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Categoria: Concorrenza e mercati Pagina 84 di 86

Parola di Authority

Intervista a Pippo Ranci, presidente dell’Autorità dell’energia elettrica e del gas, sulla liberalizzazione dei mercati energetici, a cura di Michele Polo.

Il processo è a buon punto per il settore elettrico, anche se resta la questione della posizione dominante dell’Enel nella generazione. Più difficoltà per il gas, soggetto a contratti di lungo periodo. Criteri di trasparenza nel fissare le tariffe. Da sfatare la leggenda che liberalizzare implichi una peggiore qualità del servizio. E sull’indipendenza delle autorità ribadisce che la politica ha tutto da guadagnarne perché crea fiducia negli investitori e nei consumatori.

Se la liberalizzazione finisce al buio

I black out e le interruzioni programmate dell’estate ci rivelano quanto il problema della sicurezza del sistema sia stato trascurato nell’approccio seguito per l’apertura alla concorrenza del settore elettrico. Il caso americano dovrebbe far riflettere i federalisti a oltranza sui rischi che derivano da legislazioni troppo frammentate. Quanto all’Italia, ha il vantaggio di una rete strutturata da un monopolista, ma resta da verificare l’efficacia dei recenti interventi del Governo per sopperire alla scarsità dell’offerta.

Lo sciopero del carrello

Una giornata senza acquisti. È stata promossa da alcune associazioni dei consumatori contro quello che viene considerato un generalizzato rialzo dei prezzi. È un’iniziativa positiva? Al di là di anacronistiche tentazioni di ritorno a calmieri e prezzi amministrati, può contribuire a formare un’opinione pubblica che spinga per attuare la riforma del commercio al dettaglio, liberalizzare alcuni servizi i cui costi gravano sulle imprese e, magari, opporsi ai protezionismi agricoli. Perché mercato e concorrenza sono il migliore e più efficace avvocato dei consumatori.

Ide, molto rumore per quasi nulla

Investimenti diretti esteri e rapporto tra multinazionali e Paesi ospiti sono fra i temi in discussione a Cancun. Un accordo efficace dovrebbe prevedere un aumento della trasparenza delle regole come tetti per gli incentivi. E per le grandi imprese una maggiore tutela, ma anche codici di comportamento. La proposta europea lascia invece ampi margini di discrezionalità. Perché forse il vero obiettivo dei Paesi ricchi è distogliere l’attenzione da problemi per loro più spinosi.

Tre regole per non interrompere le emozioni

La pubblicità inserita nei film che passano in Tv è un prezzo da pagare. Ma è un prezzo che il consumatore-spettatore non conosce in anticipo e varia con il progredire della visione: più basso all’inizio per aumentare notevolmente verso la fine. Le emittenti dovrebbero perciò essere obbligate a annunciare il tempo totale di spot pubblicitari previsti e a distribuirli in modo uniforme. E per tutelare i titoli d’autore, divieto di pubblicità nell’ultimo 20 per cento di trasmissione.

Il digitale italiano, una rivoluzione a metà

La Legge Gasparri realizza una transizione a metà perché affida il controllo del processo di trasformazione da analogico a digitale ai due duopolisti, Rai e Mediaset, e consente loro di acquisire una posizione dominante nella fase di avvio. Non garantisce la convergenza al piano digitale elaborato dall’Authority, non moltiplica i programmi a disposizione degli utenti, marginalizza i broadcaster analogici nazionali e locali e lascia invariato lo squilibrio nella distribuzione delle frequenze.

La calda estate del protezionismo

È stato rilanciato dal ministro Tremonti che invoca “spirito pratico” in tema di commercio internazionale. Ma gli effetti del protezionismo sono noti a tutti: si sussidia l’industria di una nazione e se ne tassano i consumatori. Invece, il nostro sistema industriale dovrebbe liberarsi dai sussidi e non cercarne di nuovi. Quanto alla competitività dei prodotti cinesi, non è dovuta ai bassi salari dei lavoratori, ma alla ricchissima cultura industriale che pervade il Paese asiatico.

Quel silenzio assordante sulle liberalizzazioni

Perché le parole “privatizzazione” e “liberalizzazione” sono bandite dal Documento di programmazione economico-finanziaria? L’assenza di linee guida su questi argomenti è stupefacente. Se non un governo di centro-destra chi dovrebbe compiere significativi passi avanti nell’affidarsi maggiormente al mercato, liberalizzando e privatizzando?

Per un Codice delle comunicazioni

Occorre autoregolazione ex-ante e controllo antitrust ex-post degli operatori con posizione dominante nel settore delle telecomunicazioni. Le osservazioni inviate in materia al Parlamento da Assonime propongono una forma di regolazione “leggera” in cui forme di autoregolazione degli operatori dominanti possono anticipare un intervento regolatorio d’autorità.

Una semplice regola da copiare

Sulla scia del caso Cirio, sarà forse rivista la normativa sulle obbligazioni emesse da società. Per tutelare i singoli risparmiatori basterebbe riprendere lo spirito dell’americana “rule 144”. Impone agli investitori professionali di non cedere i bond acquistati su mercati non regolamentati almeno per un anno: un forte incentivo a valutare con rigore il merito di credito da assegnare allÂ’emittente e evitare i titoli più rischiosi.

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