Nei primi mesi di questa legislatura sembrano essere state poste le premesse per il più importante potenziamento degli studi di settore dalla loro prima applicazione nel 1998. Solo le misure inserite in Finanziaria dovrebbero portare a un incremento di gettito di circa 12 miliardi di euro nel triennio 2007-2009, di cui 3,3 miliardi nel 2007. In particolare, attraverso l’ampliamento del campo di applicazione degli studi e un utilizzo più esteso e penetrante dei risultati dell’analisi della coerenza del contribuente.
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Di recente là a Livorno, mille e mille cilindrate in gran flusso dalla Cina, Cè nei pressi la centrale Pur si compra un gran metano, Ora un dubbio qui massale, E cioè se vò a importare Rosso fuoco è la bilancia! e non parmi che il tassista che del gas non può star privo.
nel guardarmi un po dintorno,
vidi al porto un grande slargo,
dove sbarcano dai cargo
tutte allestero sfornate.
Qui sammassano i conteineri
pien di robe e vari generi,
poi dal Cile ed Argentina;
con i kiwi di Zelanda,
mille Nokia da Finlanda
che va ad olio minerale,
importato dallOriente,
lo si paga cassa o niente.
col caffè del brasiliano,
il salmon dello scozzese
e la scarpa vietnamese.
e qualcosa forse vale,
io ci penso da stamani
e lo pongo al Pier Bersani.
lo dovrò pure pagare,
vale a dire che lexporto
pari uscir dovrà dal porto.
Ma non duole al Pier la pancia?
Forse è il caso di pensare
al di più chè da esportare,
sia il problem per primo in lista:
ben più urgente è per lUlivo
La bilancia non perdona,
di poltrone è piena Roma,
la Bonin ce lha piccina,
basterà mandarla in Cina?
D’Annunzio, ricorda la gente, il solo
immortale nel mito, la Rinascente.
“Poeti così, non ne nascono più…”
eroi del mercato e della virtù?
Anni novanta, grandi cambi di scena,
dal fondo sorgono gli stessi di prima.
Svelti si spingono, fiutando il nuovo,
dentro la vena il crack del successo,
l’identità di un altro se stesso.
Ma quanto mi fanno incazzare con questa vicenda Sembran tutti impazziti e colti in preda allaffanno Chiedo venia ma osservo che questi non son bruscolini Quel che è strano se guardi a questa stranissima storia Che gli ha preso di urlare stizzito “io nulla sapevo” Lho sempre difeso, ma queste son cose da pazzi,
Dove ognuno ti dice e non dice da dietro una tenda
Si dimette il colosso di Prodi e il Tronchetti Provera
Che si scambian messaggi tra il Sole e il Corrier della Sera
Chi rivende la Tim che ha comprato appena da un anno
Chi prepara scenari e vuole comprare le reti
Con i soldi di tutti e tenendo i piani segreti
Che si possan trattare tra amici seduti ai giardini
Un governo, se cè, è tenuto a discuter le cose
Lazionista vorrebbe capir se son spine o son rose.
E che ora la parte del matto un po pieno di boria
Non la fa il Diliberto, il Di Pietro o il Franco Giordano
Ma il gran capo di tutti, proprio lui, il Prodi Romano
Dando agli altri un assist prezioso e insperato sollievo?
Ma perché si è incartato da solo a difender Rovati
Chiedendo un po troppo anche a noi che gli siamo alleati?
che Prodi si metta a imitare il prode Tafazzi
Quel che ancora mi frena da smettere e alzare le mani
E il faccione coi piedi per terra di Gigi Bersani.
Tommaso io vorrei che tu, Vincenzo ed io sanza che Silvio e lobbie malcontente agli autoportatori (1), protervi e fannulloni, Dimmi Vincenzo! Sio fossi Fisco come sono e fui, O meo Romeo (2), sonci pur io Pier de Bersani Me canta la ballata del flor di Ballarò Care, dulci rime sù non siate lasse,
nel piatto mar del Pil sandasse, al voler vostro e mio,
con il vasel della ripresa al vento,
che ci menasse al porto almen dellun per cento,
a noi potessero recare impedimente.
Pure i vorrei, sio fossi come son Romano,
che in quel di Bebbio mi feci castellano,
di far bassar la fronte e li calzoni.
E tu Tommaso? Si fossi foco il desavanzo lo incenerirei
e le pension dognuno le arderei.
subitamente e impavido, lasserei ad altrui
le imposte vecchie e ossute
e su autonmi e rendite i mi torrei le giovani e pasciute.
e se fossi acqua o meglio uno tsunami
vorrei affogare panattier e speziali,
pur notari, mercatanti e tutte larti dei professionali.
e le cooppe, gli enti, le municipali neppur le bagnerò:
i grassi indipendenti avranno punizione
ai magri dipendenti, invece, si lasci il guiderdone.
nel dir del mio disio che il Pil presto salzasse
e dite a Cecco e a Polo, vieppiù a Tito e a Turano (3)
di non saziarsi ad alzar laude verso di me, Romano.
