La riforma del bonus cultura riapre il tema di quali destinatari si vogliono raggiungere. Una misura precedente ha beneficiato soprattutto chi ha un background socio-economico meno favorevole. Proprio coloro che ora rischiano di rimanere esclusi.
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L’aumento dei fondi nazionali per le politiche sociali ha portato in alcune aree alla riduzione del contributo dei comuni. Mancano incentivi al co-finanziamento, anche per un sistema di calcolo dei fabbisogni basato solo su spesa e numero di utenti.
Programmi europei e Pnrr hanno accelerato la digitalizzazione della pubblica amministrazione,semplificando l’accesso ai servizi. Ma non per tutti: la transizione digitale rischia di penalizzare una parte di anziani, con nuove forme di diseguaglianza.
I congedi parentali sono essenziali per favorire l’equilibrio tra lavoro e vita familiare. Nonostante le riforme, i dati Inps mostrano che lo utilizzano soprattutto le madri e in modo differenziato tra aree geografiche, settori e posizioni lavorative.
In Italia l’ha proposta il segretario della Cgil, ma di patrimoniale si discute ovunque. Perché la ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochissimi. Conviene però chiedersi quali effetti potrebbe avere una tassa di questo tipo su Pil e crescita.
L’emergenza abitativa è dovuta anche ai molti alloggi che le proprietà pubbliche non possono affittare perché non a norma. Il loro recupero può essere affidato alle famiglie locatarie, ma senza deroghe al rispetto delle graduatorie. Ecco come farlo.
La quota di ricchezza detenuta dall’1 per cento più ricco della popolazione è salita costantemente negli Usa e in Europa. Si affacciano così proposte di tasse patrimoniali. Ma conviene prima analizzare gli effetti che potrebbero avere su Pil e crescita.
L’analisi dei dati Inps sulle domande per l’Assegno unico universale rivela profonde disuguaglianze geografiche e socioeconomiche nella diffusione della disabilità infantile in Italia, con un intreccio complesso di fattori familiari e territoriali.
I dati del 2024 mostrano che la povertà in Italia resta stabile, benché su livelli ancora elevati. Negli ultimi dieci anni la situazione è peggiorata soprattutto per le famiglie del Nord, per quelle più numerose e per quelle composte da cittadini stranieri.