Forse qualcuno dovrebbe ricordare ai tanti protagonisti sulla scena che nella travagliata vicenda Alitalia i destini della compagnia di bandiera non possono sottrarsi ad un severo scrutinio degli effetti sullassetto competitivo dei mercati. A questo compito verrà chiamata lAutorità Garante della Concorrenza e del Mercato quando eventualmente si materializzerà il famoso compratore. Senza volersi sostituire alla disamina che il Presidente Catricalà dovrà effettuare, balza agli occhi la impraticabilità di una soluzione che vedesse Airone di Carlo Toto, il secondo vettore per quote di mercato sulle rotte cruciali del mercato italiano, tra cui il Roma-Milano, tra i protagonisti della vicenda. Non sorprende nemmeno che sia stata invocata da British Airways e da Ryanair la normativa europea sugli aiuti di stato, altro caposaldo delle politiche della concorrenza, in merito al prestito di 300 milioni che ha ridato una boccata di ossigeno ad Alitalia e ha appesantito di altrettanto le tasche dei contribuenti. Senza volersi in questo caso sostituire al Commissario alla Concorrenza Kroes, balza altrettanto agli occhi la pretestuosità con cui si vuole presentare come motivato da ragioni di mercato un prestito ponte di cui è noto il pilone di partenza, lattuale disastrosa situazione di Alitalia, ma è nascosto nella nebbia quello di arrivo, il famoso compratore. Insomma, dovunque la si guardi la vicenda Alitalia inciampa pericolosamente nei paletti che le normative sulla concorrenza pongono. Questo forse ci aiuta a comprendere come tutti gli spasmi e le contorsioni che si susseguono hanno dietro interessi forti e rendite arcignamente difese, ma non tengono in minimo conto gli interessi di noi consumatori, di noi semplici passeggeri e di noi contribuenti. Non dubitiamo che le autorità preposte alla concorrenza sapranno al momento buono far sentire la propria voce. Lunica perplessità nasce dal fatto che il momento buono è già giunto da tempo senza che la voce dei custodi della concorrenza si facesse sinora sentire alta e netta.
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Ride al cielo e al solleone,
lieto il premier Berluscone,
mentre allombra se ne stanno
i ministri senza scranno.
Dietro a un tavolo quadrato,
son seduti da ogni lato
e seriosi, scarso il fuoco,
hanno parte in questo gioco.
Prende Valter la parola,
come se si fosse a scuola
detta il compito da fare,
ma però senza copiare,
che con sferza e rude piglio,
del governo il neo consiglio
sotto esame, niente sconto,
sarà allalba ed al tramonto.
Cè agli Esteri Fassino,
la sua è lombra di un crissino,
non cè quella di Fioroni,
che ripassa le lezioni,
a Settembre è rimandato,
come gli altri fu bocciato.
Il Bersan, bravo figliolo,
ripiegato ha il suo lenzuolo
ed Enrico, detto Letta,
nuova, dice, ha la ricetta
perché quella del passato
il paese ha stramazzato.
Maria Pia stallistruzione,
Linda allamministrazione,
Ermete del verde si cura:
tutti con la faccia scura!
Nel loft ora lombra si è spenta,
pure Dario saddormenta;
sogni spuntano e chimere,
ma al pensier del cavaliere,
si ridestano pieni daffanni
e se lombra durasse ventanni!?
Quello che va bene per la Fiat va bene per lItalia era un adagio popolare tanti anni fa. Il Presidente dellAbi sembra averlo riscoperto. Commentando lintervista in cui il Ministro Tremonti annunciava (peraltro non meglio specificati) sacrifici per petrolieri e banche, Faissola ha affermato: E nellinteresse del Paese che lindustria bancaria sia andata bene, se non altro perché ha pagatotante imposte. Una riduzione degli utili non giova neppure al bilancio dello Stato (Repubblica, 11 maggio 2008).
Ma perché i profitti delle banche italiane sono così elevati? LIndagine conoscitiva preparata dallAutorità per la Concorrenza nel 2007 scatta una fotografia impietosa del settore bancario italiano. Dallindagine svolta emerge che il mercato dei servizi bancari si caratterizza per lesistenza di un deficit informativo a sfavore della clientela, di numerosi ostacoli alla mobilità di questultima, di un frequente ricorso a forme leganti più servizi
La spesa per il conto corrente in Italia è superiore a quella di tutti gli altri paesi considerati. In particolare, la differenza di costo con gli altri paesi oscilla tra il 17% (Germania) e l83% (Olanda). Solo pochi giorni fa Bankitalia è intervenuta per segnalare il mancato rispetto, in numerosi casi, delle norme sulla portabilità dei mutui, che rendono possibile la sostituzione di un istituto bancario con un altro senza costi per il debitore.
Il vero interesse del Paese, Presidente Faissola, sta nellavere un settore bancario competitivo, in cui sia ridotto il costo dei servizi bancari per la clientela. Ben vengano i profitti delle banche quando sono legati a guadagni di efficienza. Ma fino a che essi provengono da scarsa concorrenza e dal rifiuto di adottare misure a favore della mobilità dei clienti, ben pochi si strapperanno i capelli se alle banche verrà chiesto di fare sacrifici.
