Sulle politiche fiscali la prima manovra del governo Conte rivela una sostanziale continuità con il passato. Non affronta i nodi strutturali del nostro sistema fiscale, mentre ignora del tutto i temi del futuro dei rapporti tra fisco e contribuente.
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Far scattare la clausola di salvaguardia sull’Iva non sembra una buona idea. Meglio forse introdurre una nuova aliquota unica. Ma qualunque sia la scelta, va sfruttato il patrimonio di informazioni ottenuto dalla trasmissione elettronica delle fatture.
La flat tax proposta dal governo non è altro che l’aumento a 100 mila euro della soglia per l’accesso al regime forfettario previsto per i professionisti. Con molti rischi: dagli effetti negativi sul lavoro dipendente alla possibile crescita dell’evasione.
Gli incentivi fiscali hanno favorito lo sviluppo di un insieme di nuove forme di welfare, per il benessere dei lavoratori. Ma è un processo che rischia di fermarsi se le agevolazioni saranno eliminate per finanziare flat tax e reddito di cittadinanza.
Le pubbliche amministrazioni versano direttamente al fisco l’Iva per l’acquisto di beni e servizi da privati. È lo split payment e ha garantito un buon recupero dell’evasione, senza troppi costi per i contribuenti onesti. Ora il governo vuole eliminarlo.
Non è detto che la flat tax avvantaggi sempre i redditi più alti. Si possono costruire combinazioni di aliquota unica e deduzione che lasciano invariata la pressione fiscale complessiva, ma la diminuiscono nettamente per le classi di reddito medio-basse.
Nuovo governo, nuovo tetto all’uso del contante? Matteo Salvini ha dichiarato la sua decisa preferenza per i pagamenti cash. Che però – oltre a frenare lo sviluppo della moneta di plastica – comportano il rischio di assecondare evasione e riciclaggio.
Secondo la Lega i 50 miliardi di minor gettito dovuto alla flat tax si potrebbero coprire con i proventi della “pace fiscale”. Ma le cifre realmente recuperabili sono di gran lunga più basse. Basta guardare ai conti della rottamazione delle cartelle.
L’applicazione delle due aliquote previste dalla flat tax proposta da Lega-M5s determinerebbe alcune anomalie. Mentre le clausole di salvaguardia per i contribuenti penalizzati dalla riforma avrebbero indesiderate conseguenze sulle aliquote effettive. Ne soffrirebbero equità ed efficienza.
Nel contratto di governo la riduzione dell’evasione fiscale è affidata solo alla “quasi” flat tax. Ma si prevede anche una riduzione degli accertamenti presuntivi e un provvedimento “salda e stralcia” (un condono?). Senza alcuna attenzione al recupero di efficienza dell’amministrazione fiscale.