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La Grameen fa bene al credito. Micro

Inventando un modo nuovo di fare credito, il premio Nobel per la Pace Muhammed Yunus ha contribuito a dotare i paesi in via di sviluppo di nuove istituzioni che facilitano non solo il superamento contingente della povertà, ma pongono le basi per un suo superamento duraturo. Il meccanismo su cui si basa la Grameen Bank crea infatti uno stock di capitale sociale che rende la promessa di restituzione del prestito credibile anche senza il ricorso al troppo costoso sistema legale. Non a caso a beneficiare dei crediti sono soprattutto le donne.

L’irresistibile fascino del Cicr

Di certo non sarà abolito. Ma se davvero, in un primo tempo, il governo pensava di allargare la composizione del Comitato per il credito e il risparmio anche a Consob, Isvap e Autorità per la concorrenza e il mercato, la riforma inserita nel decreto che modifica la legge sul risparmio è molto più equilibrata. Rimane però sempre il rischio di inutili duplicazioni. E, soprattutto, di un legame troppo stretto tra organi politici e Autorità di vigilanza. Come hanno a suo tempo evidenziato anche Bce e Fmi.

Nuove banche e nuova governance alla prova

Intesa e San Paolo hanno scelto di sperimentare, per la nuova banca che nascerà dalla fusione, un nuovo sistema di governance. Con un consiglio di sorveglianza e uno di gestione. Si rischiano però cortocircuiti che si dovranno evitare utilizzando l’autonomia statutaria.

La Borsa delle alleanze

Il processo di consolidamento delle Borse ha subito un’improvvisa accelerazione. Perché ciascun attore sta cercando di creare il “polo d’attrazione” vincente, attraverso la costituzione di una Borsa transatlantica. Borsa Italiana punta a promuovere una federazione allargata, che non escluda gli americani e raggruppi quelle maggiori dell’area-euro. Ma il compito più impegnativo spetta alle autorità di vigilanza e di tutela della concorrenza. Che devono riuscire a far arrivare almeno parte degli eventuali benefici agli utilizzatori. E non è un obiettivo banale.

La macchia d’olio

Gli abusi di mercato, per la loro pervasività, sono capaci di “inquinare” i mercati finanziari, minandone i meccanismi di funzionamento. Lo ha ben colto l’autorità giudiziaria. Altrettanto non si può dire della Consob, che sembra quasi timorosa di esercitare i suoi poteri. Soprattutto quando gli abusi nascono da comportamenti plurioffensivi, ovvero che hanno altri moventi, come il falso in bilancio. O nel perseguire l’ostacolo alle sue funzioni di vigilanza, come nel caso di una rappresentazione falsa o incompleta di fatti che incidono sulla formazione del prezzo.

Una Consip per la finanza locale

Cresce il ricorso al mercato degli enti locali, anche per compensare i minori finanziamenti statali. Finora, le amministrazioni si sono avventurate sui mercati nazionali e internazionali in ordine sparso, ricavandone alti costi dei finanziamenti e pericoli da non sottovalutare. Si potrebbe invece costituire, sull’esempio della Consip, un’agenzia cui gli enti locali siano tenuti a chiedere consulenza e valutazione del rischio. Non è un ritorno alla centralizzazione. E’ un modo per impedire focolai di sofferenza finanziaria nel settore pubblico.

La difficile legge sul prospetto

Anche l’Italia sta per recepire la direttiva europea sul “prospetto informativo”. Cruciale soprattutto per le società quotate o quotande. La prima questione è la leggibilità: la legge dovrebbe stabilire un format più comprensibile dai risparmiatori rispetto a quello attuale. Altrettanto importante definire tempi e contenuti dello scrutinio di Cosob, oggi costretta a un lavoro di controllo che va al di là delle sue competenze. Infine, dubbi sulla figura del responsabile del collocamento, prevista dalla delega, ma che non ha corrispettivi in Europa.

Mercati e legalità

L’ultima legislatura ha segnato un momento importante nel diritto dell’economia: riforme come quella delle società e delle procedure concorsuali hanno modificato un ordinamento ormai obsoleto che condizionava le potenzialità di sviluppo delle imprese. Il nuovo Parlamento dovrà occuparsi non tanto di definire nuove regole, ma di far funzionare quelle esistenti, qualificando la funzione dei giudici e rivedendo l’assetto dei controlli sui mercati finanziari. Il ruolo di un nuovo Testo unico delle banche.

Per una giustizia penale rapida e specializzata

Il nuovo Parlamento potrebbe fare un servigio al paese investendo nella giustizia, consentendo alle corti penali di funzionare con i tempi e i modi di una moderna economia di mercato. Se le regole sono ben scritte e presidiate con efficacia, gli operatori si comportamento mediamente in modo corretto. Quando la giustizia penale diviene “abbondante” e “lenta” può invece incoraggiare l’illegalità. Due le strade da percorrere: ridurre i tempi dei procedimenti; introdurre i tribunali specializzati in economia e finanza.

L’Italia vista dal mondo

La Banca Mondiale ha elaborato sei indicatori sintetici per valutare il contesto legale, sociale e politico di ciascun paese. Elementi che influenzano le scelte di investimento degli operatori. L’Italia è percepita, in media, come un partner meno affidabile rispetto agli altri Stati europei. Ma tra il 1996 e il 1998, durante il primo Governo Prodi, abbiamo fatto registrare risultati mediamente migliori rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea, progredendo soprattutto sul versante della stabilità politica e dell’efficienza dell’azione dell’esecutivo.

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