L’Italia ha sprecato, nei primi anni dell’euro, l’occasione storica per risolvere il problema del debito pubblico. E oggi trovano sostenitori coloro che propongono ricette miracolose per ridurlo o eliminarlo senza pagare pegno. La realtà, però, è ben diversa.
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Il meccanismo con cui si calcola il Reddito di cittadinanza nasconde una discriminazione più grave del previsto nei confronti delle famiglie numerose, in particolare di quelle con minorenni. La scala di equivalenza anomala gioca un ruolo decisivo e va corretta subito.
Si dice spesso che la nostra spesa pubblica è troppo elevata e che dovrebbe essere ridotta. Ma l’Italia spende davvero così tanto? In realtà, è in linea con la media degli altri grandi paesi dell’Eurozona. Destina però la quota maggiore del Pil al pagamento delle pensioni.
Nel primo trimestre 2019 è finita la recessione e così la crescita 2019 può essere rivista un po’ al rialzo. A patto che il governo non complichi tutto con una nuova raffica di promesse inattuabili.
Un piccolo comune come Esino Lario e uno grande come Roma hanno un analogo problema di costi alti. Ma completamente diversa è la risposta. Il primo si sforza di coprire almeno le spese correnti. La soluzione della Capitale ha un solo nome: azzardo morale.
Con la presentazione del Documento di economia e finanza 2019 va in onda di nuovo uno spettacolo già visto: annunci di obiettivi responsabili accoppiati a nuove promesse incoerenti e non credibili. Fino alla prossima ritirata o salita dello spread.
Super-ammortamento, mini-Ires e modifiche ai Pir: tre articoli del “decreto crescita” in realtà servono ad aggiustare errori e manchevolezze della legge di bilancio 2019 approvata solo tre mesi fa. Gli effetti sulla crescita saranno invece limitati.
Divisioni interne al partito del presidente del Consiglio e coesione tra i sindacati possono impedire a un governo di realizzare le promesse elettorali. Perché producono veti che, come in una palude, limitano la capacità d’intervento dell’esecutivo.
Per valutare gli effetti di politiche espansive va considerata l’esistenza di forme di risparmio precauzionale, oltre alla composizione dello stimolo fiscale. Per esempio, l’effetto sui consumi di un aumento della spesa sanitaria cambia dal breve al lungo periodo.