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Categoria: Energia e ambiente Pagina 46 di 60

Ma quelle fonti di energia hanno costi esorbitanti

Gli investimenti nel fotovoltaico, fiorenti grazie agli incentivi introdotti nel 2007, rappresentano un perdita secca per la collettività. Non riescono ad ammortizzarsi nemmeno in parte. Probabilmente si raggiungerà una potenza installata vicina ai duemila megawatt e l’onere annuale per il Gse salirà così ben oltre il miliardo. Fuorviante definirla una energia “rinnovabile”: finito il sussidio non resterà nulla, mentre si dovranno smaltire milioni di pannelli obsoleti.

Il fotovoltaico, un investimento per il futuro

Il fotovoltaico è uscito dalla fase di sperimentazione e affronta quella dell’industrializzazione, con innovazioni tecniche continue e riduzione di costo inimmaginabili solo pochi anni fa. Lo si deve soprattutto alla determinazione con cui alcuni paesi hanno sostenuto le imprese del settore, riconoscendone le prospettive di lungo periodo. Anche in Italia ha dato un importante impulso alla ricerca e fatto nascere centinaia di aziende. Ma il meccanismo di incentivo ha limiti chiari e dovrebbe essere migliorato.

Auto elettrica: sarà la volta buona?

LÂ’’ora dellÂ’’auto elettrica, annunciata da normative sulle emissioni sempre più stringenti, sembra finalmente arrivata. Ma quante se ne venderanno? Quali gli impatti sul sistema elettrico? Una penetrazione dell’Â’1 per cento corrisponderebbe allo 0,3 per cento dei consumi finali, circa 250 milioni di euro lÂ’’anno ai prezzi attuali. Con un nuovo ruolo per i distributori di energia elettrica che grazie alle prossime reti intelligenti, gestiranno una nuova capacità di riserva contribuendo a un miglior sfruttamento del potenziale delle fonti rinnovabili.

Pozzi di petroli a rischio dal Messico al Mediterraneo

Grande preoccupazione ha destato lÂ’’annuncio di prossime trivellazioni petrolifere in acque profonde nel golfo libico della Sirte. Il timore è che possa ripetersi il disastro del Golfo del Messico con conseguenze questa volta fatali per il nostro mare. Bene se verranno prese misure di prevenzione. Ma il vero problema è che per il Mediterraneo ogni giorno transita via nave tutto il petrolio per il nostro continente e il rischio è continuo. La vera soluzione è una sola: la transizione verso un mondo senza combustibili fossili.

Genitori e padrini della rinascita nucleare italiana

Un ritorno dell’Italia al nucleare è opportuno e perseguibile? E’ vero che produrre elettricità con il nucleare genera emissioni nulle. Ed è vero che il kilowattora così ottenuto costa meno, ma non è detto che ciò si tradurrebbe in una bolletta più leggera per famiglie e imprese. Mentre bisogna tener conto degli investimenti ingenti e dei tempi necessari per costruire un impianto e delineare un assetto regolatorio ex-novo. Oltretutto, in un mercato europeo davvero integrato, il fabbisogno elettrico può essere soddisfatto in modo crescente dall’importazione di energia d’Oltralpe.

Fonti di energia rinnovabile

LÂ’’articolo 45 del decreto, che modifica il mercato dei certificati verdi (Cv), è un esempio da manuale di cattiva regolazione. Da un lato, mette a rischio la redditività d’Â’investimenti già realizzati, minando la credibilità dellÂ’impegno del governo per lo sviluppo di un sistema energetico ambientalmente sostenibile e, dallÂ’’altro, lascia irrisolte le criticità fondamentali emerse in questi anni.

Quanto costa la lotta al riscaldamento globale*

Per vincere le resistenze verso le politiche climatiche è necessario limitarne i costi. Partendo da alcuni punti fermi. Sono più efficaci gli strumenti che attribuiscono un prezzo di mercato alle emissioni di gas a effetto serra, come le tasse o i meccanismi di scambio di permessi. Mentre regolazioni o sussidi aumentano gli oneri. Le misure si devono applicare a tutti i gas e a tutte le fonti di emissioni. E devono essere adottate da tutti i grandi paesi inquinatori. Ricordando che bisogna agire presto, entro il 2020.

LA SETTIMANA LUNGA DEI PREZZI*

Un tetto settimanale imposto ai prezzi dei carburanti può rivelarsi inutile e addirittura controproducente, come mostra l’esperienza di altre tariffe predeterminate per periodi più o meno lunghi. Infatti il meccanismo può indurre gestori e compagnie a fissare cautelativamente prezzi artificiosamente alti. Una campagna informativa e una rimodulazione delle imposte sarebbero probabilmente molto più efficaci per scoraggiare i rincari.

LE DUE FACCE DEL CARO-CARBURANTE

Nella periodica polemica sul caro-carburanti si sovrappongano continuamente due diversi aspetti della questione: il livello del prezzo dei carburanti e la sua dinamica. E si mescolano così anche le proposte di intervento. Ma da un’analisi dei dati che metta in evidenza il ruolo e il peso delle varie componenti sotto i due aspetti, si può vedere che la fiscalità pesa in maniera determinante sul prezzo, mentre la razionalizzazione della distribuzione dovrebbe contribuire a rendere più simmetrici i movimenti dei prezzi dalla materia prima al prodotto finale.

GAS: E CHI TUTELA IL CONSUMATORE?

A dieci anni dalla liberalizzazione, il governo pensa a una nuova riforma del mercato del gas. Partendo dalla scadenza dei tetti antitrust. L’idea è di rimuoverli e nel contempo coinvolgere i grandi consumatori industriali negli investimenti in nuova capacità di stoccaggio, permettendogli di partecipare subito alla spartizione della rendita legata alla differenza tra prezzi invernali e prezzi estivi. Ma chi tutela i piccoli consumatori? Il rischio di dar vita a una anti- Robin Tax.

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