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Categoria: Banche e finanza Pagina 47 di 114

Quei rischi che le banche corrono ancora

Le banche europee non hanno risolto i loro problemi e non sono pronte per Basilea 3. Ma regole più severe sono necessarie per rendere più sicuro il sistema finanziario. E mentre continuano a litigare, spalleggiate dai rispettivi governi, a pagare il prezzo più alto è l’economia.

Per un pugno di interessi

In seguito all’adozione delle misure non convenzionali di politica monetaria, le banche centrali detengono oggi una quantità di titoli di Stato molto superiore al passato. Titoli che generano interessi riversati nelle casse dei ministeri del Tesoro. Un’implicita e automatica azione di quantitative easing.

Fondazioni, qui ci vuole una vigilanza indipendente

La vigilanza del ministero dell’Economia sulle fondazioni bancarie doveva essere una soluzione transitoria, in attesa dell’Authority per il controllo di tutte le organizzazioni non profit. Che però non è mai stata varata. Una riforma semplice permetterebbe di risolvere la questione.

Quale unione per uscire dalla fragilità finanziaria

Affidare la supervisione del sistema bancario europeo alla Bce ha l’obiettivo principale di rompere il circolo vizioso fra banche e Stati sovrani. Ma appare molto difficile disinnescare il potenziale distruttivo di quei legami senza che l’unione bancaria si inserisca in un progetto più ampio di unione fiscale e politica.

In arrivo una nuova Mifid *

La direttiva Mifid disciplina i servizi di investimento nell’Unione Europea. Presto ne entrerà in vigore una versione profondamente rivista, che aumenta la trasparenza verso i risparmiatori. Soprattutto in Italia, comporterà la fine di prassi obsolete che hanno regolato il mercato negli ultimi decenni.

La riunificazione del paese

Nel valutare l’azione del Governo Monti si può usare un criterio assoluto oppure uno in cui si compensa la valutazione per i tempi imposti alle decisioni. E gli esiti sono diversi. Tre risultati e un vantaggio prezioso che non è stato sfruttato.

Perché il credito non riesce a galoppare

La stretta creditizia continua a serrare il suo morso sulle imprese italiane. Le evidenze sull’andamento del credito erogato alle società non finanziarie, nel contesto europeo, disegnano un quadro particolarmente negativo per l’Italia.

C’era una volta il risparmio

La giornata del risparmio è diventata ormai un logoro rito, ignorato dai più. Eppure mai come quest’anno, il 31 ottobre è stata l’occasione per meditare su problemi fondamentali dell’economia e della società italiana. In primo luogo, perché il mito del risparmio italiano è sempre più un ricordo.

Chi pensa alle banche in crisi?

Dopo il fondo salva-Stati e il progetto di unificazione della vigilanza, resta da aggiungere un ultimo tassello: un equilibrato sistema di regole in grado di governare le crisi delle banche. Se l’onere di una crisi bancaria non può essere sopportato dalle finanze di un solo paese e deve necessariamente spalmarsi su tutta la comunità, è necessario che le autorità di vigilanza nazionali facciano un deciso passo indietro a favore di un’unica resolution autority comunitaria con adeguati poteri. Altrimenti, rischia di saltare tutta l’architettura faticosamente costruita.

Quell’imposta di bollo così iniqua e distorsiva

Il decreto “salva Italia” ha introdotto una imposta di bollo su conti correnti, polizze, prodotti e strumenti finanziari. Si tratta di una mini-patrimoniale, che però divide in due categorie il mondo degli investimenti. Favorendo chi affida i propri risparmi a banche e assicurazioni e penalizzando fortemente il settore dei fondi comuni di investimento. La norma oltre a essere distorsiva della concorrenza è anche iniqua perché regressiva. Ed è destinata a provocare, nel prossimo futuro, conseguenze negative sul panorama finanziario del paese.

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