Il mercato del credito si apre anche alle compagnie di assicurazione. Fondamentale però che alle assicurazioni siano garantiti adeguati spazi di manovra nella selezione delle imprese meritevoli di finanziamento. L’esempio dei subprime e i rischi posti dai gruppi misti.
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Dotare l’Italia di un’infrastruttura di rete per la banda larga significa dare un contributo alla crescita del paese nel suo insieme. Serve perciò una politica coerente, che impegni Governo, autorità di regolamentazione e operatori privati. Una proposta per realizzarla.
Favorire la nascita del mercato dei minibond è certamente una buona idea. Ma non saranno le misure previste nel decreto sul Fondo di garanzia per le Pmi a realizzarla. Anzi, quel provvedimento avrà rilevanti effetti distorsivi. Remunerazione delle perdite attese e comportamenti strategici.
Il decreto “Competitività” rivede il sistema degli incentivi al fotovoltaico. E per questo è stato criticato. Ma i dati ci dicono che i sussidi non sono giustificabili in termini di rapporto costi/benefici. Andrebbero soppressi del tutto e sostituiti con una carbon tax a livello globale.
Una crisi economica rende più facili o più difficili le riforme strutturali? Uno studio empirico evidenzia che nei paesi in difficoltà i cittadini non amano la concorrenza e chiedono più redistribuzione del reddito e più proprietà pubblica in campo economico. Oltre a preferire un leader “forte”.
Per anni le compagnie assicurative hanno di fatto impedito ai loro agenti di diventare plurimandatari. Ora gli ostacoli sono rimossi da un provvedimento dell’Antitrust. Tutti contenti, consumatori a parte. Ma la decisione arriva quando tecnologia e altri attori sul mercato la rendono superflua.
I nuovi dati Ocse permettono di confrontare le dinamiche occupazionali aziendali, tenendo conto dell’età delle imprese. In tutti i paesi sono quelle giovani a contribuire di più alla creazione di posti di lavoro. La “questione italiana” rimanda ad aziende piccole e vecchie.
Per avviare più rapidamente i lavori pubblici, si ricorre spesso a procedure semplificate di aggiudicazione degli appalti. Ma questo comporta una minore attenzione nella definizione dei contratti e nella scelta del contraente privato. Pagata poi con tempi più lunghi e costi più alti di realizzazione.
La difficoltosa cessione di Alitalia a Etihad porta con sé una grande mole di esuberi. Il costo ricadrà sull’erario e quindi sui contribuenti. È forse l’atto conclusivo di una vicenda fallimentare, il cui prezzo è stato pagato dai cittadini. Le responsabilità sono di molti.
L’Italia ha poche grandi imprese. E due di queste stanno per diventare “straniere”. Per la crescita non bastano le vitalissime multinazionali tascabili, per avere un futuro nella competizione mondiale servono anche i grandi gruppi. Un problema di rilevanza strategica per il paese.