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Categoria: Unione europea Pagina 43 di 99

Bce: il bello deve ancora venire

Draghi ha annunciato misure che potremmo definire storiche, ma la cui efficacia è dubbia. La vera svolta sarà il quantitative easing, che però deve ancora arrivare. I provvedimenti annunciati da Mario Draghi, quando entreranno in vigore e gli effetti che dovrebbero avere.

Chi nominerà il presidente della Commissione europea?

Alla fine, sarà il Consiglio europeo o il neo-eletto Parlamento a decidere sul prossimo presidente della Commissione? Con un ruolo di co-decisione del Parlamento, anche nell’Unione si affermerebbe in modo più corretto il circuito vitale proprio delle democrazie: voto, parlamento, governo.

Dietro il populismo

Perché in tutta Europa si affermano i partiti populisti? Basta guardare al profilo per età del voto populista, giovane al Sud e vecchio al Nord. E la soluzione passa allora per politiche europee che sappiano affrontare davvero il problema della disoccupazione giovanile nei paesi più periferici.

Quella relazione tra euroscettici e surplus tedesco

Il collante dei partiti euroscettici è il riferimento a un’Europa “tedesca”. Come mostrerebbe il surplus commerciale della Germania nei confronti dei partner dell’area euro. Ma l’avanzo commerciale tedesco è alto solo verso alcuni paesi, come Francia e Austria.

Semplifichiamo la UE

Le istituzioni europee sono sempre più incomprensibili. Qualcuno sa perché il “Semestre europeo” dura tutto l’anno? O cosa sono two-pack e six-pack? Occorre fare qualcosa per semplificare l’Europa. Richiesta minima: un Testo unico che raccolga le regole sulla finanza pubblica.

Qualche dubbia verità sull’Europa

L’ultimo libro di Bini Smaghi contiene molte verità su Europa ed euro. E qualche discutibile tesi. La principale riguarda gli obiettivi assegnati alla politica monetaria, volti soltanto a mantenere un obiettivo d’inflazione senza considerare la situazione economica più generale.

Il lato oscuro dell’Unione bancaria

L’Unione bancaria ha aspetti senz’altro positivi. Ma introduce anche rigidità nella valutazione dello stato di salute delle banche e nel meccanismo di risoluzione delle crisi. Il problema è il mancato riconoscimento che moneta, banche e sovranità fiscale sono dipendenti gli uni dagli altri. 

Svalutare in un mondo globalizzato

La tesi di chi sostiene un’uscita dell’Italia dall’euro è che in questo modo le aziende italiane potrebbero esportare di più grazie a una svalutazione della nuova lira. Ma è un’analisi che guarda al mondo di oggi con strumenti analitici del secolo scorso.

Riforme incompiute: l’euro non c’entra

Il processo di liberalizzazione nel mercato dei prodotti indotto dall’euro e dal Mercato unico europeo si è inceppato in molti paesi non appena acquisito l’ingresso nella moneta unica. A farlo riavviare è stata la crisi, perché nei tempi bui aumenta il costo del non far niente.

Le conseguenze di un ripudio. Del debito

Il problema dell’Italia è l’elevato livello di debito pubblico, sopra il 130 per cento del Pil. Pensare che uscire dall’euro apra una strada facile per ridurne l’onere è illusorio. Sia il default sia la monetizzazione avrebbero pesanti conseguenze sull’economia reale.

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