Su invito della Redazione, in seguito alla richiesta di diversi lettori, Pietro Ichino fornisce i dettagli tecnici della sua proposta di una iniziativa straordinaria contro il fenomeno dei nullafacenti nell’amministrazione pubblica. Interventi di Francesco Daveri, Andrea Ichino, Eugenio Nunziata e Carla Pellegatta.
I tassinari che fan la serrat
Urla e proclami contro Bersani
Ira funesta, la voce strozzata
Una gran voglia di usare le mani
Piazza Venezia che sembra un rodeo
I giapponesi scattan le foto
Mille auto bianche che fanno un corteo
Povero Cristo chi non ha una moto.
Questa piazzata non mi sorprende
Se vuoi toccare interessi robusti
Non puoi sperare che tolgan le tende
Che si dimostrino equanimi e giusti
Ma i liberali di panna montata
Chi col megafono, chi sui giornali
Sbucano fitti, la fronte aggrottata,
Pronti a mostrarsi tra i più solidali
Moratti e Croci qui da Milano
Dicon che non vareranno il decreto
Loro al tassista gli danno una mano
Mica lo mandano a Piazza Loreto
Quelli di AN son con la protesta
Boia chi molla, amici tassisti
Sarà il richiamo della foresta
Di quando erano ancora fascisti.
Leggo lo sdegno del buon Brunetta
Dietro lo sdegno non trovo un bel niente
Quella riforma me lhanno scippata
Così non vale, in fondo ero assente!
E Berlusconi, lo sguardo tirato.
Con un riflesso un po pavloviano
Ecco che accusa il fisco affamato
Che cosa centri è un mistero assai strano
E un po confuso, perché lui sospetta
Ci fosse uno che ancor gli parlasse.
Poi trova il modo per chiederlo a Letta:
il nome tassista deriva da tasse?
Anche Ferruccio, che è uomo di mondo,
spinge a che tutti siano ascoltati
lascia i principi un po sullo sfondo
pensa ai suoi tanti lettori avvocati.
Anche il Maggini, poeta minore
Con cui a volte qui si fioretta
Si lascia andare senza pudore
A una tirata che grida vendetta.
Sembra una piece di Commedia dellarte
Ruoli scambiati, toni allarmati
prevale sempre il richiamo di parte
oh, liberali di panna montata!
Cento giorni stan passando Cè Mastella smemorato, E la Bindi bella figlia? Per Rutelli sarà dura Cè anche Mussi in confusione Quanto al Prodi deve dire, Il Tremonti ha manovrato, Ed infin qui rendo onore
e se guardo al risultando,
pur munito di una lente,
cosa vedo: poco o niente.
che lOvidio ha già graziato,
in Consiglio ne fan senza,
pel Clemente un cè clemenza!
Un collega con gran scatto
ha ibernato la Moratto,
poi sè fatto un sonnellino:
è un Fiorone o un fiorellino?
Or le unioni fan famiglia!?
La Melandri è riapparita,
.sulla spiaggia e alla partita.
di capir che la cultura
sta su in alto, con le stelle,
non in mezzo a palombelle.
tra la cellula e embrione,
poi DAlema col Parisi
che a scappar si son decisi.
e dAosta acconsentire,
se da Scilla oltre lo stretto,
si va in ponte o col traghetto.
fu perciò scomunicato,
il Tommaso fa altrettanto
e lo fanno quasi santo!
al Bersani innovatore,
lui scoprì, gran riformista,
che il problema
. è nel tassista!!
Io elettor dei CidielListri
dubbi avea su miei ministri,
ma a veder quei dellUnione,
sì
aridatece er Puzzone!
Volevo brevemente, come si confà a chi lavora a Metro, salutare la redazione che celebra in questi giorni il quarto compleanno. E dirvi anche che il successo della vostra iniziativa non è dovuta esclusivamente alloriginalità del vostro forum permanente sui temi delleconomia e dello sviluppo; alla scelta del web e delle sue grandi potenzialità in anni, era il 2002, in cui Internet viveva la sua crisi più profonda; o alle posizioni riformiste e moderne dei vostri editorialisti, che in questi anni sono stati un riferimento costante per la politica e per linformazione in questo Paese spesso al di là di quegli steccati ideologici e opportunismi di giornata così condizionanti per la nostra agenda politica. No, la voce.info ha funzionato anche perché è stata capace di parlare a tutti, di utilizzare un linguaggio accessibile e non tecnicistico utile alla comprensione dei fatti anche per coloro che non hanno in tasca un master in Economia politica o che non sono interessati a “leggere tra le righe”, ma semplicemente a leggere e capire. Metro ha ripreso e pubblicato le vostre analisi riscuotendo tra i suoi lettori (che sono in gran parte “non lettori” abituali di giornali) consenso e aprezzamento. Le parole sono importanti, per dirla col regista, specie se lobiettivo è farsi comprendere dai più. Bravi, continuate così.
Giampaolo Roidi
Direttore responsabile di Metro