Il referendum irlandese conferma la difficoltà delle classi dirigenti nazionali, generalmente favorevoli all’Europa, a mantenere su questa linea il consenso dell’opinione pubblica interna. Invece di diventare un punto di riferimento rassicurante, le politiche dell’Unione hanno talora alimentato le paure, con messaggi confusi su mercato del lavoro, immigrazione, sicurezza interna, ambiente, prezzi dei beni alimentari. La ricerca di compromessi ha frenato la capacità di agire in difesa dei cittadini europei. Nulla vieta di adottare presto le norme su presidenza e ministro degli Esteri.