore a reperire le risorse per alimentare i consumi senza peggiorare il debito pubblico. Bisogna togliere a chi ha una minor propensione a consumare (i "ricchi") e dare a chi consuma di più (i "poveri" e il ceto medio). Certo, avere a disposizione unimposta sulla prima casa delle persone più abbienti (si chiamava Ici fino ad un paio di anni fa) farebbe comodo in questa situazione.
Finora abbiamo visto solo la parte destruens. Il Ministro dellIstruzione, dellUniversità e della Ricerca ha sapientemente riorganizzato la scuola primaria e secondaria in modo tale da permettere le riduzioni dorganico che le erano state richieste dal Ministero dellEconomia. I mancati rimpiazzi di insegnanti andati in pensione hanno aumentato letà media del corpo docente, per altro già elevata per via dellanomalo andamento delle immissioni in ruolo in periodi passati. Come accaduto lo scorso anno per la scuola primaria, la cosiddetta riforma della scuola secondaria recentemente varata dal governo, riducendo le sperimentazioni, riduce nel contempo il tempo trascorso a scuola da parte dei ragazzi. Analogamente, lapertura della possibilità dellapprendistato come assolvimento dellobbligo scolastico varata dalla Commissione Lavoro della Camera permette di ridurre le risorse destinate al recupero della dispersione scolastica. Tutto ciò che razionalizza e usa in modo più efficiente le risorse date non può che essere benvenuto. Ma non basta. Manca la parte construens. Nel settembre 2008 il Ministro dellIstruzione aveva promesso che un terzo dei risparmi di bilancio sarebbero stati restituiti al settore sotto forma di meccanismi premianti per i docenti più meritevoli. Era stato promesso un piano per ledilizia scolastica che recuperasse le situazioni di maggior degrado. Di tutto questo fino ad oggi non cè traccia nelloperato governativo. Per ottenere comportamenti virtuosi non basta ripetere il mantra del merito. Occorre disegnare meccanismi che orientino i comportamenti verso obiettivi socialmente desiderabili. Pensando allattuale divario di apprendimento che caratterizza le scuole meridionali a tutti i livelli, nulla è stato messo in campo per spingere insegnanti e giovani meridionali a recuperare rispetto ai loro coetanei del nord Europa. Pensando agli elevati tassi di mancato conseguimento dei titoli secondari nelle regioni nord-orientali, ci domandiamo quali interventi siano stati intrapresi per rovesciare questo andamento. Pensando agli elevati tassi di turn-over dei docenti sulle cattedre, non notiamo alcuna inversione di tendenza. Pensando al reclutamento dei nuovi insegnanti, siamo ancora in attesa di un segnale ai nuovi aspiranti. Last but not least, la valutazione degli apprendimenti in modo universale è ancora di là da venire. Nonostante i miracoli fatti dallInvalsi, solo il 6.8% degli studenti è stato valutato nellultimo test sulla scuola primaria. Ci domandiamo come si pensi di costruire un nuovo modo di fare scuola, quando si rinuncia a misurare, non si premiano i comportamenti virtuosi e si distribuiscono soltanto tagli a pioggia.