Approvata più di due anni fa, la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti incontra difficoltà di attuazione forse inevitabili. Ma su alcuni punti ci sono stati passi indietro. E i problemi non devono tramutarsi in blocchi insuperabili.
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La legge di bilancio sposta il focus dai Lep descrittivi a quelli quantitativi e utilizza il fabbisogno standard come strumento per garantire uniformità e sostenibilità . Un passo avanti verso un federalismo fiscale capace di coniugare equità e autonomia.
La riforma del bonus cultura riapre il tema di quali destinatari si vogliono raggiungere. Una misura precedente ha beneficiato soprattutto chi ha un background socio-economico meno favorevole. Proprio coloro che ora rischiano di rimanere esclusi.
L’aumento dei fondi nazionali per le politiche sociali ha portato in alcune aree alla riduzione del contributo dei comuni. Mancano incentivi al co-finanziamento, anche per un sistema di calcolo dei fabbisogni basato solo su spesa e numero di utenti.
Programmi europei e Pnrr hanno accelerato la digitalizzazione della pubblica amministrazione,semplificando l’accesso ai servizi. Ma non per tutti: la transizione digitale rischia di penalizzare una parte di anziani, con nuove forme di diseguaglianza.
I congedi parentali sono essenziali per favorire l’equilibrio tra lavoro e vita familiare. Nonostante le riforme, i dati Inps mostrano che lo utilizzano soprattutto le madri e in modo differenziato tra aree geografiche, settori e posizioni lavorative.
In Italia l’ha proposta il segretario della Cgil, ma di patrimoniale si discute ovunque. Perché la ricchezza è sempre più concentrata nelle mani di pochissimi. Conviene però chiedersi quali effetti potrebbe avere una tassa di questo tipo su Pil e crescita.
L’emergenza abitativa è dovuta anche ai molti alloggi che le proprietà pubbliche non possono affittare perché non a norma. Il loro recupero può essere affidato alle famiglie locatarie, ma senza deroghe al rispetto delle graduatorie. Ecco come farlo.
La quota di ricchezza detenuta dall’1 per cento più ricco della popolazione è salita costantemente negli Usa e in Europa. Si affacciano così proposte di tasse patrimoniali. Ma conviene prima analizzare gli effetti che potrebbero avere su Pil e crescita.