Conciliare lavoro e famiglia è complicato, soprattutto per le donne. E soprattutto se mancano servizi adeguati. Per questo il bonus nido è inutile se non ci sono nidi. Mentre è utile aumentare i giorni di congedo obbligatorio per i padri.
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Il tema dell’infanzia, del sostegno alla crescita socio-educativa dei minori e alla natalità è strategico per lo sviluppo del paese. Ignorate per molto tempo, le politiche per l’infanzia sono ora di attualità. Ma il disegno riformatore deve essere coerente.
Il riordino e il potenziamento delle misure a sostegno delle famiglie con figli è uno dei punti qualificanti del governo Conte bis. Dovrebbe costare circa 6 miliardi in più rispetto alle risorse già impegnate. Ecco come potrebbe essere progettato.
Il programma “Opportunitàzerosei” si rivolge a famiglie molto svantaggiate. Per alcune, lega i trasferimenti alla partecipazione a corsi di informazione. I risultati aiutano a capire quali sono gli strumenti più adatti a ridurre la povertà e la sua durata.
Promuovere l’accesso ai servizi per l’infanzia è una buona ricetta per sostenere la fecondità e l’occupazione femminile. Ma non deve essere solo una misura contro la povertà, bensì un autentico sostegno alla natalità e alla crescita solida del paese.
Come risolvere il problema della carenza di scuole dell’infanzia, che penalizza soprattutto il Sud? Pensando a un modello di asilo senza muri, sull’esempio dei paesi nordici. Si consumerebbe meno suolo e anche il portafoglio dei genitori ne beneficerebbe.
Con le nascite in costante calo, dovrebbe attenuarsi lo squilibrio tra domanda e offerta di posti al nido. Invece non è così. Per ridurre la povertà economica ed educativa tra i bambini, serve una proposta complessiva e non solo l’azzeramento delle rette.
Il contrasto al declino demografico richiede un impegno serio e credibile da parte delle istituzioni. Ne potrebbe essere un esempio il riconoscimento del voto ai minori, esercitato attraverso i genitori. Magari rafforzando anche la rappresentanza femminile.
Il governo pensa a due interventi nelle politiche per le famiglie: assegno per i figli e detraibilità della spesa per pannolini e latte in polvere. Coperture dubbie a parte, sarebbe meglio studiare una legge delega per riordinare tutto il sistema.
Le politiche familiari introdotte in Italia sono spesso “sperimentali”. Lo era anche il bonus infanzia appena cancellato dal governo. Servono invece misure stabili all’interno di una strategia complessiva di sostegno a fecondità e occupazione femminile.