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UNA SPENDING REVIEW PER I DEBITI DELLA PA

I ritardi nei pagamenti della Pa verso i fornitori generano gravi danni al sistema delle imprese. Tuttavia, sono incerti sia l’ammontare sia la natura dei debiti. Potrebbe trattarsi di impegni presi nonostante stanziamenti insufficienti di cassa ovvero di competenza. In entrambi i casi, si tratterebbe di somme non registrate nelle statistiche sul debito pubblico. Se i due aspetti non saranno chiariti è difficile si possa arrivare a una soluzione che attenui i problemi delle imprese e corregga i difetti del nostro sistema di gestione e controllo della spesa pubblica.

LA CAPORETTO DELLA CRESCITA E I DUE MARIO SUL PIAVE

Le stime preliminari della crescita del Pil del quarto trimestre certificano che l’economia europea è probabilmente entrata in recessione nel quarto trimestre 2011. Di sicuro, lo sono già Italia, Spagna, Portogallo e Grecia insieme a Belgio e Olanda. Il governo Monti è intervenuto con dure misure che forse hanno in parte contribuito nel brevissimo termine a peggiorare la recessione, ma raddrizzano una situazione che avrebbe portato al default. Ed è più chiaro perché Mario Draghi abbia inondato di liquidità i mercati monetari e finanziari europei prima di Natale.

Il salario minimo nella Grecia in crisi

La Grecia ha certamente un problema di competitività. Sindacati e partiti di centrosinistra dovrebbero perciò accettare una riduzione del salario minimo, ma inferiore al 22 per cento richiesto dalla troika. In cambio dovrebbero pretendere da governo e imprenditori l’impegno a introdurre ammortizzatori sociali per le famiglie di disoccupati e lavoratori poveri. Il ripristino della legalità ovunque, senza lavoratori in nero. La riduzione immediata dei prezzi da parte delle imprese. E un aumento graduale del salario minimo nel futuro prossimo, man mano che l’economia cresce.

LA VERSIONE DI HAMILTON

Alexander Hamilton, primo segretario al Tesoro Usa, stabilì che il governo nazionale si sarebbe assunto i debiti contratti dai singoli stati durante la guerra di indipendenza. Perché il nuovo Stato non sarebbe stato credibile senza il pieno controllo dei suoi debiti e senza poterne garantire la restituzione. Moneta comune e Fed arrivarono dopo. L’Europa ha scelto il percorso inverso. Pensando che l’unione monetaria avrebbe indotto una convergenza economica e creato le basi per una solida unione. Forse, per la soluzione di lungo periodo della crisi dell’euro servirebbe un Hamilton europeo.

I NUMERI DELL’ITALIA SOSTENIBILE *

L’Italia sarà capace di restituire dinamiche sostenibili al proprio debito pubblico, e soprattutto, al costo del suo finanziamento? Agli attuali tassi di interesse, a quanto ammontano gli avanzi di bilancio primario necessari a centrare l’obiettivo? Sono cifre realistiche, per gli anni a venire, che è davvero possibile raggiungere? Per rispondere a queste domande, ecco alcune simulazioni dell’evoluzione del rapporto tra debito e Pil. Che sotto l’ipotesi di un bilancio in pareggio dal 2014, può ritrovare equilibri virtuosi anche con il permanere di alti tassi di interesse.

A PICCOLI PASSI

La riunione informale del Consiglio europeo ha visto qualche ulteriore passo avanti negli aggiustamenti ai meccanismi di governo economico dell’Unione e dell’Eurozona. E per fortuna anche qualche passo indietro, con il pareggio di bilancio che basta e avanza a garantire il rientro dall’eccesso di debito. Non c’è ancora una soluzione per correggere gli enormi squilibri dei pagamenti correnti tra i paesi dell’euro. Ma almeno, dopo aver accontentato la Germania sulle regole di bilancio, l’agenda si allarga alle questioni della stabilità finanziaria e della crescita.

COME FUNZIONA IL FISCAL COMPACT

Il fiscal compact, approvato ieri da venticinque paesi dell’Unione Europea, ridotto in pillole contiene due regole. La prima (da alcuni definita, non si capisce bene perché, golden rule) è il pareggio di bilancio, o meglio il divieto per il deficit strutturale di superare lo 0,5 per cento del Pil nel corso di un ciclo economico. La seconda regola fissa un percorso di riduzione del debito pubblico in rapporto al Pil: dovrà scendere ogni anno di 1/20 della distanza tra il suo livello effettivo e la soglia del 60 per cento.

SE UN PATROCINIO NON SI NEGA A NESSUNO

Dalla sagra strapaesana alle ricerche di mercato più improbabili: comuni, province e Regioni non lesinano denaro in sponsorizzazioni, patrocini e contributi. La normativa prevede la pubblicazione successiva della spesa sostenuta, ma non esiste una rilevazione nazionale del volume delle risorse erogate. E finora i tentativi di limitare le spese di rappresentanza hanno solo creato grandi polveroni. Eppure un totale divieto permetterebbe di risparmiare centinaia di milioni di euro. A quanti punti di pressione fiscale locale in meno potrebbero equivalere?

IL CLUB MED DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Più che di Piigs dovremmo parlare di Club Med. È vero che Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna sono tutte state colpite dalla crisi dei debiti pubblici. Ma l’Irlanda ne è uscita per prima. E un altro paese, il Belgio, con un’alta evasione e un’alta propensione a generare debito pubblico, è sempre riuscito a venire fuori da complicati processi di consolidamento fiscale. Forse la differenza sta nel diverso livello di efficienza della pubblica amministrazione. Perchè le nazioni con burocrazie fragili hanno anche problemi di crescita economica e di credibilità.

PA: TAGLIATORI DI TESTE CERCANSI

Dalla fase 2 del governo Monti è lecito aspettarsi il rilancio di un dibattito serio sulle riforme delle pubbliche amministrazioni. Perché a conclusione delle spending review si dovrà affrontare una serie molto ampia di ristrutturazioni aziendali in modo da ridurre i costi fissi e migliorare l’efficienza complessiva del sistema. Si presenterà allora il problema di che fare del personale in eccesso. E serviranno previsioni normative e contrattuali finora del tutto assenti. Ma non basta: dovrà trovare spazio anche nel pubblico impiego la figura del tagliatore di teste.

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