Gli abusi di mercato, per la loro pervasività, sono capaci di “inquinare” i mercati finanziari, minandone i meccanismi di funzionamento. Lo ha ben colto l’autorità giudiziaria. Altrettanto non si può dire della Consob, che sembra quasi timorosa di esercitare i suoi poteri. Soprattutto quando gli abusi nascono da comportamenti plurioffensivi, ovvero che hanno altri moventi, come il falso in bilancio. O nel perseguire l’ostacolo alle sue funzioni di vigilanza, come nel caso di una rappresentazione falsa o incompleta di fatti che incidono sulla formazione del prezzo.
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Cresce il ricorso al mercato degli enti locali, anche per compensare i minori finanziamenti statali. Finora, le amministrazioni si sono avventurate sui mercati nazionali e internazionali in ordine sparso, ricavandone alti costi dei finanziamenti e pericoli da non sottovalutare. Si potrebbe invece costituire, sull’esempio della Consip, un’agenzia cui gli enti locali siano tenuti a chiedere consulenza e valutazione del rischio. Non è un ritorno alla centralizzazione. E’ un modo per impedire focolai di sofferenza finanziaria nel settore pubblico.
Anche l’Italia sta per recepire la direttiva europea sul “prospetto informativo”. Cruciale soprattutto per le società quotate o quotande. La prima questione è la leggibilità: la legge dovrebbe stabilire un format più comprensibile dai risparmiatori rispetto a quello attuale. Altrettanto importante definire tempi e contenuti dello scrutinio di Cosob, oggi costretta a un lavoro di controllo che va al di là delle sue competenze. Infine, dubbi sulla figura del responsabile del collocamento, prevista dalla delega, ma che non ha corrispettivi in Europa.
L’ultima legislatura ha segnato un momento importante nel diritto dell’economia: riforme come quella delle società e delle procedure concorsuali hanno modificato un ordinamento ormai obsoleto che condizionava le potenzialità di sviluppo delle imprese. Il nuovo Parlamento dovrà occuparsi non tanto di definire nuove regole, ma di far funzionare quelle esistenti, qualificando la funzione dei giudici e rivedendo lassetto dei controlli sui mercati finanziari. Il ruolo di un nuovo Testo unico delle banche.
Il nuovo Parlamento potrebbe fare un servigio al paese investendo nella giustizia, consentendo alle corti penali di funzionare con i tempi e i modi di una moderna economia di mercato. Se le regole sono ben scritte e presidiate con efficacia, gli operatori si comportamento mediamente in modo corretto. Quando la giustizia penale diviene “abbondante” e “lenta” può invece incoraggiare l’illegalità. Due le strade da percorrere: ridurre i tempi dei procedimenti; introdurre i tribunali specializzati in economia e finanza.
La Banca Mondiale ha elaborato sei indicatori sintetici per valutare il contesto legale, sociale e politico di ciascun paese. Elementi che influenzano le scelte di investimento degli operatori. L’Italia è percepita, in media, come un partner meno affidabile rispetto agli altri Stati europei. Ma tra il 1996 e il 1998, durante il primo Governo Prodi, abbiamo fatto registrare risultati mediamente migliori rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea, progredendo soprattutto sul versante della stabilità politica e dell’efficienza dell’azione dell’esecutivo.
Si è detto che con le misure antiscalata previste dalla Finanziaria 2006 lo Stato si sia precostituito uno strumento per potere uscire dal capitale delle società partecipate, senza perderne il controllo. La norma tace o è ambigua su molti punti, finendo per creare una situazione di incertezza legale che si ripercuoterà sul mercato e sull’appetibilità delle società in mano pubblica. Ma è davvero in grado di ostacolare le scalate? Se lo Stato cedesse le partecipazioni, l’intero meccanismo difensivo cadrebbe come un castello di carte.
Tra gli interventi per risolvere il problema della povertà e delle disuguaglianze acquistano sempre più importanza quelli che consentono l’accesso al credito e allistruzione anche a individui privi di dotazioni sufficienti. Permettono infatti di far coincidere l’obiettivo delle pari opportunità con quello dello sviluppo economico. Alla fine del 2004 erano 2.572 i programmi di microcredito nel mondo. Hanno raggiunto complessivamente oltre 67 milioni destinatari, di cui 41 milioni e mezzo sotto la soglia della povertà assoluta.
Quali sono state le determinanti degli scandali finanziari in Italia e nel resto d’Europa? Vi sono alcuni punti specifici del governo societario delle banche che dovrebbero avere un ruolo preminente nella lista delle iniziative di molti paesi europei, tra i quali il nostro. Anche perché un’efficiente governance bancaria è un presidio rispetto a comportamenti fraudolenti, ma anche verso i molto più diffusi casi di gestione aziendale inefficiente. In gioco non è soltanto la fiducia degli investitori nel mercato finanziario, ma l’efficienza del nostro sistema produttivo.
Il nuovo Codice di autodisciplina delle società quotate è molto buono. Ribadisce che “la creazione di valore per gli azionisti” è l’obiettivo prioritario cui devono tendere gli amministratori. Introduce il concetto di auto-valutazione periodica del cda e la figura del consigliere guida degli indipendenti. Riafferma l’autonomia del processo decisionale di ogni singola società. Suggerisce di “aggirare” la nuova norma sull’obbligatorietà del voto segreto. E su tutto ciò Borsa Italiana si impegna a esercitare il proprio controllo.