La questione dei debiti delle amministrazioni pubbliche sembra avviata a una soluzione per il passato. Ma come evitare che l’emergenza si ripresenti in futuro? Serve un cambiamento culturale che impedisca alle amministrazioni locali di operare senza risorse. E vanno rafforzate le tecnostrutture.
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La realizzazione delle infrastrutture in Italia è molto spesso ritardata da opposizioni e incertezze non sempre giustificate, danneggiando così la competitività del paese. Da alcuni anni un Osservatorio analizza i “costi del non fare”. Ecco alcuni risultati. E due proposte per migliorare le cose.
La decisione di pagare alle imprese parte dei debiti accumulati dalle amministrazioni pubbliche potrebbe rappresentare la più grande manovra di rilancio dell’economia italiana attuata negli ultimi decenni. A patto che si tenga conto di alcuni elementi, decisivi per l’efficacia del provvedimento.
Cosa accadrebbe se l’Italia non riuscisse a darsi un nuovo governo in tempi brevi? E soprattutto, quale sarebbe il costo di nuove tensioni sui titoli del debito pubblico? Una simulazione per la nostra economia nel caso in cui lo spread Btp-Bund decennale salisse drasticamente nei prossimi mesi.
Il decreto per sanare i debiti della pubblica amministrazione con le imprese ha suscitato lo sdegno della capogruppo alla Camera del M5S. Chi vorrebbe essere esempio di rinnovamento non si è documentato e mostra presunzione nell’affrontare un problema dalla cui soluzione dipendono migliaia di posti di lavoro.
Con la legge che recepisce nel nostro ordinamento il “fiscal compact” l’Italia ha fatto notevoli passi avanti nello stabilire principi che possano garantire la sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche. I punti principali della normativa e l’importante ruolo del fiscal council.
Il superindice Ocse indica qualche dato positivo per l’eurozona. Anche nel 2009 in un periodo buio per l’economia segnalò l’arrivo della ripresa dopo sei mesi. Il miglioramento per l’Italia sembra associato all’aumento degli ordini esteri. Il mercato interno italiano invece continuerà a soffrire.
Di cosa parliamo quando diciamo “reddito di cittadinanza”? E che cosa lo distingue dal “reddito minimo garantito”? Il primo non fa distinzione tra ricchi e poveri, e di conseguenza ha un costo altissimo. Il secondo è selettivo, ha un costo più contenuto e potrebbe incorporare gli altri sussidi esistenti.
Molti documenti comunitari e vari dispositivi legislativi assegnano alla valutazione delle politiche pubbliche un ruolo primario e strategico. Eppure, in Italia resta l’incertezza su chi, come e quando sarà messo in condizione di produrla. Tre proposte per dare il giusto spazio a questa pratica.
Il dialogo con il Movimento 5 Stelle sembra l’opzione scelta dal Pd per superare lo stallo politico dell’Italia del dopo-elezioni. Utile allora vedere come vanno le cose laddove la formazione di Beppe Grillo è al governo di una città. Un resoconto sui primi mesi della giunta Pizzarotti a Parma.