Ridurre le emissioni legate alla mobilità privata è necessario per tutelare la salute dei cittadini. L’obiettivo non è in contrasto con il recupero di competitività dell’industria europea dell’auto. Anzi, potrebbe rafforzare tutta la filiera.
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Si possono evitare nuovi blackout come quello che si è verificato nella Penisola iberica? Le reti elettriche europee sono un “sistema di sistemi” molto complesso e interdipendente. Va aumentato il coordinamento, tenendo conto di aspetti tecnici cruciali.
Il servizio idrico integrato ha davanti a sé sfide difficili, che richiedono investimenti e dunque aumenti della bolletta. Con un paradosso sui consumatori disposti a pagare di più. Serve più informazione su cosa significa oggi gestione dell’acqua.
Poche auto elettriche in circolazione in Italia e poche colonnine pubbliche per la ricarica: è un circolo vizioso dal quale si può uscire con interventi di natura regolatoria e di mercato. Le azioni di pubblico e privato per favorire la mobilità elettrica.
Il governo lavora a un decreto con uno sconto temporaneo sulle bollette energetiche di famiglie e imprese. Costerà allo stato circa 3 miliardi. Il prezzo del gas è però nettamente diminuito dal picco di febbraio 2022, altre voci guidano i rincari.
La Corte di appello dell’Aja ha ribadito che la protezione dai cambiamenti climatici è un diritto umano. Gli obblighi di mitigazione non ricadono solo sugli stati, ma anche sulle imprese. Si aprono così nuove opportunità per il contenzioso climatico.
La Svezia è stata costretta a suddividere il suo mercato elettrico in più zone. Così i prezzi al Sud, prima tenuti artificialmente bassi, sono cresciuti. Le risorse in più potrebbero essere usate per calmierare i costi per i consumatori più in difficoltà.
Il cambiamento climatico è una delle più importanti sfide globali. Ma le politiche adottate per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi incidono sui bilanci pubblici. Uno studio fa i primi calcoli delle conseguenze per la Svizzera da qui al 2060.
Entra in vigore Ets2. Con il nuovo sistema la Commissione lascia decidere ai singoli stati i livelli di tassazione finale per chi utilizza i combustibili fossili, per evitare di entrare nel merito delle politiche nazionali. È però una scelta rischiosa.
I produttori di auto dicono di non essere pronti a rispettare i limiti alle emissioni previsti nel 2025, 2030 e 2035 e paventano scenari drammatici. Ma l’Europa non è chiamata a scegliere tra sopravvivenza dell’industria e lotta al cambiamento climatico.