La Commissione Europea alza ulteriormente l’asticella della disoccupazione di equilibrio per l’Italia: una stima basata su criteri arbitrari, che si ripercuote anche sulle previsioni del deficit. Rischiando così di vanificare i nostri sforzi per rispettare il Fiscal Compact.
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Gli svizzeri hanno capito che è necessario affrontare i problemi comuni in modo pragmatico e condiviso, pur rispettando le differenze culturali tra le diverse regioni. Un modello valido anche per l’Unione Europea.
I fondi strutturali europei possono essere destinati solo al superamento degli squilibri regionali e non ad altri scopi. Per evitare che in Italia vadano sprecati, come spesso accaduto in passato, è necessario costruire programmi operativi con regole nuove.
La fiducia dei cittadini nelle istituzioni europee continua a scendere. Ma l’Europa non può fare a meno di un ampio consenso dell’opinione pubblica. Indispensabile quindi una svolta, per rendere più democratiche le istituzioni europee.
Il dibattito sulla Tobin Tax si trascina dallo scoppio della crisi, ma al di là di alcune applicazioni parziali e infelici, è solo aumentata la confusione. Eppure un’imposta sull’attività finanziaria, opportunamente rivista, avrebbe molti meriti.
Mentre due storici parlano di fallimento dell’euro e dell’Europa, la Bce lascia invariata la politica monetaria. Il problema non è la sottovalutazione della crisi da parte di Draghi, ma che la Bce sia lasciata sola nell’affrontarla.
In che modo l’Italia può superare almeno temporaneamente il vincolo del 3 per cento sul disavanzo? Non ci sono solo le regole europee da tenere in considerazione, ma anche le reazioni dei mercati finanziari. Tutto si gioca sulla credibilità delle riforme.
La Bce diventerà presto l’organismo unico di supervisione di gran parte delle banche europee. Ma la ristrutturazione dei sistemi bancari continua a passare per l’intermediazione dei governi nazionali. Serve un meccanismo comune e credibile di liquidazione. E un divieto assoluto di aiuti di Stato.
La Corte costituzionale tedesca non si è limitata a esporre alla Corte di giustizia UE i suoi dubbi sul ruolo e la funzione della Bce e sulla solidarietà europea. Ha espresso una netta visione politica. Dalle risposte che riceverà dipenderanno gli assetti costituzionali dell’Europa del futuro.
La sentenza della Corte costituzionale tedesca apre la porta alle future operazioni Omt. Ma conferma in pieno la linea tedesca sui principi e pone pesanti condizioni, che rischiano di indebolire la “linea-Draghi”.