Le risorse per la sanità pubblica sono aumentate negli ultimi anni. Continua però a mancare un progetto complessivo per il rilancio del Ssn. Non fa eccezione il disegno di legge di bilancio per il 2026, che si articola in molti interventi frammentati.
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Alterare criteri e pesi dell’Isee per garantire un beneficio specifico a una categoria di persone espone al rischio di risultati arbitrari e iniqui. Per questo va respinta l’ipotesi di escludere dal calcolo il valore della prima casa fino a 100mila euro.
Nel quadro delle nuove regole europee gli impegni presi dagli stati si distribuiscono su più anni. Dunque, le manovre da attuare con le leggi di bilancio annuali hanno margini di azione ridotti. Ma quella del nostro governo è particolarmente asfittica.
Si avvicinano in Argentina le elezioni parlamentari di metà mandato. Il governo Milei ha dalla sua la netta riduzione dell’inflazione. Ma scandali, tensioni sociali e incertezza economica mettono in dubbio il futuro del programma economico del presidente.
Il governo ha approvato il Documento programmatico di finanza pubblica. Ha i numeri in regola con l’Europa. È un buon risultato, che però è quasi tutto frutto dell’aumento della pressione fiscale sui lavoratori dipendenti. E la manovra è di corto respiro.
Difficile capire le prospettive future della nostra economia dal Documento programmatico. Nella prima parte si prospetta un paese da crescita zero, nella seconda si dice il contrario, tra Pnrr e aumenti di occupazione e investimenti. Confusione anche sulla difesa.
Pur con tutti i suoi difetti, la politica europea di coesione è stata preziosa nel finanziare progetti innovativi e contrastare le disparità . Il bilancio 2028-2034 segue un approccio meno regionalizzato di distribuzione delle risorse. Con più di un rischio.
Le cifre sono altisonanti, ma la dimensione del budget è la stessa. Muta però la distribuzione: sono i governi nazionali a decidere dove vanno le risorse per Pac e coesione. Più soldi per la competitività , l’Ucraina e paesi candidati all’adesione.
Per lungo tempo l’Europa ha usufruito di una difesa collettiva spendendo poco. L’accordo al vertice Nato sul 5 per cento del Pil per la sicurezza è una vittoria politica di Trump. Ma non garantisce lo sviluppo delle capacità militari che sarebbero necessarie.