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Il caso profumo e il rispetto delle regole

La sera del 21 settembre il consiglio di amministrazione di Unicredit ha tolto la fiducia all’amministratore delegato, Alessandro Profumo, costringendolo alle dimissioni, e ha assegnato tutte le deleghe operative al presidente Dieter Rampl. Ma un principio fondamentale del buon governo societario è che non vi sia mai un accentramento di tutti i poteri nelle mani di un singolo individuo. Ed è un principio pienamente accolto nelle regole emanate dalla Banca d’Italia. Si è così creata una situazione anomala. Speriamo almeno che duri poco.

Come affondare l’unica banca multinazionale italiana

E’ stato un gesto di irresponsabilità, in cui hanno giocato un ruolo decisivo le fondazioni bancarie, quello che ha portato all’impeachment di Alessandro Profumo senza un sostituto e senza un preciso capo d’accusa. Un nuovo amministratore delegato dovrà essere trovato entro poche settimane, da un consiglio tutt’altro che coeso al suo interno. Bene che si faccia sin d’ora chiarezza sui criteri e le procedure che verranno seguite nel selezionare i candidati. Sarà fondamentale anche rivedere la governance di Unicredit che si è rivelata fragilissima. La lezioni da trarre è che le fondazioni devono uscire dalle banche. Gioverebbe alle banche, alla collettività. E anche a loro.

Ora la finanza si sposta a Oriente

Non solo nel commercio, nella manifattura e nei servizi: i paesi emergenti avranno un ruolo sempre più importante anche nella finanza internazionale. Complice la crisi, il baricentro si sposta da Occidente a Oriente in un processo forse non uniforme e probabilmente lento, ma irreversibile. Che avrà effetti importanti sulla politica di regolamentazione finanziaria a livello mondiale, a partire dalla questione della rappresentanza delle nuove potenze economiche nelle istituzioni internazionali.

BASILEA III: MOLTO RUMORE PER POCO

Banche e industriali sono per una volta d’accordo: Basilea III avrà un impatto restrittivo sull’economia, con il rischio di fermare sul nascere la ripresa. In realtà, l’effetto restrittivo sarà di breve periodo e limitato. Anche perché è previsto un lungo periodo di transizione. Semmai, l’accordo raggiunto domenica tra i governatori delle banche centrali è fin troppo prudente, permettendo così che elevati rischi di instabilità continuino a essere presenti ancora per molti anni nel sistema finanziario mondiale.

L’autunno della finanza

In allegato la presentazione tenutasi, il 15 settembre 2010, al convegno a porte chiuse per i sostenitori de lavoce.info

Europa: quando mancano le regole

L’adozione della moneta unica avrebbe dovuto essere affiancata dall’introduzione dei necessari regolamenti e dall’azione di supervisione bancaria nella zona euro. Ma lo hanno impedito atteggiamenti nazionalistici o protezionistici. Una lezione che non sembra essere stata compresa neanche adesso, di fronte alla crisi finanziaria globale né a quella, più recente, della Grecia. Eppure, è evidente quello si deve fare: centralizzare la regolamentazione e la supervisione bancaria e decentralizzare il Patto di stabilità.

Stress test: quanto credibili?

Pubblicando i risultati degli stress test delle maggiori banche europee, lÂ’’Ue ha compiuto un passo verso la maggior trasparenza e stabilità dei mercati finanziari. Ma alcuni aspetti del processo destano notevoli perplessità e altri risultano poco chiari, per cui nonostante le soddisfatte reazioni di policy maker, di molti commentatori e dei banchieri, gli scopi che l’Â’Ue si prefiggeva con la pubblicazione di questi risultati non sono stati pienamente raggiunti. Tanto che vi è stato anche chi ha detto che si è trattato di un’Â’occasione sprecata.

G20: o la botte piena o la moglie ubriaca

I Grandi ci raccontano che al G20 di Toronto hanno messo le basi per il ritorno ad una crescita economica più rapida e meno rischiosa. Non è così. Bisognerà scegliere: se vogliamo un ritorno più rapido alla crescita, dobbiamo accettare la finanza non regolata e quindi convivere con il rischio di nuove crisi. Se non ci piacciono le crisi, dobbiamo regolare o tassare la finanza e accettare la minore crescita media che l’aumentato costo del credito comporterà.

Catricalà, Fini e il futuro dell’Italia

L’Antitrust è la più importante e delicata fra le autorità indipendenti. Per questo la nomina del presidente spetta per legge ai presidenti di Camera e Senato. Sorprende quindi che Antonio Catricalà abbia accettato di abbandonarne la presidenza per trasferirsi alla Consob. Anche perché difficilmente potrà lì adottare il metodo che ha introdotto all’Antitrust. Resta poi il nodo di chi andrà al vertice dell’Autorità garante del mercato e della concorrenza. Gianfranco Fini si è detto convinto della necessità di più concorrenza in Italia. Speriamo che non si smentisca.

Quando i politici danno una mano alla speculazione

E’ probabile che con le loro pubbliche dimostrazioni di confusione e le loro dichiarazioni volte a rassicurare l’opinione pubblica nazionale, i governi europei abbiano contribuito significativamente alle turbolenze che hanno investito l’eurozona. D’altra parte, sono stati costretti a trovare un accordo e ad approvare misure senza precedenti per salvare l’euro. Se continueranno a mostrare unità di intenti e la seria intenzione di risolvere i fondamentali squilibri nell’area, c’è speranza che i mercati finanziari allentino la morsa.

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