Il Meccanismo europeo di stabilità è uno dei lasciti positivi della crisi. Ma per funzionare bene ha bisogno di alcuni aggiustamenti. La seconda parte dell’introduzione dell’e-book che disegna la strategia per assicurare la stabilità dell’Eurozona.
Categoria: Unione europea Pagina 25 di 99
Incompleta ed esposta a pericolosi shock, l’architettura dell’euro ha bisogno di essere aggiustata per poter andare oltre nel rafforzamento della Ue. In un e-book, la strategia in quattro punti che bisogna mettere in atto urgentemente per assicurare stabilità alla moneta unica.
La Commissione europea ha proposto l’introduzione di “titoli di stato sintetici” nell’area dell’euro, prodotti con un processo di cartolarizzazione. Non sono gli Eurobond. Ma potrebbero essere importanti per la stabilità finanziaria dell’Eurozona.
La crisi dell’euro ha portato alla luce una profonda differenza nelle visioni economiche di Nord e Sud dell’Europa. Ne spiega le origini il libro “La battaglia delle idee. Alle radici della crisi (e del futuro) dell’Euro”. Pubblichiamo qui un estratto.
L’adozione di un mercato comune tra stati nazionali incapaci di costruire istituzioni politiche efficaci conduce a uno stallo della politica: è questa la trappola di Hayek. Ma c’è una soluzione alternativa al ritorno al protezionismo e al sovranismo.
Il principio di autorità non è mai un argomento convincente, ed è stupefacente che venga usato proprio da tanti economisti (che si vantano di essere costituzionalmente dissacratori) nel dibattito sull’euro. Men che meno autorizza a usare i dati in maniera superficiale ed errata.
Raggiunto un nuovo accordo tra governo greco e troika: garantirà risorse fondamentali per ripagare debiti in scadenza. Il prossimo passo sarà la difficile trattativa sulla riduzione del debito. Ma non esistono scorciatoie per la soluzione delle crisi.
Al primo turno quasi la metà degli elettori francesi ha votato per candidati che mettono radicalmente in dubbio i principi su cui è costruito il processo di integrazione europea. E Macron ha ora il difficile compito di ottenere un mandato pieno.
Due anni per negoziare un accordo di recesso e farlo approvare da parlamento britannico, parlamento europeo e Consiglio Ue. Poi ci sono da regolare i nuovi rapporti commerciali e non tra Ue e Regno Unito. Ecco perché non sarà una passeggiata.
La Bce è stata sicuramente protagonista negli anni della grande crisi. Ha travalicato il suo mandato? Sì, secondo Transparency international. Spesso però ha fatto “il lavoro sporco” per conto di istituzioni incapaci di assumersi le proprie responsabilità.