Lavoce.info

Categoria: Banche e finanza Pagina 78 di 115

UN’EUROPA POLITICA PER AIUTARE L’ECONOMIA

L’Europa si trova di fronte a un bivio: o arriva a una più stretta integrazione politica in grado di sostenere l’integrazione economica oppure vedrà disintegrarsi i mercati europei, e la conseguenza sarà la caduta degli standard di vita e il sorgere di tensioni politiche internazionali. Non sarebbe la prima volta che una crisi costringe l’Unione Europea a passi avanti sulla strada di una maggiore cooperazione. Anche di questi problemi si parlerà al Festival dell’Economia di Trento (29 maggio – 1° giugno) dedicato al tema “Identità e crisi globale”.

UN REGALO DI OBAMA ALLE BANCHE *

Il piano Geithner-Summers implica un enorme trasferimento di ricchezza, forse per centinaia di miliardi di dollari, dai contribuenti agli azionisti delle banche. Ne sono una prova i rialzi dei prezzi dei titoli bancari già nella settimana che ha preceduto l’annuncio. Il valore di questo salvataggio di massa è di gran lunga superiore al bonus destinato ad Aig e Merrill. Ma il meccanismo è molto meno ovvio e la reazione dell’opinione pubblica è stata debole, almeno finora. Per ripulire i bilanci delle banche esistono alternative molto più efficaci e più eque.

IL LIBRO DELLE BUONE INTENZIONI BANCARIE

Il cantiere delle regole per l’industria finanziaria dovrebbe occuparsi anche di alcuni aspetti più tecnici, che pure hanno avuto un ruolo centrale nella crisi. Come il trattamento delle attività finanziarie detenute da una banca per finalità di negoziazione. Il caso del trading book è utile per capire come dallo scarso coordinamento tra regolatori diversi e, in particolare, tra regole contabili e autorità di vigilanza possano scaturire fragilità e incertezza. Le soluzioni possibili per ottenere maggiore omogeneità nei criteri contabili.

MA GEITHNER NON SCIOGLIE IL NODO DEI PREZZI

Il Tesoro americano vara il piano teso alla stabilizzazione del sistema bancario: si fonda sull’utilizzo di capitale pubblico e privato per comprare i titoli tossici. Sembra un progetto credibile, per cui elimina incertezza sul comportamento futuro del Tesoro. Ma il meccanismo sembra anche una riproposizione dell’approccio Paulson. E il nodo della questione, ora come allora, è il prezzo a cui gli attivi tossici vanno comprati. Il grosso rischio è che la pulizia dei bilanci bancari e la riattivazione del credito avvengano a un costo enorme per i contribuenti.

QUEL FONDO CHE SEMBRA IL CAMPO DEI MIRACOLI

Soldi freschi per 1,3 miliardi che dovrebbero tradursi in 60-70 miliardi di nuovi prestiti per le aziende: è la promessa che accompagna il rifinanziamento del fondo di garanzia statale per le piccole e medie imprese. Per riuscirci il fondo dovrebbe però operare con una leva consistente, non troppo realistica nella situazione attuale. A un tasso medio di sofferenze come quello del 2008, l’intera nuova dotazione se ne andrebbe in un anno. Effetti incerti anche in termini di requisiti patrimoniali. Soprattutto, resta da capire dove si troverà la somma per alimentare il fondo.

NON SCHERZIAMO CON I PREFETTI

Il banchiere fa un mestiere semplice da descrivere ma complesso da attuare: riceve depositi dalla clientela e li dà a prestito alle imprese per investirli e finanziare le attività correnti. La solidità dei risparmi dei clienti dipende dalla solidità degli investimenti effettuati. Non a caso l’odierna crisi finanziaria nasce proprio da un eccesso di prestiti ad alto rischio e da errori nella erogazione del credito. Mettere i prefetti a giudicare sulla concessione dei prestiti è mettere una ipoteca sulla sicurezza dei depositi dei risparmiatori. Poteri di vigilanza e Bce.

SE LE BANCHE SI MISURANO LO STRESS

I bilanci delle banche americane sono in grado di sopportare un ulteriore deterioramento delle condizioni economiche? Per verificarlo l’amministrazione Obama chiede ai più importanti istituti finanziari del paese di condurre prove di stress. Una tecnica peraltro già molto utilizzata, ma che non ha impedito al sistema bancario internazionale di arrivare impreparato alla crisi. Perché i risultati delle simulazioni dovrebbero riflettersi nei processi decisionali e nei piani a medio-lungo termine di patrimonializzazione e liquidità. Probabile l’aumento delle insolvenze.

PERCHE’ EUROPA E AMERICA AFFRONTANO LA CRISI DIVISE

Al di là delle affermazioni di facciata su una risposta congiunta o almeno coordinata alla crisi, Europa e America si presenteranno divise al G20. Per due solide ragioni: perché non ci sono gli Stati Uniti d’Europa e perché l’Europa è entrata nella crisi con molto più stato sociale rispetto agli Usa. E la generosità del welfare attenua automaticamente l’impatto della crisi nel Vecchio Continente perché riduce l’impatto sociale della riduzione del Pil.

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO

La proposta di affidare ai prefetti un ruolo di controllori del sistema bancario italiano ha sollevato molte polemiche. Da più parti si sono avanzati dubbi sull’opportunità di dare una picconata all’autorevolezza della Banca d’Italia e sulle competenze dei prefetti in materia di credito. E sullo sfondo aleggia ormai la proposta di affidare le vigilanza alla Banca Centrale Europea. Ma cosa pensano i prefetti di questo loro nuovo ruolo? Sono a disagio nel dover svolgere un compito molto lontano dalle loro competenze? Sono preoccupati dal passare dalla firma delle patenti alla direzione degli osservatori regionali sul credito? Niente affatto, come ha spiegato il Prefetto di Milano, Gian Valerio Lombardi, sulla Repubblica del 14 marzo. “In tempi ordinari una decisione di questo genere non sarebbe mai stata presa, la vigilanza della stessa Banca d’Italia è eccellente e sarebbe bastata. Ma ci troviamo di fronte ad una grave crisi economica: il ricorso ai prefetti diventa uno strumento di garanzia in più per tutti che sottolinea l’eccezionalità del momento. Tutto qui…Mi sembra che siamo considerati sempre più garanti della tenuta del sistema”. Chissà perché, a me le parole del prefetto di Milano hanno fatto tornare in mente Gianluca Vialli, il quale, commentando il suo rientro in squadra al posto di Roberto Baggio in occasione di Italia – Argentina, semifinale del Mondiale ’90, disse “quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”. Il finale, purtroppo, è noto a tutti.

IL TIMONE AL G20*

Il G20 sostituisce il G7 nella guida dell’economia mondiale. Certo non si poteva costruire una riforma del sistema economico globale, della Banca mondiale o del Fondo monetario nella ristretta cerchia dei sette grandi. Ma anche il G20 ha i suoi problemi. Prima di tutto pratici per il numero di paesi che lo compongono. Poi di legittimità: chi li ha delegati a rappresentare le altre 190 nazioni del mondo? Ma anche di metodo di lavoro, con quattro gruppi che andrebbero riunificati per arrivare a un accordo generale. Sono tutte questioni risolvibili. A patto che vengano affrontate.

Pagina 78 di 115

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén