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Categoria: Famiglia Pagina 17 di 29

LA BADANTE ALLA FRANCESE *

In Italia l’assistenza pubblica agli anziani è insufficiente. Se ne fa carico la famiglia, spesso ricorrendo alle assistenti familiari. Che sono per lo più straniere e dunque soggette a decreti flussi di dubbia efficacia e a sanatorie varie. Risultato: molti rapporti di lavoro solo formalmente in regola e tanti accordi in nero. Eppure, in Francia con la metà dei soldi spesi nel nostro paese si è creato un sistema integrato, che garantisce un collegamento stabile tra le assistenti e i servizi sul territorio, superando i limiti del rapporto individuale tra anziano e badante.

CRISI ITALIANA, CRISI DELLA CONDIZIONE DEI GIOVANI

Il Rapporto annuale 2010 dell’Istat solleva molti motivi di preoccupazione sullo stato dell’Italia, ma quello sulla relazione dei giovani con la sfera lavorativa pare particolarmente grave. Il tasso di disoccupazione dei giovani italiani è al 20,2 per cento, superiore di 3,7 punti rispetto alla media Unione Europea. Ma anche per chi lavora, le prospettive sono tutt’altro che esaltanti. E cresce la quota di chi emigra all’estero in cerca di prospettive migliori. Se la condizione giovanile è lo specchio del futuro del paese, ci aspettano tempi davvero grami.

IL DEBITO DELLE FAMIGLIE AGGRAVA LA CRISI *

L’impatto della recessione del 2009 sui consumi delle famiglie è stato più forte nel Regno Unito rispetto all’Italia. Le cause non sono solo nella diversa entità delle crisi bancarie, ma anche nella diversa esposizione debitoria delle famiglie. Il loro indebitamento complessivo è cresciuto negli ultimi dieci anni in tutti i paesi. Ma poco prima della crisi, nel nostro paese era al 68,8 per cento del reddito disponibile e nel Regno Unito a più del doppio. Soprattutto, sono le famiglie britanniche con redditi bassi a essere più indebitate di quelle italiane. L’incidenza dei mutui.

MUTUI, TORNA IL FINTO REGALO DELLA RINEGOZIAZIONE

Come tre anni fa, il ministro Tremonti estrae dal cappello una regola per rinegoziare i mutui a tasso variabile. Dovrebbe servire a proteggere i mutuatari più deboli dal preannunciato rialzo dei tassi, che inevitabilmente farà salire le rate da pagare. Ma in realtà il provvedimento non porta alcun vero vantaggio per chi ha sottoscritto il mutuo. Semmai ne porta alle banche. Inoltre, si sancisce per legge la morte della concorrenza.

E NESSUNO PENSA ALLA FAMIGLIA

Il primo rapporto Ocse sul benessere familiare mette in evidenza tutti i ritardi italiani in fatto di occupazione femminile, tasso di fertilità e tasso di povertà infantile. Non stupisce, vista la cronica assenza di servizi per le famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e la rigidità degli orari di lavoro. Ma i rilievi dell’Ocse non sono certo una novità. Il problema è che mentre nel Nord Europa da trent’anni si investe in serie politiche della famiglia, in Italia nessuno sembra preoccuparsi di questi gravi problemi.

SULLE SPALLE DELLA FAMIGLIA

Il governo sostiene di aver rafforzato il ruolo della famiglia. E infatti ricadono sulle famiglie italiane tutti i problemi di cui, nella maggior parte dei paesi, si fa carico lo stato sociale: dalla povertà alla dipendenza in età anziana, dalla disoccupazione giovanile alla cura dei bambini piccoli quando la madre lavora. Le timide proposte innovative del Piano nazionale per la famiglia sono rimaste lettera morta. Senza contare che una disoccupazione giovanile vicina al 30 per cento impedisce ai giovani di crearsi una propria famiglia. Le dimissioni delle lavoratrici madri.

SOCIAL CARD: VOGLIAMO FARLA SERIAMENTE?

Il Milleproroghe prevede la sperimentazione per un anno di una nuova social card. Perché sia proficuo l’esperimento deve far parte di un progetto organico di rafforzamento del nostro welfare. E va condotto in modo da comprendere quali siano le modalità più appropriate di fornitura della carta e delle misure di accompagnamento, oltre a quali siano le implicazioni finanziarie e organizzative per la sua estensione a tutte le famiglie in povertà assoluta. Insomma, una sperimentazione da prendere sul serio.

UN FONDO SENZA CASA PER I GIOVANI

Il programma “Diritto al futuro” dovrebbe aiutare i giovani a trovare una casa, grazie a un fondo di garanzia per 10mila mutui. Il regolamento con le condizioni di operatività fa dubitare che si tratti di un piano realizzabile. Perché le risorse a disposizione sono solo 24 milioni e non 50 come annunciato. E considerati i meccanismi di ammissione alla garanzia permetteranno di coprire poco più di trecento casi. Sempre ammesso di trovare banche disposte a concedere un prestito a quelle condizioni. E giovani con redditi ballerini pronti ad accollarsi un mutuo consistente.

NON BASTA LA CASA PER RESISTERE ALLA CRISI *

I dati pubblicati dalla Banca d’Italia indicano che il valore medio di ricchezza netta detenuto per famiglia si è ridotto nel 2009 e prevedono una diminuzione di ricchezza netta complessiva delle famiglie nel 2010. Circa il 15 per cento delle famiglie italiane possono essere definite in difficoltà finanziarie in termini di ricchezza netta accumulata. E quelle che si trovano in questa condizione, tendono a rimanervi. Ciò è più vero per le famiglie a basso reddito e che vivono in zone a più elevata disoccupazione.

QUELLE RICCHE FAMIGLIE ITALIANE *

Le famiglie italiane hanno una ricchezza consistente e una diseguaglianza relativamente bassa rispetto ad altri paesi. È soprattutto la proprietà diffusa delle abitazioni che ci contraddistingue, con una ricchezza immobiliare pari a oltre cinque volte il reddito disponibile. Ma la ricchezza fotografa l’oggi ed è il frutto di decisioni del passato. La nostra posizione soddisfacente si indebolirà progressivamente se l’Italia non tornerà a far crescere il reddito.

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