L’ultima, geniale trovata: far assorbire Alitalia dalle Ferrovie dello Stato. Peccato non si possa. Questa operazione richiederebbe il vaglio dellAutorità antitrust nazionale e della Commissione europea, le quali non potrebbero che osservare quanto segue.
Nella storia della scienza
che fa capo a Smith Adamo
il PiDi ha sua semenza
ed i frutti van lontano,
che lItalia ammodernata
a quei dieci è sempre grata
pel suo Pil che ha sorpassato
pur la Cina e lEmirato.
Riformista fu lAmato,
di che cosa lho scordato,
ma il primato del ritardo
spetta a Prodi, il neo Ricardo.
Riformò primo lOcchetto
ma degli esiti splendenti
ha sprecato il tesoretto
il Tommaso, tutto denti.
Nel cenacolo glorioso
sè allocato, assai borioso,
pure Visco che alle masse
regalò molte più tasse.
Dirimpetto un busto bello:
Quintin Sella? No è Rutello.
Poi DAlema in piedistallo,
posto al pari del Marshallo.
Nella storia del pensiero
cè Bersani, ligio e fiero,
del mercato è lui lalfiere:
spalancollo al parrucchiere.
E tra i dieci Bassolino,
seguitor di Celestino,
sul Vesuvio si è seduto,
fece anchegli, il gran rifiuto.
Ma migliore prolusione
fu però di Vu Veltrone,
che appen vide il programma del partito,
Samuelsone ha il Nobél restituito,
poi con lena senza eguale
ha riscritto il manuale.
Ci risiamo. Ancora una volta la politica si è messa nel mezzo e così è saltata la trattativa con AirFrance-Klm, come otto anni fa era saltata quella con Klm. Nel frattempo la compagnia ha perso prestigio, aerei e collegamenti internazionali, con danno rilevante per lo sviluppo del Paese. Non solo, Alitalia ha perso soldi in 14 degli ultimi 15 anni e ha succhiato (per ricapitalizzazioni) oltre 5 miliardi di euro dalle tasche dei contribuenti italiani; contribuenti che in grande maggioranza non volano. La spregiudicatezza elettorale del prossimo Presidente del Consiglio, la cecità dei sindacati e un malinterpretato federalismo territoriale hanno spinto anche Air France a ritirarsi. Ora, con la compagnia con lacqua alla gola e a rischio di fallimento minuto per minuto, si propone un ulteriore sacrificio, un prestito ponte di 300 milioni di euro, di nuovo sulle spalle del tartassato contribuente italiano. Un prestito oltretutto che la Commissione Europea ha già bollato come illecito aiuto di Stato. Tanto che qualcuno propone di giustificare il prestito con ragioni di ordine pubblico. Ma a tutto cè un limite, quantomeno di decenza. Naturalmente, il ricco Presidente del Consiglio in pectore e i suoi amici sono liberissimi di offrire contributi volontari alla compagnia di bandiera, se così desiderano. Ma il Consiglio dei Ministri ancora in carica non attinga alle nostre tasche. Perché – caduta la trattativa con Air France-Klm il ponte non porta da nessuna parte in tempi brevi: alla fine del ponte sembra esserci solo il vuoto o qualche altro lungo ponte. Insomma, tanti altri nostri soldi buttati. Sarebbe meglio che il Governo aspettasse ancora 2 o 3 giorni e poi, se non si manifestassero prospettive serie e concrete (industriali oltre che finanziarie), lasci partire il commissariamento. Probabilmente, così si arriverà al fallimento. Sarebbe forse una lezione salutare per tutti gli sgangherati attori di questa pessima compagnia di giro.
AirFrance, Aeroflot. Tutto va bene per migliorare il risultato finale della trattativa. Anche se, fuori dalle polemiche elettorali, Alitalia convolerà a giuste nozze, quasi certamente con Air France. Come ha detto Berlusconi, basta che ci sia pari dignità il che non significa nulla, ma aiuta perché si può sempre sostenere che finora Air France non l’avesse data, e che la sua prossima proposta (quasi identica alla prima) soddisfa invece questo requisito.
E va bene così proprio per difendere linteresse nazionale, per avere qualcuno che ha capacità manageriale, risorse finanziarie e network capaci di rilanciare questa impresa. Questo non basterà per garantire che la nuova Alitalia sappia dare un servizio di qualità a prezzi accettabili per questo si dovrà far funzionare la concorrenza. E largo ai vari Meridiana, AirOne, ecc., ben vengano, e chi ha pilo (competitivo) farà più tela.
E Malpensa? Non è mai stato un problema del nord. Andate a Bergamo o Brescia per sentire quanto tengono a Malpensa. Eppure i milanesi ricordano bene che lunica ragione per cui tanti volano da Malpensa è che dieci anni fa un decreto del governo (centro sinistra) chiuse centinaia di voli da Linate, che il mercato voleva tenere lì e cheper decreto sono stati deportati a Malpensa.
Il ridimensionamento di Malpensa è un problema dellalta Lombardia e dovrà esssere risolto come tale: un problema di sviluppo territoriale.
La lega a suo tempo contraria allintervento dello Stato oggi reclama i soldi di Roma per Malpensa. Ma se diamo aiuti di Stato a una delle regioni più ricche dEuropa, quanto denaro dovremo dare alla Sicilia?