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La copertura mediatica della Legge finanziaria

Il monitoraggio dell’informazione sulla Finanziaria 2004 di quotidiani e telegiornali rivela picchi di attenzione legati più al contesto politico che ai contenuti della manovra. Nei telegiornali, tempi e scelta dei temi dei servizi riflettono le diverse linee editoriali. I quotidiani pubblicano più tabelle con informazioni tecniche rispetto ai telegiornali, anche se questi spazi sono spesso dedicati a questioni a latere, come la riforma della previdenza, il dibattito nella maggioranza, i conti di riferimento.

Dal concordato al condono preventivo

Introdotto in via sperimentale per il biennio 2003-2004, il concordato preventivo fiscale diventa uno strumento di massa. In quest’ultima formulazione, ha perso anche la caratteristica che ne poteva giustificare l’adozione, quella di essere un mezzo per la composizione degli interessi contrapposti di contribuente e Stato, basato sull’analisi delle singole situazioni. È ora un espediente per scambiare un aumento predeterminato del gettito con la tranquillità fiscale. E come tutti i condoni fiscali, premia chi non ha rispettato le regole.

Se la Cassa diventa spa

Attraverso il risparmio postale, è stata uno sportello di raccolta fondi da distribuire all’interno del settore pubblico. Per norme che ne regolano l’attività e situazione patrimoniale è stata uno strumento della politica economica e finanziaria dello Stato. Ora la Cassa Depositi e Prestiti viene trasformata in una società per azioni, dall’architettura problematica. Sarà difficile mantenere il rapporto privilegiato con il ministero e garantire a Regioni e enti locali credito a tassi inferiori a quelli di mercato. Né è chiaro il suo ruolo nel finanziamento delle infrastrutture.

Ma non è una de tax

Destinare una piccola quota dell’Iva a finalità sociali. Lo prevede un articolo del maxi-decreto legato alla Finanziaria. Presentato come una de tax, il provvedimento è invece lontano da quel modello. Infatti è interamente a carico dello Stato senza alcun contributo dell’impresa privata. È un “10 per mille” che produrrà un gettito contenuto. E poco democratico perché una piccola cerchia di grandi consumatori potrebbe decidere la destinazione dell’intera somma a disposizione, mentre il costo ricade sull’intera comunità.

Verso una nuova Iri?

Dietro al dibattito sulla natura bancaria o di intermediario finanziario della Cassa Depositi e Prestiti Spa, si nasconde la questione del ruolo dello Stato nel finanziamento e nel controllo di imprese industriali di importanza strategica. Se alla nuova Cdp fosse riconosciuto il ruolo di banca, sarebbe sottoposta alle regole della Banca d’Italia sulla separazione tra istituti bancari e imprese. La grande urgenza e poca trasparenza del provvedimento si spiega dunque con l’obiettivo di costituire una holding controllata dal Tesoro, che detenga le partecipazioni strategiche.

Finanziaria avara con gli enti locali

Il riaggiustamento dei conti pubblici ricade in prevalenza su comuni e province, secondo una logica centralista che riduce le risorse e impone oneri addizionali senza prevedere l’adeguata copertura, valga per tutti l’esempio del condono edilizio. Ferma da tempo l’attuazione del federalismo fiscale, per gli enti locali è impossibile anche autofinanziarsi. Siamo ben lontani non solo dal riconoscimento del principio costituzionale della pari dignità degli enti territoriali, ma anche dall’attuazione di un corretto rapporto istituzionale fra diversi livelli di governo.

Riforme e controriforme

Avviata per introdurre le logiche del mercato e della regolazione incentivante in settori dominati da monopoli, la riforma dei servizi pubblici locali è stata progressivamente svuotata dei contenuti innovativi. Nelle norme recentemente approvate dal Senato non c’è traccia di concorrenza. Ci sono invece contraddizioni e discriminazioni tra operatori che inevitabilmente daranno luogo a un lungo contenzioso. In una incertezza normativa che rafforza il partito dei contrari al processo di liberalizzazione.

La Borsa e la Finanziaria 2004

La manovra finanziaria prevede riduzioni di aliquote d’imposta per agevolare la quotazione in Borsa anche di società medio piccole. Sono interventi opportuni, anche se non mancano alcune contraddizioni. In particolare, appare criticabile la scelta di limitare a quindici mesi la durata dello sgravio. Si finisce per premiare solo quotazioni già avviate dal momento che chi volesse iniziare oggi le procedure non avrebbe tempo sufficiente a centrare il traguardo di fine 2004.

Condoni e Regioni

Il condono edilizio, pilastro della manovra finanziaria, è stato varato. Ma alcune Regioni lo attaccano. Appellandosi a passate decisioni della Corte costituzionale, sottolineano come la sanatoria potrebbe compromettere la propria gestione del territorio. Inoltre, invocano la maggiore autonomia garantita dal Titolo V. Un’analisi della giurisprudenza costituzionale mostra come il conflitto tra i due livelli di governo sia assai incerto negli esiti.

Il perdono che non serve

Annunciati agli evasori come un’ultima chance che non è mai tale, i condoni tributari si ripetono e determinano una sostanziale e pericolosa perdita di efficacia del sistema sanzionatorio. L’analisi empirica dimostra che lungi dal generare un nuovo e permanente flusso di entrate, i condoni hanno invece avuto un effetto negativo sul gettito dell’imposta del valore aggiunto. Il ricorso a questi strumenti di politica fiscale resta perciò legato al conseguimento di gettiti “facili” e, solo apparentemente, a basso costo.

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