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Una Relazione preoccupante

Con un ritardo notevole, il Governo ha diffuso la Relazione trimestrale di cassa e l’aggiornamento della Relazione revisionale e programmatica. Certificano il permanere di una situazione difficile per la finanza pubblica. I dati infatti riconoscono che la crescita sarà inferiore alle previsioni e l’indebitamento pericolosamente vicino al 3 per cento. Ancora una volta sono le misure una tantum a permettere di chiudere la previsione di bilancio senza suscitare la reazione dei partner europei, dei mercati e delle agenzie di rating.

Il dividendo dell’euro

Si riaccende la polemica sui vantaggi e svantaggi della moneta unica. Ma un confronto con quello che sarebbe potuto accadere se non avessimo aderito all’Unione monetaria, mostra come il miglioramento dei conti pubblici italiani sia interamente dovuto alla caduta dei tassi di interesse sul debito pubblico indotta dall’euro. Nell’ultimo triennio, però, questo dividendo è stato usato in misura crescente per finanziare maggiori spese e non ulteriori riduzioni dell’indebitamento. Proseguire su questa strada, ci espone al rischio che il dividendo stesso svanisca.

Previsioni economiche di primavera della Commissione 2004 – 2005 (Italia)

Previsioni economiche di primavera della Commissione 2004 – 2005

Il Pil e le tasse

Una riduzione delle imposte che non porta crescita può essere penalizzante in Europa, senza nemmeno conquistare il consenso degli elettori. Prima di garantire che il “taglio alle tasse” porterà sviluppo, bisogna formulare una valutazione plausibile degli effetti attesi. L’analisi statistica mostra che per ogni punto percentuale di riduzione delle imposte sul Pil, il tasso di crescita del Pil potenziale aumenta di circa un quarto di punto percentuale l’anno. Ma se la riduzione delle imposte è finanziata interamente in deficit, l’aumento si dimezza.

Tra concordato e condono

Scadono i termini per aderire al concordato preventivo. Poche le adesioni rispetto a quanto sperato forse perché nelle aspettative c’è un condono anche per il 2003. La voce aveva già espresso le sue perplessità su questo strumento fiscale. Riproponiamo qui l’intervento di Cecilia Guerra

La macroeconomia dei comunicati stampa

Le recenti esternazioni di Banca d’Italia e Tesoro sul debito pubblico non sono solo un’altra battaglia nella guerra tra queste due istituzioni, ma tentativi genuini (benché a volte un po’ maliziosi) di fare chiarezza su di un problema oscuro ma non secondario – dopotutto, si sta parlando di quasi 22 miliardi di euro per il 2003, circa l’1,7 per cento del Pil. Questa chiarezza è doppiamente benvenuta e necessaria in un momento in cui il debito pubblico italiano è sotto stretta osservazione delle agenzie di rating.

L’8 per mille dimezzato

Soldi ben spesi quelli dell’8 per mille Irpef destinati a scopi umanitari. Lo ha detto anche il presidente del Consiglio. E per il 2004 la quota appannaggio dello Stato dovrebbe essere intorno ai 140 milioni di euro. Però, la Legge finanziaria, senza dar troppa pubblicità al fatto, l’ha decurtata di 80 milioni. D’altra parte, lo stanziamento previsto per l’introduzione della de-tax ammonta per il prossimo anno a un milione. A conti fatti, sono 79 milioni di euro in meno per gli interventi di interesse sociale.

Sono davvero aumentate le entrate?

L’indebitamento netto 2003 resta ben al di sotto della soglia massima del 3 per cento. Cambia però la sua composizione e le entrate ordinarie sembrano sempre meno in grado di far fronte strutturalmente alle spese ordinarie. Il Governo conferma tuttavia la volontà di ridurre le imposte. Senza peraltro chiarire come intende raggiungere questo obiettivo. E l’opposizione preferisce criticare l’esecutivo per aver aumentato le tasse, invece di interrogarsi sui perché e sugli effetti del calo tendenziale della pressione fiscale ordinaria.

Col fiato corto

L’economia italiana continua a perdere colpi. Il nuovo miracolo economico ipotizzato a inizio legislatura è tramontato presto, di fronte alla virtuale stagnazione del Pil dal secondo trimestre del 2001 a oggi. Ma il rischio attuale è di perdere anche la possibilità che sia la ripresa dell’economia internazionale a risollevare le sorti della nostra. Infatti, mentre per Stati Uniti ed Europa i dati sono rassicuranti, quelli italiani del primo trimestre del 2004 non promettono nulla di buono. E le previsioni di crescita del Governo potrebbero rivelarsi del tutto irrealistiche.

Scip2 strikes back

L’operazione Scip ha vantaggi presunti, ma finora non provati. Infatti, i risultati del 2003 sono largamente al di sotto delle aspettative. Né sembra vero che la cartolarizzazione acceleri il processo di vendita degli immobili. Di sicuro, consente di far cassa subito e di migliorare l’aspetto dei conti pubblici. Ma altrettanto sicuri sono i costi di cui occorre rendere nota la dimensione. Senza dimenticare i futuri costi della politica delle entrate straordinarie perseguita in questi anni.

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