Lavoce.info

Categoria: Concorrenza e mercati Pagina 64 di 82

Fragili capitalisti e politici senza “policy”

La vicenda Telecom ha reso ancora più evidenti le debolezze del nostro sistema politico ed economico. Ma offre qualche insegnamento per le necessarie future privatizzazioni e liberalizzazioni: dall’importanza di un’efficace regolamentazione all’alta probabilità di fallimento del mercato italiano degli assetti proprietari. Se la Cassa depositi e prestiti dovesse diventare proprietaria delle maggiori infrastrutture a rete, occorrerebbe ripensarne i compiti. Per ora, il governo non sembra aver definito un adeguato disegno di policy making.

Le reti tra pubblico e privato

Ha senso lamentarsi della inefficienza delle reti private in Italia? Intanto, solo due sono davvero private: telecomunicazioni e autostrade. La prima non è scadente, mentre per la seconda va ricordato che la privatizzazione è avvenuta in assenza di un’autorità di regolazione. Nelle Tlc il confine tra infrastruttura e servizio è labile: separare la rete dal servizio implica il rischio di bloccare future innovazioni. A tutto danno dei consumatori. Né una eventuale proprietà pubblica della rete dà molte garanzie sul piano degli investimenti.

Rischio insider trading

Per incorrere nel reato non è necessario un vero e proprio abuso diretto o indiretto dell’informazione privilegiata. E’ sufficiente il semplice fatto di comunicarla a soggetti non legittimati a riceverla. Né fa eccezione la comunicazione al governo, in funzione dell’eventuale esercizio dei “poteri speciali” riconosciuti dalla legislazione sulle privatizzazioni. Nelle relazioni fra imprenditori e politici alcune abitudini che ai tempi dello “Stato-imprenditore” potevano apparire normali, oggi potrebbero rischiare di sconfinare nell’illiceità penale.

Il Doha Round gira su se stesso

Lo sviluppo straordinario dell’economia mondiale negli ultimi 50 anni è stato in larga misura sostenuto dalla crescita degli scambi internazionali di beni e servizi. Lo sradicamento della povertà in Cina, il miracolo economico in Italia e in Spagna, l’industrializzazione delle tigri asiatiche, il balzo dell’economia dell’India non si sarebbero verificati se questi paesi non avessero potuto contare sulla rapida crescita delle proprie esportazioni.
A sua volta, l’aumento del commercio internazionale deve molto alla riduzione delle barriere agli scambi sponsorizzata prima dal GATT e, a partire dal 1994, dall’Organizzazione Mondiale per il Commercio. Anche la crescita degli investimenti diretti all’estero, che ha contribuito non poco a stimolare l’economia mondiale, è in buona parte attribuibile alla riduzione dei costi del commercio.

Per la neutralità della rete

L’Italia non può permettersi freni alla crescita e all’innovazione. Una considerazione che vale tanto più per le telecomunicazioni e in particolare per lo sviluppo di Internet. E che dovrebbe concretizzarsi in specifiche prese di posizione per una sempre più decisa salvaguardia della libertà della rete. Che passa attraverso la sua neutralità. Senza di questa, un provider di banda larga potrebbe decidere di imporre alcuni servizi e discriminarne o rallentarne altri. E la non neutralità avrebbe riflessi anche sull’evoluzione della convergenza multimediale.

Le fusioni transfrontaliere in settori regolamentati

L’attivit?di fusione ?di nuovo in crescita e le fusioni transfrontaliere non sono pi?un affare meramente anglosassone e riguardano ampiamente settori regolati. In questi settori, l’impatto delle fusioni sui consumatori dipende dalla qualit?della regolazione. Se questa ?buona, la nazionalit?di chi gestisce i servizi ?una scelta da lasciare al mercato.

La nazionalità del gaucho autostradale

Dopo l’annuncio della fusione tra la societ?Autostrade per l’Italia e il gruppo spagnolo Abertis, il Ministro Di Pietro ha sostenuto che la concessione non potesse passare di mano senza una approvazione preventiva del Governo, in ci?confortato da un Parere del Consiglio di Stato. La preoccupazione principale sembra quella del drenaggio di risorse “italiane?da destinarsi a investimenti in Italia da parte di un operatore straniero. Ma ci sono alcuni punti fondamentali da chiarire e una regolazione da riformare.

Una resa incondizionata

E’ terminata ormai la vertenza tra i tassisti e il Ministro Bersani; inutile negare l’evidenza, hanno vinto i tassisti. L’articolo 6 del decreto legge è stato sostituito da un emendamento che prevede vari tipi di accordi fra comuni e associazioni di categoria. Il cuore dell’accordo peraltro è l’istituzione del doppio turno facoltativo, il ricorso a bandi straordinari e la concessione di licenze temporanee.

Provaci ancora, ministro

I nuovi provvedimenti sul commercio intervengono su alcune tematiche specifiche che la riforma del 1998 non aveva toccato. Soprattutto, però, si indicano alcuni principi generali da porre alla base dello svolgimento di qualunque attività di distribuzione commerciale, fondati sulla tutela della concorrenza e del consumatore. Temi sui quali si rivendica una competenza statale. Le Regioni, che hanno competenza esclusiva sul commercio in base al Titolo V della Costituzione, hanno infatti dimostrato di essere molto esposte alle pressioni degli interessi in causa.

Un taxi chiamato desiderio

Per i taxisti la licenza è come una pensione: quando decidono di ritirarsi dalla vita attiva la vendono e, col ricavato, si procurano un reddito per il resto dei loro giorni. Comprensibile dunque che si oppongano alla perdita in conto capitale che potrebbe seguire dalla liberalizzazione. Ma chi protesta non si è reso conto che il provvedimento varato dal Governo prevede misure di compensazione, tanto che la perdita sarebbe molto contenuta. Certo non sarà così se continueranno con le loro esasperate forme di lotta.

Pagina 64 di 82

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén