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Categoria: Concorrenza e mercati Pagina 66 di 85

Verso Caserta

La stella polare del “documento Rutelli” , dello scorso novembre, era costituita dall’ampliamento degli spazi di concorrenza nei servizi, nazionali e locali, e dalla riforma degli strumenti di regolazione, a cominciare dal potenziamento e dal riordino delle Autorità indipendenti. Dal vertice di Caserta ci si aspetta che il governo dica finalmente quante e quali di quelle proposte verranno trasformate in provvedimenti legislativi e in atti di indirizzo politico, indichi con chiarezza la “squadra” che dovrà lavorarci e gli incentivi che verranno messi in campo per favorire le liberalizzazioni.

Popolari, un fronte ancora aperto

Anche se la Commissione europea ha deciso di non avviare la procedura di infrazione nei confronti delle banche popolari, una riforma resta comunque necessaria. Per evitare i rischi di autoreferenzialità del management e gli ostacoli al rafforzamento patrimoniale derivanti dal modello cooperativo. Conservare il voto capitario e rendere più trasparenti e controllabili gli assetti di governo è possibile consentendo una effettiva partecipazione dei soci, attraverso strumenti che garantiscano realistiche possibilità di organizzare il voto.

Dove vola l’Alitalia

La decisione del governo di cedere il 30,1 per cento del capitale di Alitalia mette fine alle infinite chiacchiere sulla crisi della compagnia di bandiera e sulle mille ricette per uscirne. Anche se elimina dal novero dei potenziali acquirenti i soggetti non comunitari. I dubbi però restano e riguardano i paletti imposti al compratore: dal falso problema della copertura territoriale al rischio che la cessione avvenga a spese dei consumatori. Soprattutto, lascia perplessi il destino di quel 20 per cento dell’impresa che sembra rimarrà in mano pubblica.

L’insostenibile leggerezza della ricarica

I rilievi dell’indagine promossa da Agcm e Agc sui servizi di telefonia mobile con ricarica del credito non sembrano avere fondamenti economici solidi. Se le imprese hanno potere di mercato, tariffe a due parti consentono di aumentare i profitti, ma sono compatibili con un equilibrio non collusivo. Da dimostrare che gli effetti della regressività gravino sulle categorie effettivamente deboli. Mentre sono le molteplici determinanti dei prezzi a limitarne la trasparenza. E la cancellazione del contributo potrebbe anche avere conseguenze controproducenti per i consumatori.

Botta e risposta sulle liberalizzazioni

La fase due delle liberalizzazioni sembra avviata. In Parlamento sono in discussione i disegni di legge delega sui servizi pubblici locali e sull’energia. A metà novembre, il Vice-Presidente del Consiglio Francesco Rutelli ha presentato in Consiglio dei Ministri un suo “Manifesto delle liberalizzazioni”, che rappresenta il disegno più ambizioso finora tracciato per accelerare la liberalizzazione dei grandi servizi a rete e riformarne la regolazione. Lavoce.info ha chiesto a Mario Sebastiani e Marco Ponti una valutazione delle proposte del documento in tema di trasporti.

Non mancano i rischi nel commercio equo e solidale

Dal 2000 al 2005 il fatturato derivante dalle vendite di prodotti equo-solidali è cresciuto del 20 per cento all’anno. Alcuni prodotti, poi, hanno raggiunto quote di mercato significative nei rispettivi segmenti. Ma l’aumento di fatturato e la sempre maggiore concorrenza tra “pionieri” e grande distribuzione comporta anche rischi. Primo fra tutti che di fronte a un eccesso di domanda, gli importatori cedano alla tentazione di battezzare come equo-solidali prodotti che provengono da filiere tradizionali. Con danni rilevanti per la reputazione dell’interno settore.

Barriere che costano

Le barriere all’entrata avvantaggiano le imprese già operanti nel mercato, generando prezzi più alti per i consumatori, minor crescita della produttività e dell’occupazione, minor tasso di adozione di nuove tecnologie, strutture distributive più antiquate. Per la distribuzione commerciale lo mostra l’evidenza empirica post-decreto Bersani del 1998. Invece di demandare alle amministrazioni locali la possibilità di liberalizzare, si dovrebbero prevedere requisiti minimi per l’apertura dei mercati vincolanti per i governi regionali.

Il mistero del francobollo scomparso

Le norme comunitarie hanno liberalizzato un notevole segmento del mercato postale, ma sinora in Italia la concorrenza di fatto è invisibile. Ne è una riprova l’abolizione del francobollo di posta ordinaria e la trasformazione di tutte le corrispondenze in “prioritarie”. Se il sonno del regolatore genera mostri tariffari, quello del liberalizzatore impedisce miglioramenti di benessere collettivo facilmente realizzabili. Si deve allora puntare a una completa apertura del mercato ancor prima del 2009 previsto dell’Unione Europea.

Un nuovo round nella riforma dei servizi pubblici locali

Quello dei servizi pubblici locali è stato, per due legislature, uno dei casi più clamorosi di riforma abortita. Al di là delle incertezze dei governi nazionali, le maggiori resistenze sono venute proprio dagli amministratori locali. A luglio, il nuovo esecutivo ha presentato un disegno di legge delega per riprendere il cammino delle liberalizzazioni. Positivo, ma non privo di ombre che potrebbero farlo naufragare. Manca infatti un coerente disegno di incentivi, con spese e tagli condizionati a comportamenti virtuosi. Una speranza dal “documento Rutelli“.

La falsa liberalizzazione del mercato del gas

Due episodi rivelano come il mercato del gas sia ben lungi dall’essere liberalizzato. E se il ministero fa bene a prendere provvedimenti tampone per garantire le forniture, non possiamo però attendere oltre per incidere sulla posizione dominante delle imprese dei settori energetici. Bisogna arrivare alla separazione delle infrastrutture dal servizio. E’ tardi per inserire qualche provvedimento “strutturale” nella Finanziaria. Ma il paese va avanti, ed è dovere del suo ceto politico favorirne lo sviluppo.

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