Lavoce.info

Categoria: Unione europea Pagina 62 di 99

Riforme istituzionali, la ricetta per guarire la Grecia

Il piano di salvataggio della Grecia non dà i risultati sperati. La recessione è più grave del previsto e cresce il malcontento della popolazione per misure di austerità sempre più pesanti. Il limite del pacchetto di aiuti concordato più di un anno fa con Unione Europea, Bce e Fmi è quello di non dare sufficiente importanza alle riforme strutturali, che invece potrebbero togliere molti degli attuali ostacoli alla crescita, spesso a costo zero per il bilancio dello Stato. Oltretutto, riforme di questo tipo avrebbero il pieno sostegno dei greci.

BCE: COME DIVENTARE UNA BANCA CENTRALE CREDIBILE

Ritorniamo sulla proposta di un programma di “Quantitative easing”. La Banca centrale europea dovrebbe adottarlo per affrontare la crisi del debito sovrano in Europa. Acquistando sul mercato secondario in modo sistematico titoli degli stati in sofferenza con un piano pre-annunciato con trasparenza, ampio, e non rivolto selettivamente a un solo membro dell’Unione monetaria. Ecco perché, nonostante varie critiche a questo strumento, la Bce guadagnerebbe credibilità.

QUEL VIRUS CHE ARRIVA DALLA GERMANIA

Se l’euro esiste è perché Mitterrand e Kohl si accordarono su uno scambio: l’unificazione della Germania dopo la caduta della Ddr contro la rinuncia al marco tedesco a dimostrazione dell’impegno per un’Europa non solo unita ma anche coesa. Ora, però, i tedeschi se ne sono dimenticati e non sono più disposti a pagare il prezzo di una Unione monetaria che si estende dal loro ricco e ordinato paese ad altri in condizioni diametralmente opposte.

UNA TRAGEDIA GRECA*

La Grecia è in bancarotta già da un anno e non ha altra soluzione che la svalutazione. Se tenterà di farlo rimanendo all’interno dell’Unione monetaria, ciò significherà molta miseria per i cittadini greci perché prezzi e salari dovranno essere drasticamente tagliati. Meglio per tutti se il paese uscisse temporaneamente dall’euro perché potrebbe così riacquistare la competitività perduta. Sarà comunque inevitabile una cancellazione parziale del debito greco e un intervento europeo a sostegno delle banche.

QUELLA TASSA SUI CITTADINI EUROPEI*

L’impegno dei contribuenti europei per il salvataggio della Grecia ammonta ormai a più di 200 miliardi. Ben più modesto il contributo dei privati, ovvero delle banche, che pure sono le responsabili maggiori della pessima allocazione del credito. I governanti europei si sono fatti condizionare dalla potente lobby bancaria e hanno raggiunto un accordo che è un gigantesco trasferimento di ricchezza verso i più ricchi, a danno del contribuente. E allora a minacciare davvero l’euro è una possibile rivolta dei contribuenti contro l’élite finanziaria.

UNA RICETTA PER L’EUROPA: IL QUANTITATIVE EASING

Per affrontare la crisi del debito sovrano in Europa, la Bce dovrebbe adottare un programma di “Quantitative easing”, simile a quello compiuto in due fasi dalla Fed durante la crisi finanziaria, ma – diversamente da quello – incentrato solo sull’acquisto dei titoli di stato. Il programma dovrebbe essere pre-annunciato, ampio, e non rivolto selettivamente a un solo paese dell’Unione monetaria europea.

I LEADER EUROPEI SALVANO LA GRECIA. E ANCHE L’EURO

Dopo averci portato sull’orlo del precipizio, ovvero del contagio distruttivo esteso alla Spagna e all’Italia, i leader dell’eurogruppo hanno finalmente deciso quel che serve non solo per salvare l’euro, ma per rendere il debito sovrano sostenibile attraverso un piano di crescita. E dalla vicenda si  possono trarre lezioni sui meccanismi di gestione delle crisi. La più importante è che la ricostruzione della credibilità del governo dell’eurozona richiede comportamenti coerenti e deve proseguire senza ripensamenti sulla strada prescelta.

POLITICA MONETARIA COMUNE, MA TASSI DIVERSI

La Banca centrale europea controlla direttamente i tassi a breve termine. Tuttavia, le decisioni di investimento e consumo dipendono dai tassi reali a lungo termine, che sono molto diversi tra gli Stati europei perché diversi sono i fondamentali fiscali e il sentimento di mercato rispetto a ciascun paese. Ma ciò significa che la politica monetaria comune raggiunge le varie economie degli Stati membri in maniera assai eterogenea: i paesi che più beneficerebbero da tassi bassi sono invece penalizzati da alti rendimenti.

LETTERA APERTA AI LEADER EUROPEI

La crisi dell’Eurozona è giunta al suo apice. Questo testo è una lettera aperta ai leader europei per esortarli a prendere provvedimenti decisivi nel vertice di Bruxelles di questa settimana. Decidere ancora una volta di non decidere potrebbe rappresentare la fine dell’Eurozona così come l’abbiamo conosciuta finora. Il testo di questo appello con numerose firme di economisti europei è pubblicato anche su Vox, Nada es Gratis e Me Judice.

È LA DEBOLEZZA DELLA POLITICA CHE MINACCIA L’EURO

Quella a cui stiamo assistendo da venerdì scorso sui mercati finanziari è una crisi di fiducia nella governance politica dell’Italia, ma anche dell’Europa. Il vertice dell’Eurogruppo di lunedì non ha raggiunto alcun vero risultato. Il coinvolgimento del settore privato pesa come un macigno sulla trattativa relativa al piano di assistenza finanziaria alla Grecia. Con proposte di soluzione diverse tra il piano tedesco, quello francese e l’ipotesi del buyback. E così l’euro rischia sempre di più.

 

Pagina 62 di 99

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén