Per stimolare l’economia europea nel breve termine è stata proposta un’espansione temporanea degli investimenti pubblici nei paesi con un rapporto debito-Pil sotto il 3 per cento. È però indispensabile una accurata preparazione dei singoli progetti.
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Sugli investimenti pubblici il governo ha fatto previsioni errate e non ha mantenuto gli impegni presi con l’Europa quando ha chiesto la clausola di flessibilità per il 2016. Ma il fatto più grave è non aver saputo usare le risorse per la crescita.
La direttiva europea del 2014 sugli appalti pubblici ha introdotto la possibilità di utilizzare i comportamenti passati delle imprese nelle decisioni di scelta dei contraenti privati. In che modo gli stati recepiscono la novità nei loro ordinamenti?
In Italia i bisogni delle persone non autosufficienti e dei loro famigliari sono affrontati attraverso una miriade di indennità. Pochi invece i servizi. Mentre la strada da percorrere è quella della integrazione tra aiuti monetari e servizi personalizzati.
Non sarà la revisione delle detrazioni fiscali a permetterci di evitare la procedura di infrazione europea. Per non avere effetti negativi sulla ripresa, il taglio dovrebbe concentrarsi sui contribuenti con redditi più alti, che però ne beneficiano già in misura limitata.
Il rapporto della Commissione europea sui conti pubblici non fa sconti. Ricorda che la flessibilità ha un limite, coincidente con la necessità di finanziare i cali delle imposte con riduzioni di spesa o almeno far ripartire le riforme. Altrimenti si rischia la procedura di infrazione per deficit eccessivo.
I dati sui risparmi ottenuti dalle gare Consip permettono di valutare l’andamento della spending review negli acquisti di beni e servizi. Tra luci e ombre, emerge un quadro in cui manca una politica organica di riassetto della spesa. E le cause di questo sono due.
Alla fine, la riforma Madia si rivela più una revisione della legge Brunetta che un passo verso una Pa più organizzata ed efficiente. Gli elementi di regolazione formale prevalgono sulle modalità operative. E restano tutte le contraddizioni dell’ordinamento del lavoro pubblico “privatizzato”.
Fondo monetario e paesi europei litigano di nuovo sul piano di finanziamenti alla Grecia. È molto probabile che anche questa volta si arriverà a un accordo. Ma l’esperienza del salvataggio greco dovrebbe convincere l’Europa a rafforzare le proprie istituzioni per affrontare un futuro non semplice.
Dal 2018 i sindaci non potranno più utilizzare gli oneri di urbanizzazione per pareggiare i bilanci comunali. Lo prevede la legge di bilancio per il 2017. Ed è una buona notizia perché un freno al loro uso improprio può limitare la spinta alla costruzione di immobili oltre le reali necessità.