Non è vero che gli europei lavorano meno degli americani perché sono pigri o perché hanno scelto di godersi la vita. I dati suggeriscono che le asimmetrie fra Europa e Stati Uniti derivano dalle politiche pubbliche più che da libere scelte individuali. Il basso tasso di partecipazione al lavoro degli anziani è semplicemente il risultato di sistemi pensionistici generosi. Mentre la scarsa occupazione di giovani e donne riflette una regolamentazione del mercato del lavoro che protegge gli occupati, escludendo molte altre persone dal lavoro.
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Dallanalisi comparata del recente voto europeo esce convalidato il modello di elezioni di “secondo ordine”, caratterizzato da astensionismo, risultati negativi per i partiti di governo e successo di quelli minori. Accade soprattutto dove gli elettori hanno ben chiara la distinzione tra Europee e votazioni nazionali e sanno che il risultato non avrà conseguenze sul governo del paese. LItalia fa eccezione, ma solo in parte. Ed è confortante che ben pochi chiedano il ritorno al sistema proporzionale per lelezione del Parlamento italiano.
Il Consiglio dei 25 Stati europei ha approvato un Trattato costituzionale istitutivo dellUnione Europea. Prima delle elezioni europee avevamo chiesto ai partiti un parere sulla bozza di Costituzione elaborata dalla Convenzione europea e se ritenevano utile un referendum di ratifica. Riproponiamo qui le loro risposte, che potrete comparare con le reazioni di questi giorni.
Astensionismo, rafforzamento dei partiti euro-scettici e voto di protesta sono le tendenze principali emerse dalle elezioni. Hanno notevoli implicazioni per il futuro orientamento delle politiche comunitarie. I due grandi gruppi, popolari e socialisti, non hanno una stabile maggioranza qualificata nel nuovo Parlamento e dovranno trovare una forma di coabitazione. Mentre la politica economica, inevitabilmente da concordare a livello comunitario, implica scelte che si ripercuotono sul consenso elettorale verso i governi dei singoli paesi.
La nuova Costituzione europea? Avere raggiunto un accordo è già un successo, ma il testo finale è più debole rispetto al progetto elaborato dalla Convenzione. Proponiamo ai nostri lettori alcuni stralci del discorso del vicepresidente della Convenzione europea, Giuliano Amato, al sesto convegno europeo della Fondazione Rodolfo De Benedetti, tenutosi il 19 giugno a Lecce. Si tratta delle parti del suo discorso in cui ha valutato laccordo raggiunto dal Consiglio sulla Costituzione europea e in cui ha discusso come dare dei denti al processo di Lisbona.
In cinquantanni i paesi europei hanno costruito una struttura istituzionale che consente, tramite una normativa vincolante, di gestire in modo unitario i rapporti tra gli Stati membri, sotto il profilo economico, sociale, giuridico e anche politico, erodendo gradatamente e progressivamente la singole sovranità. Perché allora tante valutazioni critiche sulla Costituzione europea appena firmata? Resta delusa laspettativa di una gestione comune della politica estera. Alla quale arriveremo perché è una soluzione ragionevole che va nel senso della storia.
E’ sbagliato trarre indicazioni meccaniche sui comportamenti elettorali alle politiche dalle consultazioni europee, dove si vota con un sistema diverso. E tornare al proporzionale, come alcuni auspicano, sarebbe un grave errore per la politica economica. Non si può negare però che il maggioritario all’italiana non ha risolto la questione dellinfluenza dei piccoli partiti e del potere di veto che questi esercitano allinterno delle coalizioni. Ma forse tutto dipende dal fatto che non di maggioritario puro si tratta.
Euroscetticismo e astensionismo derivano anche dallincapacità dellUnione europea di realizzare politiche che accrescano il benessere dei cittadini. Troppo spesso infatti le decisioni sono influenzate da lobby settoriali ben organizzate e finanziate. A contrapporsi ai gruppi di pressione per difendere gli interessi generali potrebbero essere le associazioni dei consumatori, soprattutto se sapranno svolgere un monitoraggio permanente delle principali politiche comunitarie di settore per verificare la loro compatibilità con gli interessi di tutti.